laR+ Luganese

Torna a processo l’uomo che truffò il principe di Genova

L'imputato, un 70enne del Luganese, professa la propria innocenza anche in appello e nega di aver causato un danno di 800mila franchi al nobile italiano

Domani parleranno gli avvocati
(Archivio Ti-Press)
6 febbraio 2025
|

Ha fatto ritorno dinnanzi a una corte, questa volta quella d’Appello e revisione penale (Carp), il 70enne del Luganese che nel 2021 è stato condannato per truffa, appropriazione indebita e falsità in documenti ai danni dell’ultimo principe di Genova per una somma di oltre 800mila franchi. Il processo si è aperto con la presentazione – da parte dell’avvocato Filippo Ferrari, patrocinatore dell’imputato – di un’istanza probatoria con delle questioni pregiudiziali che contestano il reato di truffa. In estrema sintesi, la difesa ha chiesto che venisse sentito sia il principe sia un’altra persona coinvolta in quanto non sarebbero stati accertati i presupposti del reato principale.

La Corte, presieduta dalla giudice Giovanna Roggero Will, ha tuttavia respinto l’istanza probatoria e ha proceduto con la fase interrogatoria dell'imputato. Imputato che ha nuovamente ribadito la propria innocenza e contestato integralmente le accuse a suo carico. Motivi per i quali ha fatto ricorso in Appello, subito dopo essere stato condannato a 24 mesi di detenzione sospesi per un periodo di due anni dalla Corte delle Assise criminali di Lugano. Nel pomeriggio è stato il turno della requisitoria della procuratrice Chiara Borelli, che ha invece chiesto che venisse riconfermata la sentenza di primo grado.

Lesa anche una marchesa

I fatti risalgono al periodo tra il luglio 2007 e il gennaio 2008 quando l’imputato, secondo la tesi accusatoria, ha sfruttato il suo ruolo di consulente decennale per i beni che il principe deteneva in Svizzera, prospettandogli un investimento in un non meglio precisato fondo. La bontà dell’operazione è stata garantita con un primo trasferimento di capitale, successivamente rientrato, facendo così diventare l’operazione neutra. Vi è poi stato un secondo trasferimento di 500mila euro, somma transitata da una società di Panama di cui l’imputato era il solo avente diritto economico. Dopo altri passaggi e transazioni, la somma è stata parzialmente utilizzata a favore di suoi clienti o amici quale parziale restituzione delle perdite a loro occorse a seguito di un altro investimento, in Germania, risultato fallimentare. Il danno causato al principe è stato di oltre 800mila franchi. Malversamenti simili avrebbe fatto anche a una marchesa, sua cliente, nel frattempo deceduta.

Il principe, costituitosi accusatore privato, è rappresentato dall’avvocato Luca Marcellini. L’avvocata Clarissa Indemini tutela invece gli interessi degli attuali possessori del patrimonio appartenuto alla marchesa. Marcellini, Indemini e Ferrari avranno modo di pronunciare le proprie arringhe nella seconda giornata processuale di domani.

Leggi anche: