Luganese

Lugano, il Molino e ‘le radici che spaccano il cemento’

L‘assemblea non vuole ‘dialogare con personaggi politici che han fatto della bugia sfacciata e consapevole il proprio credo politico’

Nella foto, giovani e non sul luogo dello sgombero e della demolizione di una parte dell’ex Macello
(Ti-Press/Archivio)
20 ottobre 2022
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Il Molino vive, continua a esistere, nonostante tutto. Lo ha ribadito, nero su bianco, il testo diramato dall’assemblea, recentemente riunitasi nell’ambito dell’occupazione di un parco cittadino, sabato scorso. Un’occupazione durata tutto il giorno, durante la quale ci sono state bancarelle, concerti e degustazioni fino a notte inoltrata. Nel comunicato, l’assemblea tiene a precisare che i partecipanti non sono interessati a "entrare troppo nel merito di pratiche autogestite, cogestite o quant’altro, che chiunque può declinare e intraprendere per proprio conto e come meglio crede. Tanto meno abbiamo mai inteso il nostro modo di autogestirci come il migliore o unico possibile. Oggi, ancora più di prima, riteniamo infatti che non una, ma dieci, mille pratiche di autogestione possano e debbano nascere in una città e in un mondo sempre più alle prese con i danni provocati dalla gestione neoliberista del pensiero unico occidentale, patriarcale e capitalista". I partecipanti all’assemblea si paragonano alle "radici – di rovo e di gramigna – le spore e i fitoplancton, i semi che mai si stancheranno di germogliare in questa giungla di cemento e bitcoin".

‘Non si barattano 20 anni di Csoa’

Gli autonomi fanno sapere che, a loro, non "importa essere definite persone brutte e cattive, se questo significa non essere disposte e disponibili a dialogare con dei personaggi politici che han fatto della bugia sfacciata e consapevole il proprio credo politico. Ci permettiamo però di segnalare l’opportunità politica-strategica sulle scelte di mediazione, di accordo o di semplice fruizione con le stesse istituzioni responsabili di sgomberi, infamia, violenza e razzismo. Le stesse autorità che ancora non hanno risposto e che ancora non hanno pagato per i fatti avvenuti il 29 maggio del 2021". Allo stesso modo, rimandano al mittente il "baratto di oltre vent’anni di Csoa il Molino con qualche seratina al Foce (a prezzi imbarazzanti e con tanto di sicurezza privata), copiando ed estraendo la vitalità di iniziative di un centro sociale". Puntano il dito contro "chi mostra eccessiva ingenuità rispetto all’evidente volontà del Municipio di Lugano di speculare e di cavalcare le varie scelte intraprese e di creare una divisione tra buoni e cattivi, tra chi dialoga e chi no, tra chi condivide un tavolo e chi lo rifiuta, tra chi ci mette la faccia e chi preferisce coprirla con un passamontagna".

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