Cresce leggermente la popolazione della città, che arriva a quota 68’507, poco sotto la soglia del record storico di 68’677 del 2015
Dieci anni dopo aver toccato il suo record storico, 68’677 abitanti nel 2015, la popolazione di Lugano si riavvicina a quella soglia: al 31 dicembre del 2024 sono stati registrati 68’507 residenti. Un aumento molto più contenuto degli anni precedenti, solo dello 0,2%, che mantiene tuttavia il trend positivo dell’ultimo lustro. Dal 2015 al 2020 la più grande città del cantone ha perso infatti circa 2’200 abitanti. Poi l’inversione di tendenza e allo stato attuale sono stati quasi tutti riassorbiti. Lo ha annunciato la Città stessa oggi, presentando i dati statistici globali, nell’attesa di quelli specifici e della pubblicazione ‘Lugano in cifre’. E non si tratta dell’unica notizia positiva: il 2024 è stato positivo anche per il numero di attività economiche, in totale 17’579, che hanno registrato un aumento dello 0,8%.
Il secondo dato demografico più alto di sempre fa il paio con un record interno. Per la prima volta nella storia, un quartiere di Lugano supera i 10’000 abitanti. Si tratta di Molino Nuovo, che tocca i 10’114 con una crescita di 121 unità (+1,2%). Solo fino a pochi anni fa sembrava nell’aria il sorpasso di Pregassona, che tuttavia negli ultimi anni sta stagnando e così anche nel 2024: a fine anno gli abitanti sono stati 9’488, 7 in meno del 2023 (-0,1%). In crescita invece Viganello che si conferma saldamente al terzo posto, con 7’110 anime (91 in più, +1,3%). «In generale si osserva un’inversione di tendenza rispetto agli anni della pandemia – osserva Lorenzo Barisone, collaboratore scientifico della Città in ambito statistico –: oggi cresce il numero di abitanti nei quartieri più popolosi, mentre un paio d’anni fa era il contrario, aumentavano gli abitanti delle aree più discoste mentre i quartieri centrali si stavano spopolando». Valori positivi sono stati registrati infatti anche in Centro, a Breganzona, a Besso, a Loreto. Unica eccezione fra i ‘grandi’ è Cassarate, che ha visto una flessione del 2,3%.
Ma come si spiega quest’aumento così forte a Molino Nuovo in pochi anni? «Andrebbe fatta un’analisi più specifica – precisa Barisone –, ma abbiamo notato che da quando è stato realizzato il Campus Est Usi-Supsi a Viganello c’è stato un forte incremento di giovani, probabilmente studenti, e parallelamente di abitanti nelle aree più centrali». Ma non crescono solo i residenti nelle fasce d’età 10-19, 20-29 e 30-39. È stato registrato, nuovamente, un aumento anche in tutte le categorie sopra i 60 anni esclusa quella dei 70enni. Lugano si conferma dunque una città amata dai pensionati, sebbene il dato possa risultare influenzato dalla presenza di diverse strutture di accoglienza per la terza e quarta età. Stesso discorso vale per i decessi (704, invariati rispetto al 2023) che superano di gran lunga le nascite (426, in calo del 5,8%), portando a un saldo naturale negativo sempre più profondo. L’aumento demografico è dunque da ricondursi esclusivamente al saldo migratorio positivo, sebbene nel 2024 la differenza si sia ridotta: gli arrivi sono diminuiti del 4,5% mentre le partenze sono aumentate del 2,3%.
A tal proposito, la mobilità della popolazione rimane estremamente elevata, sia internamente – tra un quartiere e l’altro e all’interno dei quartieri stessi –, sia tra i vari comuni e a livello nazionale e internazionale. I dati nel dettaglio su questi aspetti non ci sono ancora tutti, ma di certo si sa che Lugano rimane una città estremamente multietnica. Sono 141 le nazionalità in totale. E sebbene ci siano state 419 naturalizzazioni nel corso del 2024 (+56,3% rispetto al 2023), la quota di svizzeri è leggermente diminuita: il 59,1%, ovvero 0,2% in meno di dodici mesi prima. Aumento sostenuto degli italiani, che si confermano largamente al primo posto fra gli stranieri: oltre 17’000 persone, il 24,9% in crescita dell’1,5%. Terzi portoghesi (1,5%, -4,5%), seguiti da tedeschi (1,4%, -0,4%) e ucraini (1,1%, +1,2%). Tutti sotto all’1% gli altri, con aumenti significativi di rumeni (+7,2%) e turchi (+6,6%) e cali importanti di russi (-8,6%), serbi (-5,9%), bosniaci (-5,7%) e kosovari (-5,6%).
Oltre alle macroinformazioni demografiche, la Città ha reso note anche le macrostatistiche in ambito economico. Le attività economiche registrate alla fine dell’anno sono state in totale 17’579, con una crescita dello 0,8%. Mentre generalmente il terziario è andato piuttosto bene, male primario e secondario, che in ogni caso rappresentano una minima parte del quadro economico. Diminuito infatti il numero di aziende in ambito costruzioni e ingegneria (-2,5%), industria manifatturiera (-1,1%), agricoltura, silvicoltura, allevamento e pesca (-3,4%) e soprattutto attività estrattive, energia, acqua e raccolta rifiuti (-4,4%). «La contrazione in questi ambiti è da ricondursi prevalentemente alla crisi economica dovuta alla guerra in Ucraina, e alle sue conseguenze: l’aumento dei costi delle materie prime e l’inflazione – spiega Barisone –. Pertanto ci sono state nel primario e nel secondario diverse acquisizioni e fusioni». Tra i settori che vanno meglio ci sono invece le attività culturali, quasi mille oramai e con una crescita del 2,7%, seguite da informatica e telecomunicazioni (+1,3%) e dal commercio al dettaglio (+1%).
«Quest’ultimo dato ritengo che sia di rilievo – osserva il sindaco Michele Foletti –, in quanto in controtendenza rispetto ad altre città ticinesi, come Bellinzona, Mendrisio e Chiasso. Negli ultimi anni abbiamo speso molte energie per sostenere il commercio locale attraverso iniziative, a cominciare dai LVGA. Non credo che sia l’unico motivo del risultato positivo, ma sicuramente ha influito». Per contro, il commercio all’ingrosso si è contratto (-3,3%), così come servizi assicurativi, amministrativi e legali (-1,3%), attività ricettive, ricreative e della ristorazione (-1,1%), architettura e design (-0,6%). Segno positivo invece per finanza (+0,2%) e sanità, assistenza sociale e settore farmaceutico (+0,7%). In crescita, come peraltro più o meno in tutta la Svizzera, il tasso di disoccupazione che è del 2%: gli iscritti all’Ufficio regionale di collocamento sono stati il 4,2% in più del 2023.
Non mancano le novità. Tra queste, la suddivisione per la prima volta della città nelle future nove costellazioni che dovrebbero essere la struttura di Lugano secondo il Piano direttore comunale. «I dati forniti dall’Ufficio di statistica sono stati importanti per stilare il Pdcom – precisa Foletti –. Sono un patrimonio molto importante, con grosse potenzialità, che nei prossimi mesi e anni verranno ulteriormente sviluppate integrando vari settori dei servizi comunali e sfruttando la digitalizzazione». A questo riguardo il sindaco ha detto che proprio oggi in Municipio è stato presentato un programma, con tanto di scadenze, di rilascio dei dati statistici in elaborazione che saranno accessibili a tutti. «In particolare a municipali e consiglieri comunali. Sebbene spesso si faccia politica più con la pancia che con la testa, si tratta di strumenti preziosi per effettuare scelte consapevoli».