A Lugano si preannuncia battaglia senza esclusioni di colpi tra favorevoli e contrari alle zone a 20 e 30 km/h, anche se il messaggio votato è ‘moderato’
Lega dei Ticinesi e Udc lo hanno percepito come un sorpasso a sinistra il voto favorevole alle misure di moderazione del traffico nella seduta di Consiglio comunale di Lugano, lunedì sera. Tanto da annunciare il lancio di un referendum. La Sinistra, invece, saluta il compromesso raggiunto durante la seduta, perché è stata accolta anche la sua mozione risalente al 2018, “Più vita nei quartieri: valorizzazione dello spazio stradale grazie alla generalizzazione delle strade 20 km/h e 30 km/h (strade orientate all’insediamento), misure adeguate per le strade orientate al traffico e una piazza pedonalizzata per ogni quartiere che verrà trattata in seguito”. Il messaggio votato, però, per la Sinistra non è “né coraggioso né progressista”, visto che interviene solo nelle aree residenziali, ma è già qualcosa “per una Città ancora troppo tenacemente attaccata al traffico e non aggiornata nelle sue scelte di organizzazione urbanistica”..
Tutto questo è fumo negli occhi per Lega e Udc, la cui sezione di Lugano, annunciando il referendum, parla di una maggioranza di centrosinistra, che “ha approvato l’ennesima misura punitiva contro gli automobilisti, trasformando quasi il 60% delle strade comunali in zone con limite di velocità a 30 o addirittura a 20 km/h. Un provvedimento ideologico e dannoso, che non migliora la sicurezza ma paralizza il traffico, rallenta i mezzi pubblici e soffoca la mobilità privata”. Secondo i democentristi, “questo è solo l’ultimo tassello di una guerra contro gli automobilisti che pare non avere fine, né a Lugano né in Ticino. Un atteggiamento confermato anche dalle recenti dichiarazioni del direttore del Dipartimento del territorio, che non ha nascosto l’idea di introdurre una forma di road-pricing per accedere al centro di Lugano e di eliminare ulteriori parcheggi in città, oltre a quelli già cancellati negli ultimi anni nei quartieri cittadini. Una strategia che penalizza chi è costretto a usare l’auto ogni giorno e che danneggia il commercio, spingendo sempre più persone a evitare il centro cittadino”. L’Udc teme altri interventi simili e considera inaccettabile pure l’emendamento che ha ridotto la spesa a 1,39 milioni di franchi, perché si trovano “fondi per ostacolare la mobilità privata”.
Il sindaco di Lugano Michele Foletti sostiene che «il referendum è legittimo e fa parte del nostro sistema democratico. Che la Lega sulle misure sul traffico sia sempre stata contraria è chiaro sin dalla nascita del movimento, 30 anni fa». Foletti ricorda la Carovana della libertà che nel luglio 1991 occupò abusivamente l'autostrada contro il limite di 80 km/h. Sì, però, annunciando il referendum Lega e Udc stanno già vendendo lucciole per lanterne parlando generalizzazione delle zone 20 e 30km/h in città. Cosa ne dice? «Nel messaggio votato non c’è alcuna generalizzazione», risponde il sindaco. Perché queste polemiche? «Le polemiche sul traffico sono una certezza, basti ricordare quando il Nano fece cambiare le proposte del Piano della viabilità del Polo Luganese (Pvp) per via monte Boglia e Giudici fece modificare quelle lungo via Monte Brè. Peraltro, anche sul PdCom e sul Peco ne vedremo di tutti i colori. Passasse in votazione il referendum, verrebbero messe in discussione le misure sulla riduzione dell’impatto del traffico privato a favore di un potenziamento del trasporto pubblico. Lunedì sera ho difeso il messaggio che è stato votato dalla maggioranza del Municipio».
La capodicastero Sicurezza Karin Valenzano Rossi concorda: «Ha detto bene il sindaco in Consiglio comunale: chi dice che questo messaggio è ideologico, o non lo ha letto o è in malafede». Eppure, l’Udc nella propria nota parla di deriva rosso-verde. «Non c’è alcuna deriva, né alcuna dichiarazione di guerra verso gli automobilisti e il trasporto privato, che in nessun caso saranno danneggiati. Questo messaggio riflette pienamente quello che ha votato il parlamento federale. È un messaggio molto moderato e anche equilibrato finanziariamente con la riduzione degli importi (dovuta alla posticipazione della sostituzione dei totem, pensata in tempi migliori sotto questo profilo, ndr)». Un’altra critica dell’Udc è legata al rallentamento del trasporto pubblico. «È falso anche questo. Il trasporto pubblico non verrà minimamente rallentato, perché i bus nella stragrande maggioranza dei casi percorrono le strade di scorrimento e non entrano nelle zone residenziali. In generale ritengo il referendum uno strumento democratico sempre legittimo. Bisogna però dire con onestà su cosa si intende portare i cittadini al voto. Non è in discussione un limite generalizzato di 30 all’ora. Le strade di scorrimento resteranno tali, con il limite generale di 50. Si interverrà solo puntualmente, nelle zone residenziali e in prossimità di strutture e punti sensibili come scuole, asili o case per anziani. E basta. Mi dispiace che il dibattito si sia già spostato su un piano lontano dalla realtà. Si fa disinformazione».
I democentristi sottolineano però che verrà trasformato in zone 30 quasi il 60% delle strade comunali. «È vero – replica la municipale liberale-radicale –, ma si tratta essenzialmente di strade situate nei quartieri residenziali, lo ribadisco. Pensiamo a Pregassona. Non verrà toccata la via Ceresio, ma piuttosto aree densamente abitate come la via Industria o il comparto Orlino o ancora via Terzerina, che da una parte ha l’asilo e dall’altra la scuola media. Si va a intervenire nei quartieri che già hanno delle zone 30 estendendole leggermente oppure in quei quartieri che non le hanno e che le stanno chiedendo da tempo, come ad esempio a Barbengo in zona scuole o a Carabbia nella zona residenziale. Oppure, pensando alle due zone 20 (Foce e piazza Indipendenza, ndr), si tratta ad esempio di inserire una zona d’incontro per un comparto che a Piano regolatore è zona pedonale ma ci passano comunque le auto».
Valenzano Rossi evidenzia che, parlando di percentuali, «bisognerebbe piuttosto dire che il 100% delle strade di scorrimento a vocazione traffico non è toccato dalla misura. Lo scopo principale è garantire la sicurezza dei pedoni nelle aree sensibili, in particolare vicino alle scuole, e questo fa il paio con il Piano di mobilità scolastica sui tragitti casa-scuola approvato nella scorsa legislatura. Inoltre, è una misura anche per ridurre l’importante traffico parassitario nelle zone residenziali». Per l’Udc è una strategia che danneggia il commercio. «E come? Nella stragrande maggioranza delle strade di quartiere comprese nel messaggio non ci sono commerci». La municipale infine ‘rassicura’ chi teme che questo sia un passo verso un’estensione eccessiva dei limiti. «Ci sono delle aree della città, come la Val Colla, che non sono comprese nel messaggio, eppure da tanto tempo chiedono delle limitazioni della velocità nei nuclei. In questo senso, ora si faranno degli approfondimenti per capire cosa è possibile fare lì. In nessun caso questo Municipio intende inserire delle zone 30 sulle strade di scorrimento».
E se alle eventuali urne dovessero prevalere i contrari al messaggio? «Lo accetterei serenamente, come detto è uno strumento democratico legittimo. Ma considerate le numerose richieste che ci arrivano dalle commissioni di quartiere e non solo, mi sorprenderebbe».