laR+ Luganese

‘La sicurezza per i pedoni in Val Colla non è garantita’

Introduzione di zone 30 e strisce pedonali: alcune delle richieste all’autorità. Karin Valenzano Rossi: ‘Mancano elementi per giustificare le misure’

‘Mancano misure di moderazione del traffico adeguate’
(Ti-Press)
15 febbraio 2023
|

«Purtroppo nella nostra valle la sicurezza dei pedoni non è garantita. Chiediamo al Comune e al Cantone di intervenire affinché anche in Val Colla siano inserite misure concrete per la salvaguardia degli utenti della strada». L’appello arriva da Alberto Rossini, già vicesindaco di Valcolla, che già da diversi anni sta cercando di sensibilizzare le autorità competenti affinché nell’amata valle siano attuate misure di moderazione del traffico. A cominciare dall’introduzione di zone 30, ma anche dalla collocazione di nuove strisce pedonali o delle ben note cunette rialzate sul manto stradale. «Considerate le direttive a livello nazionale, riteniamo che ci siano tutte le premesse per garantire la sicurezza dovuta a chi ci abita».

‘Il problema riguarda i villaggi attraversati dalla cantonale’

«Il problema principale riguarda i villaggi che sono attraversati dalla strada cantonale» osserva Rossini. Quindi Bogno, Colla, Cozzo, Insone, Maglio di Colla, Molino, Piandera alta, Scareglia e Signôra, mentre sono esclusi Certara, Cimadera, Curtina e Piandera bassa. «In questi villaggi la carreggiata stradale, con poche eccezioni, non permette l’incrocio di due auto e purtroppo non esistono nemmeno marciapiedi su nessun lato della strada. Si tratta di una situazione che richiede assolutamente interventi a breve termine al fine di garantire un minimo di sicurezza, a tutela di tutti gli utenti della strada: dagli anziani ai bambini, sul tragitto fino alle fermate dell’autobus o fino ai parcheggi». Interventi che Rossini ritiene indispensabili in particolare in due stagioni dell’anno: l’inverno e l’estate. Per quanto riguarda quest’ultima, vi è un traffico molto maggiore di veicoli, dovuto a turisti di giornata nonché a possessori di case secondarie. In inverno invece «lungo tutti i cigli di strada all’interno dei villaggi viene ammucchiata la neve, fatto che rende ulteriormente difficile qualsiasi spostamento a piedi e ostacola la sicurezza dei pedoni. Uno stato di cose aggravato dalla totale mancanza di illuminazione pubblica in alcuni luoghi residenziali».

Richieste già formulate al Municipio

Per risolvere questa situazione, un gruppo di abitanti della valle guidati da Rossini chiede dunque l’implementazione di quattro misure specifiche: l’introduzione della velocità massima di 30 chilometri all’ora all’interno degli abitati citati, strisce pedonali nei punti d’attraversamento vitali come ad esempio nei pressi di fermate dell’autobus o di cimiteri, cunette apposite per la riduzione della velocità nei punti pericolosi da stabilire, il completamento dell’illuminazione pubblica lungo la strada cantonale dall’inizio alla fine dei villaggi e vicino ai posteggi. Richieste che sono già state portate all’attenzione delle autorità, in particolare dell’ente pubblico più prossimo: la Città. Da ultimo, durante l’ultima assemblea di quartiere a novembre 2022, quando erano presenti le municipali Cristina Zanini Barzaghi (Ps) e Karin Valenzano Rossi (Plr).

‘Ci sono zone della città dove la recessione del limite è molto più urgente’

Proprio a quest’ultima, in quanto capodicastero Sicurezza e spazi urbani, abbiamo girato la questione. «Non è prevista l’introduzione dei 30 all’ora in Val Colla. Anche perché è strada cantonale ed è molto raro che il Cantone acconsenta a introdurre questa limitazione sulle loro tratte. A prescindere da questo, non ci sono elementi particolari per giustificare la riduzione del limite di velocità. È vero, ci sono alcuni momenti come l’estate durante i quali le tratte sono più sollecitate, ma sono situazioni puntuali. In termini generali, ci sono zone della città dove la recessione del limite di velocità è molto più urgente». Valenzano Rossi spiega che a tal proposito è in preparazione un messaggio municipale, la cui pubblicazione è imminente. «Presenteremo le risultanze degli approfondimenti e degli studi effettuati in questi ultimi anni che ci permetteranno di capire dove inserire queste zone. Alcune di queste sono state introdotte a titolo provvisorio – sottolinea –. Preciso comunque che queste sperimentazioni sono state condotte nell’agglomerato urbano e non su arterie di collegamento, né strade cantonali».

Rossini: ‘Facciamo come in Malcantone’

Spiegazioni che, tuttavia, non accontentano Rossini. Il nostro interlocutore ribadisce che «nei villaggi del Malcantone e di altre vallate che sono attraversate dalla strada cantonale e che non permettono l’incrocio di due auto e che sono senza marciapiedi, sono state adottate misure di moderazione del traffico con zone 30 per tutelare la sicurezza dei pedoni. Sono deluso che la nostra Città non faccia altrettanto».

‘Percezione soggettiva’

La Val Colla e chi fra i suoi abitanti solleva la questione, rischia dunque di restare a bocca asciutta. Anche per quanto riguarda nuove strisce pedonali. «Capisco il tema dal punto di vista della percezione soggettiva, ma se non sono dati i requisiti, noi non possiamo muoverci – replica la municipale –. Per poter realizzare gli attraversamenti devono esserci dei requisiti come ad esempio quelli inerenti al numero di passaggi, che nel caso di Val Colla non sono adempiuti. Su questo tema comunque si possono rifare delle verifiche, che facciamo regolarmente soprattutto a seguito di segnalazioni. E intanto, mi sento di invitare gli utenti della strada ad adeguare la velocità nei nuclei, che per loro stessa conformazione non permettono di guidare troppo velocemente».

L’ATA

‘I trasporti pubblici non sono rallentati dal limite’

Il tema delle zone 30 è di grande attualità non solo a Lugano ma in tutto il cantone e in generale in tutto il Paese. Tra i protagonisti del dibattito, l’Associazione traffico e ambiente (Ata), che in una recente nota ha messo in evidenza che i trasporti pubblici non sono rallentati da questa misura. Questo in particolare nei contesti urbani, in quanto autobus e tram viaggiano già generalmente a velocità contenute. Lo studio commissionato alla Metron Verkehrsplanung Ag mostra che in generale il limite "ha degli effetti sui tempi di percorrenza dei trasporti pubblici, ma si tratta di un effetto ridotto che può essere minimizzato o evitato con misure adeguate". Per i bus in particolare si può ipotizzare un aumento dei tempi di percorrenza di 15 secondi per chilometro. Al contempo però i trasporti pubblici beneficiano della fluidificazione del traffico che si riscontra passando da 50 a 30 km/h". Secondo Ruedi Blumer, presidente nazionale di Ata, quest’aumento del tempo di percorrenza è "irrisorio" e "non rappresenta alcun problema, a condizione che siano adeguati gli orari e che siano garantite le coincidenze". Misure compensative potrebbero essere corsie preferenziali, semafori con precedenze ai trasporti pubblici o un’adeguata progettazione delle fermate.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔