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Lugano, trenta alberi abbattuti. Tra le cause, la siccità

Verrà tagliata (e sostituita), per ragioni di sicurezza, una delle due sequoie che svettano all'ingresso principale dell'Università.

Le due sequoie che svettano presso l’ingresso principale dell’università
(AR)
3 giugno 2023
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Verrà abbattuta la sequoia sempervirens che si trova presso l’ingresso principale dell’Università della Svizzera italiana. La chioma della pianta, da diversi mesi, appare secca. L’impressione è confermata: è morta la conifera originaria della California, come ci confermano dai Servizi urbani della Città di Lugano, che la monitorano da tempo. Ormai non c’è più nulla da fare per salvarla. Come altre conifere presenti in città, ha sofferto parecchio la siccità e l’aria troppo secca dei primi mesi di quest’anno. E, come successo a un’altra trentina di piante, in territorio di Lugano, non ci sono alternative all’abbattimento.

La ‘sorella’ è invece in buona salute

Un esemplare della stessa specie, a una ventina di metri di stanza, è invece in buona salute. È strano che la ‘sorella’ non sia riuscita a sopravvivere. Una recente ricerca ha dimostrato che la maggior parte degli alberi sopporta bene una singola e breve fase di calore, mentre ondate di caldo lunghe e ripetute sono critiche per alcune specie. Il problema tocca principalmente le foreste come emerge da uno studio realizzato in collaborazione con l’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (Wsl), ma riguarda anche le piante che vivono in un contesto urbano.

Dipende anche dal terreno

In questo caso, dipende dal terreno, ci spiega uno degli operai del Dicastero servizi urbani (Dsu), che incontriamo sul posto. Purtroppo, bisogna eliminarla per ragioni di sicurezza. «Un albero deperito rappresenta un pericolo per la fruizione dell’area circostante. Nei tessuti morti si avvia il processo di decomposizione e ciò porta alla riduzione delle capacità meccaniche del legno di sostenere il proprio peso. Ciò può causare la caduta di rami e la rottura delle radici con conseguente pericolo di sradicamento dell’intero albero», chiarisce l’operaio. E la Città vuole evitare che capiti un caso simile a quello del 2016, quando nel parco di Lambertenghi, la caduta di un tiglio, a causa delle radici marcite, provocò il ferimento di una donna.

Verrà smontato pezzo per pezzo

Non sarà un’operazione semplice: dall’ampiezza del tronco, l’albero appare più vecchio della trentina di anni che invece ha. Per evitare che il taglio disturbi gli studenti, la Città sta valutando, assieme all’università, il momento più idoneo. Come procederete per l’abbattimento? «L’albero sarà “smontato” sul posto. Gli operatori caleranno pezzo per pezzo la chioma, in modo da non danneggiare l’arredo e la vegetazione circostante», ci informa Karin Valenzano Rossi, titolare del Dicastero servizi urbani della Città, con la quale facciamo il punto su un argomento, sul quale la popolazione è molto sensibile.

La pianta verrà sostituita

Ricevete proteste a causa di uno o più abbattimenti? «L’abbattimento di un albero è un evento che in contesto urbano scatena sempre forti emozioni nei fruitori abituali della zona – risponde Karin Valenzano Rossi –. La reazione dipende dalla tipologia di alberi (come le dimensioni e la specie), dal contesto in cui sono inseriti (parco, strada, giardino ecc.) e dal motivo dell’abbattimento. Nel caso di un deperimento per fattori naturali, come verosimile in questo caso, dove la pericolosità è palese e vi è la garanzia che l’albero sarà sostituito, l’accettazione per l’intervento è sicuramente maggiore rispetto ad esempio ai tagli dettati dalla necessità di realizzare nuove infrastrutture o edifici. Un’accurata informazione della popolazione sulle necessità degli interventi nella maggior parte dei casi permette di evitare grosse polemiche».

Monitoraggio affidato a periti esterni

Come avviene il monitoraggio e quante sono le piante che avete sotto osservazione? «La Città dispone di un catasto informatizzato delle alberature. Il patrimonio arboreo della Città di Lugano è composto da circa 10’700 alberi distribuiti su tutto il territorio. Gli alberi sono monitorati periodicamente da periti esterni, in funzione del grado di propensione al cedimento: un albero che presenta difetti che possono incidere sulla stabilità viene controllato più spesso rispetto a un altro senza difetti», spiega Valenzano Rossi. Quando un esemplare viene abbattuto, procedete sempre a sostituirlo con un altro della stessa specie? Quali sono i criteri di scelta? «La scelta della specie di albero viene fatta in funzione del contesto (spazio aereo e ipogeo), dall’intensità e del tipo di fruizione della zona circostante (parco, strada, sentiero, giardino ecc) e dalla rusticità della specie: in contesto urbano le condizioni per le alberature sono spesso estreme. Perciò, nella scelta ci si orienta verso specie meno esigenti e più resistenti ai vari fattori di stress (siccità, temperature elevate, fitopatologie, sollecitazioni meccaniche), anche in vista delle future condizioni ambientali dettate dai mutamenti climatici in atto».

L’ultima ratio, la motosega

Quali sono le condizioni che invece vi impongono il taglio di una pianta? «Il taglio degli alberi viene eseguito unicamente nel caso in cui non vi siano interventi alternativi possibili (come potature, ancoraggi) su esemplari a elevato rischio di cedimento, ovvero con evidenti problemi di stabilità e che quindi rappresentano un pericolo per la fruizione dell’area circostante. Gli alberi sono controllati da periti esterni. Per ogni controllo, viene allestita una perizia, che viene integrata nel catasto informatizzato», conferma la titolare del Dsu.

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