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La comunità cripto trova casa in centro città

L’Hub s’insedierà nell’edificio che ospitava il Sayuri e una banca, tra via Motta e Contrada Sassello. Lunedì discussione generale in Consiglio comunale

L’ingresso lungo Contrada Sassello (a sin.), l’entrata su via Motta (a destra)
4 febbraio 2023
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Dalle parole ai fatti. La comunità cripto di Lugano ha trovato casa in centro città. Di più. Si è comprata una palazzina da una banca, tra via Motta e Contrada Sassello. Non c’è ancora l’ufficializzazione, ma la conferma giunge dalla gerenza del ristorante Sayuri, chiuso dallo scorso 15 gennaio, dopo aver raggiunto un accordo con la ‘vecchia’ proprietà, che ha ceduto lo stabile ai nuovi proprietari (privati) rappresentati dalla Patio Lugano Sa.

Il Plan ₿ cambia marcia

Diventerà così realtà il cosiddetto Hub del Plan B, che era stato presentato come uno dei tasselli del protocollo d’intesa tra Tether e la Città al quale si è aggiunto l’accordo siglato da Lugano, con Usi, Supsi e Franklin University, per accelerare l’utilizzo della tecnologia blockchain e sfruttarla come base per trasformare processi e servizi a favore della collettività. Secondo nostre informazioni, nei locali che utilizzava la Banca intermobiliare di investimenti e gestioni Sa troverebbero posto gli uffici, nell’ex esercizio pubblico, invece, spazi per il tempo libero, forse una palestra e/o una sala fitness.

Luogo fisico per attirare Start-Up

A pochi giorni della discussione generale che andrà in scena nella prossima seduta di Consiglio comunale di Lugano, lunedì sera, si è dunque concretizzata l’idea di creare un Hub specializzato per ospitare aziende e start-up, facilitandone l’insediamento e la conduzione delle attività quotidiane. Una sorta di ‘casa’ delle criptovalute o, meglio, per la comunità cripto, annunciata dal sindaco di Lugano Michele Foletti, per fungere da catalizzatore per tutto ciò che ruota attorno alle blockchain. In vista della discussione generale, emerge però un fatto nuovo che potrebbe alimentare dubbi e perplessità nel prossimo dibattito sull’iniziativa del Municipio.

Il Canada dice no a Tether

Nel frattempo, dall’altra parte dell’oceano, i governi stringono le viti attorno a Tether. Come conseguenza, a partire dallo scorso 31 gennaio uno dei più importanti exchange del mondo (piattaforme dove si realizza la compravendita di criptovalute e simili) non permetterà più ai cittadini canadesi di comprare o vendere Usdt, la stablecoin di Tether. Una stablecoin è una criptovaluta il cui valore è teoricamente ancorato a quello di una valuta reale, ad esempio il dollaro americano. Cripto.com, la piattaforma in questione, lo ha annunciato ai suoi utenti a inizio gennaio, invitandoli con urgenza a prendere i dovuti provvedimenti, scambiando Usdt con un’altra valuta o trasferendo i propri averi su un’altra piattaforma.

Stablecoin come valore mobiliare

All’origine di questa scelta vi è la volontà dell’exchange di conformarsi alle istruzioni della Ontario Securities Commission (Osc). Le autorità canadesi infatti, vedrebbero le stablecoin come un valore mobiliare, ponendolo dunque sotto una legislazione molto più esigente. Secondo quanto riportato da diversi portali del settore, non sembra esserci grande preoccupazione in casa Tether, che avrebbe dichiarato che "il Canada non è un mercato chiave per Tether" e che la filosofia dell’azienda sarebbe quella di "fornire un percorso di libertà finanziaria ai mercati emergenti, ponendo enfasi sull’educazione".

Il rischio? Tanto fumo poco arrosto

La discussione generale in Consiglio comunale, che è stata votata di stretta misura nell’ultima seduta di Consiglio comunale di Lugano dell’anno scorso (23 voti favorevoli, 22 contrari), potrebbe essere un’occasione per diffondere informazioni alla cittadinanza sulla tecnologia blockchain. Tuttavia, gli interventi attesi rischiano di generare parecchia confusione su un tema ostico. Difficile che si possano chiarire le legittime perplessità e dubbi già veicolati attraverso alcuni atti parlamentari, ai quali il Municipio ha peraltro già risposto. Di sicuro, prenderanno la parola i capigruppo. Poi, verranno chieste spiegazioni all’esecutivo in merito al mezzo milione di franchi, voce di spesa inserita nel Preventivo 2023 (votato dal legislativo nel dicembre scorso), destinato allo sviluppo economico. Il consigliere comunale socialista Raoul Ghisletta, in un recente scritto inviato ai media, sostiene che questi soldi verranno destinati in gran parte al Plan B, con il pericolo, per la Città, di legare il suo nome "alla promozione di questa finanza da far west". Una finanza che presta il fianco "a ogni tipo di illecito, dalla truffa al riciclaggio di soldi sporchi di ogni provenienza".

Foletti: ‘Non interverrò, a meno che...’

Dal canto suo, Michele Foletti è intenzionato a non intervenire lunedì sera, a meno che «dal dibattito non emergano informazioni sbagliate». Da anni, l’esecutivo di Lugano ha schiacciato l’acceleratore sulla digitalizzazione e sull’innovazione tecnologica. L’ambizione di diventare una città cripto-friendly ha soprattutto avuto il merito di veicolare il nome della città in tutto il mondo, traducendosi in una campagna di marketing territoriale a costo zero. «Il presunto esborso di mezzo milione a favore del Plan B, spesa inserita nel Preventivo 2023 già votato dal Consiglio comunale, servirà anche per fare marketing territoriale, ma è soprattutto un investimento voluto per attirare imprese e cittadini a Lugano – precisa il sindaco Foletti –. Solo una parte di questi soldi verrà utilizzata per migliorare il sistema MyLuga e per coprire le spese legate alla serata pubblica organizzata per spiegare le tecniche di utilizzo ai commercianti della città. Non sono soldi che verranno spesi per comprare l’Hub. Peraltro, abbiamo già dato le stesse spiegazioni alla Commissione della gestione che ci ha posto la medesima domanda nell’ambito dell’esame del Preventivo 2023. Quest’anno abbiamo a disposizione mezzo milione di franchi, per trasformare Lugano, grazie alla creazione di ambienti adatti, nella capitale europea della blockchain, cioè, in parole povere, della tecnologia per gestire in modo sicuro le monete virtuali».

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