Luganese

Villa del 1914, la Stan si oppone alla demolizione

La costruzione è pregiata, ma la società proprietaria del sedime, al suo posto, intende edificare una palazzina residenziale

Un’immagine della villa del 1914
(A.R.)
24 maggio 2023
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Non si deve demolire lo stabile di via Maderno 21, per consentire l'edificazione di una nuova palazzina residenziale. Ne è convinta la Società per l'arte e la natura (Stan), che ha interposto opposizione alla Città di Lugano. La domanda di costruzione è stata pubblicata all'albo comunale fino al 23 maggio. La Stan sottolinea il pregio della costruzione esistente, una villa edificata nel 1914-1915, per la quale ha proposto l'inserimento nel novero dei beni culturali protetti, nonché lo spiccato valore per il quartiere dell’ampio giardino con alberi d’alto fusto, che nel contempo rappresenta un’area di rispetto verso la chiesa del Sacro Cuore.

Richiamato il Piano direttore

Per giustificare giuridicamente la limitazione delle possibilità di edificazione sul sedime, la Stan invoca "la vetustà del Piano regolatore di Lugano (che risale al 1984), la sua non conformità con il diritto superiore per la modifica negli scorsi anni e decenni di importanti leggi federali e cantonali (la Legge sulla pianificazione del territorio, quella sullo sviluppo territoriale e il Piano direttore cantonale), il tendenziale esubero delle unità insediative inserite a Pr rispetto alla situazione attuale e alle necessità di sviluppo future come prescritte dal Piano direttore".

In particolare, come mette in evidenza la Stan, la scheda R6 del Piano direttore indica che "le zone edificabili comunali devono essere dimensionate secondo gli obiettivi di sviluppo all’orizzonte di 15 anni, che la priorità di intervento nella mobilitazione delle riserve va posta nei luoghi strategici e che ‘la riduzione delle potenzialità edificatorie va perseguita (...) nei luoghi sensibili, dove le potenzialità edificatorie concesse sollevano problemi d’inserimento paesaggistico’ (come nei pressi di nuclei, di beni culturali, lungo le rive dei laghi)”.

Scelte non scientificamente fondate

La società che ha interposto opposizione, ribadisce inoltre ciò che aveva già chiesto nelle sue recenti osservazioni alla variante beni culturali 2 presentata dal Municipio di Lugano, "ovvero che quest’ultima dovrebbe essere arricchita con gli oggetti meritevoli di protezione, anziché rimandare l’esame di ulteriori oggetti da mettere sotto protezione a una futura variante beni culturali 3, che rischia di arrivare tardivamente". Sempre secondo la Stan, la proposta di seconda variante di Pr di proteggere una trentina di oggetti, è troppo riduttiva e non è esaustiva; inoltre le scelte non sono trasparenti e non sembrano essere state fatte in modo scientificamente fondato, partendo da un esame a tappeto dei manufatti che per caratteristiche architettoniche/artistiche e storiche potrebbero essere per una tutela (basandosi per esempio sul censimento dei beni compilato dall’Ufficio dei beni culturali)".

Venne costruita per Francesco Ghioldi

La casa di via Maderno 21 fu costruita nel 1914-15 per Francesco Ghioldi, responsabile di una fiorente attività nel commercio di generi alimentari in città, ricorda la Stan: "Non si trattava di una tipica villa a uso esclusivamente residenziale, ma coniugava la funzione residenziale (al primo piano) con la funzione di deposito di generi alimentari e di amministrazione della ditta (nel sotterraneo e al piano terreno). La casa ha non di meno un fine apparato decorativo e la proprietà è delimitata da una splendida cancellata liberty. La costruzione dell’edificio fu portata a termine come detto dall’architetto Ezio Somazzi, che aveva uno studio d’architettura a Milano e che rientrò a Lugano per realizzare i progetti del fratello prematuramente scomparso e per prendere in mano l’impresa di famiglia".

‘La Città ha un debito’

La Stan continua inoltre la rievocazione del passato: "Nella crisi che fece seguito alla guerra decise poi di liquidare quest’ultima, che aveva sede all’inizio di via Stelvio (l’attuale via Maderno), costruendo su quel sito le belle case d’affitto ancora esistenti di via Maderno 1, 3 e 5. Alla sua morte nel 1934, Ezio Somazzi lasciò gran parte dei suoi beni (comprese le case di via Maderno appena menzionate) alla Città di Lugano", affinché l'autorità cittadina "istituisse la ‘borsa Fratelli architetti Paolito ed Ezio Somazzi’, tuttora esistente, che eroga assegni di studio a favore di studenti di architettura di condizioni economiche disagiate. Anche solo per questo la Città ha un debito nei confronti degli architetti Somazzi, che appare inconciliabile con il lasciare demolire tutte le loro opere per attuare speculazioni edilizie come quella prevista in via Maderno 21".

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