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‘Giù le mani dal Tassino’: Besso Pulita! contro la ciclopista

L’associazione intende promuovere una petizione e la costituzione di un comitato a sostegno del parco contro il progetto. Valenzano Rossi: ‘Rivaluteremo’

Le modine campeggiano già da giorni nel parco
9 giugno 2023
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‘Giù le mani dal parco del Tassino’. Il nome non è ancora definitivo, ma le intenzioni ci sono tutte: creare un comitato trasversale a tutela della più grande e popolare area verde di Besso e lanciare una petizione contro il progetto del Municipio di allestire nel parco una pista ciclopedonale provvisoria. Progetto contro il quale sono già state depositate alcune opposizioni, da parte di associazioni (Pro Velo e Associazione traffico e ambiente, Ata) e privati della zona. Ora un tassello in più: la raccolta firme. A farsi promotore dell’iniziativa è Besso Pulita!, che intende riunire tutti gli oppositori per far fronte comune.

‘Vogliono sacrificare un pezzo di parco’

Quando lo sentiamo, il presidente dell’associazione è piuttosto arrabbiato. «Stanno buttando all’aria completamente – ci dice Ugo Cancelli –. È una ciclopista senza testa né coda, perché porta alla Stazione Ffs. E poi? Se si vuole scendere in centro bisogna comunque passare sotto al tunnel di Besso, che non è certo il massimo della comodità. Invece così si stravolge e si sacrifica un pezzo del Tassino, che è il fiore all’occhiello dell’area nonché l’unica parte ancora verde di Besso. È davvero sbagliato e peccato. Noi diciamo no».

Recinzioni e dislivelli

Il progetto, ricordiamo, intende collegare le vie Tassino e Basilea dotando il parco di un percorso ciclopedonale, che verrebbe recintato e ai cui estremi verrebbero posati dei cancelli di accesso, in quanto il parco di notte viene chiuso mentre la pista resterebbe accessibile sempre. Il tragitto, partendo da Sud, andrebbe dal secondo tornante della strada che sale dall’area per camper nella valle del Tassino. Immettendosi nel parco si congiungerebbe con un sentiero pedonale esistente e dopo aver terminato la salita ci sarebbe una discesa fino a via Basilea, con un ultimo tratto che costeggerebbe la ferrovia. I costi sono stimati sui 350’000 franchi e la domanda di costruzione è stata depositata dalla Divisione servizi urbani (Dsu).

‘Progetti così devono passare dal Consiglio comunale’

Nel parco campeggiano da giorni le modine. «Che sono posate nei pressi di piccole piante di recente piantate e che andranno sradicate» teme Cancelli, che vede meglio un’alternativa: «Attorno al parco ci sono già delle strade che arrivano alla via Basilea. I ciclisti potrebbero utilizzare quelle. Sono poche centinaia di metri in più da percorrere, è sufficiente posare la segnaletica». Ma un passo alla volta, prima comitato e petizione: «C’è tanto malcontento, la gente a Besso è stufa, il Municipio continua a proporci progetti provvisori che poi diventeranno definitivi. Con tutta l’opposizione che c’è a questa pista ciclopedonale sono sicuro che saremo in grado di raccogliere 10’000 firme. Questo non è solo un mal di pancia: vogliamo costituire un comitato strutturato per lottare, per dare un segnale forte. Altrimenti il Municipio continua a fare quello che vuole. Progetti come questi dovrebbero invece passare dal Consiglio comunale per poter essere esaminati dalle commissioni».

LA REPLICA

‘Capisco la reazione della popolazione’

E il malcontento espresso da Cancelli ha raggiunto anche Palazzo civico. «Onestamente capisco la reazione dei cittadini di Besso – replica la capodicastero Spazi urbani Karin Valenzano Rossi, da noi contattata –. Si sta chiedendo un grande sforzo di sopportazione alla popolazione. Proprio per questo negli anni abbiamo pensato a misure compensative, aree verdi provvisorie (come ad esempio il parco di via Lucerna, ndr). Ne abbiamo anche discusso durante l’ultima seduta dell’esecutivo e siamo concordi sul fatto che valga la pena fare una rivalutazione con i servizi sull’effettiva opportunità di realizzare la ciclopista lì o se cercare un’alternativa».

Rallentamenti al cantiere StazLu

Il tema però era già passato in Municipio. Che cosa vi ha fatto cambiare idea? Il malcontento emerso in queste settimane? «Non solo. Intanto le dimensioni della pista, seguendo le indicazioni di Confederazione e Cantone, si sono rivelate piuttosto grosse. Avevamo scelto questo tracciato per ragioni di costi e di impatto sul territorio. Ma ci siamo resi conto che incide ancora tanto. Personalmente, condivido le sensibilità sulla mobilità lenta, ma forse non a scapito di un’area verde. Alcuni giorni fa inoltre abbiamo avuto un ulteriore incontro per fare il punto sui lavori dello StazLu (che stanno ridisegnando il volto del comparto della Stazione Ffs, ndr). Il cantiere procede bene, ma purtroppo ci sono dei rallentamenti e le tempistiche più ottimistiche probabilmente non verranno rispettate». Rallentamenti soprattutto amministrativi, legati «ai Piani regolatori. Siamo in attesa di un riscontro cantonale, che ci attendevamo già per la fine del 2022...».

L’alternativa? Meglio su strada

Insomma, un insieme di elementi che porterà a una riflessione. Ma quali potrebbero essere le alternative? «Quella di cui parla Cancelli la condivido, ricordiamo che stiamo parlando di una soluzione provvisoria nell’attesa che venga realizzato l’anello di circonvallazione (un tunnel tra la Genzana di Massagno e il piazzale di Besso e un passaggio a cielo aperto tra l’hotel Montarina e Loreto, ndr), sul quale si realizzerà la pista ciclabile definitiva». E la proposta di Pro Velo invece, che chiede un tragitto quasi integralmente costeggiando la ferrovia, poco sopra la via Maraini? «Considerata anche la provvisorietà dell’opera, in termini di costi e fattibilità tecnica è sconsigliabile».

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