Luganese

Da Astano una mano tesa ai migranti minorenni ucraini

Presentato ai residenti del paese il progetto che prevede di ospitare all’ex albergo una trentina di persone in fuga dalla guerra

Gli esterni di Casa Astano
(Ti-Press/Elia Bianchi)
2 novembre 2022
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«Vogliamo aiutare e tendere la mano a chi ne ha bisogno, sono persone che cercano un tetto, perché non hanno più una casa. È questo il filo conduttore di tutto ciò che faremo». Ha cominciato così il suo intervento, il presidente dell’associazione Casa Astano ed ex sindaco di Lugano Giorgio Giudici, stasera all’ex albergo del Comune malcantonese, alla presentazione del progetto che mira a ospitare una trentina di migranti. Si parla di una decina di minorenni, accompagnati, nell’ex struttura turistica del paese. Un paese che attende bambini e adolescenti, con la loro mamma affidataria, in fuga dalla guerra in Ucraina. Non si sa ancora quando e se arriveranno. Il progetto, la settimana prossima, dovrebbe ricevere il via libera dalla Segreteria di Stato della migrazione e dalle autorità cantonali. Poi, le carte in regola ci saranno tutte. Intanto, lo scorso 13 settembre, dopo i necessari sopralluoghi e i lavori di ristrutturazione dell’immobile, la struttura alberghiera ha ottenuto l’abitabilità.

Una cinquantina di persone alla serata

Il progetto pare abbia suscitato l’interesse e sentimenti positivi da parte della popolazione presente, a giudicare dalla massiccia presenza alla serata, almeno una cinquantina le persone convenute, e dalle domande poste agli altri relatori che fanno parte del comitato e che hanno fornito risposte. Luisella Demartini ha spiegato che inizialmente verrà sfruttato solo l’ex albergo, poi si valuterà l’eventuale utilizzo dell’ostello. Myriam Caranzano, per una trentina di anni alla guida della Fondazione della Svizzera italiana per l’aiuto, il sostegno e la protezione dell’infanzia (Aspi) ha invece annunciato che una data definiva di arrivo degli ospiti non c’è ancora (anche perché come detto manca il via libera definito delle autorità). In ogni caso, quando i minorenni arriveranno, saranno sottoposti a una valutazione per un eventuale presa a carico: «Sono bambini già sotto la tutela di una famiglia affidataria in Ucraina, ma hanno dei bisogni psico-sociali da soddisfare».

Obiettivo: facilitare l’integrazione

Le ha fatto eco il direttore dell’istituto, l’ex docente di scuola Media (a Bedigliora) Gideon Bough: «Lavoreremo per facilitare l’integrazione degli ospiti. Sono sicuro che ci riusciremo: il Ticino ha un animo generoso». Al centro delle preoccupazioni dell’associazione Casa Astano ci sono l’accoglienza, il sostegno e l’aiuto ai minori e ai loro accompagnatori in fuga dalle città e dai villaggi bombardati. La necessità di mettere a disposizione una struttura di accoglienza è emersa con lo scoppio della guerra in Ucraina, che sta provocando devastanti conseguenze e distruzioni. Una guerra che colpisce in particolare donne, bambini e intere istituzioni destinate a minorenni. L’idea di offrire un alloggio sicuro ai minori, accompagnati da almeno un adulto, risale proprio allo scorso febbraio, quando quattro fondazioni (Azione Posti Liberi, SOS Infanzia, Angeli di L.U.C.A. e Casa Veritas) decisero di unire le forze nell’associazione Casa Astano, che ha sede a Lugano, per facilitare i contatti con le autorità e con ogni entità pubblica o privata interessata a sostenere e a contribuire all’iniziativa, anche finanziariamente.

C’è l’impegno di professioni specializzati

Il Comitato dell’associazione, è stato spiegato, si avvale dell’impegno di professionisti specializzati, pronti ad assicurare l’assistenza sanitaria, educativa e sociale. Un impegno che metterà a frutto anche le esperienze maturate in altre istituzioni, che stanno ospitando da mesi comunità di minorenni ucraini nei cantoni di Berna, Vaud e Appenzello. Oltre alla presentazione del progetto, stasera, i relatori hanno chiesto il sostegno della popolazione del villaggio malcantonese. Sì, perché, presto dovrebbero arrivare ad abitare ad Astano una decina di minorenni accompagnati, che dovranno, anzitutto, imparare l’italiano, poi anche frequentare la scuola. In altre parole, dovranno poter integrarsi nella comunità e apprendere gli usi e costumi locali. La struttura sarà aperta alla popolazione, che è stata esplicitamente invitata a collaborare, ognuno secondo le proprie sensibilità.

L‘appello: ’Contiamo su di voi’

«Contiamo sulla vostra solidarietà», ha detto il direttore del centro, rivolgendosi ai presenti. Una solidarietà per la quale pare già esserci disponibilità. È stata comunque ribadita la richiesta alla popolazione interessata a farsi avanti, per contribuire volontariamente all’iniziativa. Sin dall’inizio, nel febbraio scorso, i proprietari dell’ex ostello e all’ex Albergo Astano, struttura chiusa definitivamente 5 o 6 anni fa, si sono detti d’accordo. Non solo. Hanno messo a disposizione gratuitamente la struttura, per un anno. Anche il confinante ostello della gioventù è stato convenientemente attrezzato e messo a disposizione a un canone di locazione ridotto. Pure la Gerenza di Astano, condotta da Tiziana Cappelli (il Comune non ha un Municipio), nel corso dell’estate, ha rilasciato la licenza edilizia. L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio della Fondazione Aspi. Nel comitato, oltre al presidente e ai relatori della serata, figurano Paola Garzoni, Irina Lysenko e Sergio Carloni. L’avvocato e notaio Paolo Bernasconi, già procuratore generale, è invece il legale rappresentante dell’associazione.

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