Luganese

Aeroporto, Plr e Udc non firmano. Sindacati amareggiati

In Consiglio comunale a Lugano solo parziale il sostegno al credito di 430'000 franchi e al piano sociale da mezzo milione.

Una parte dei dipendenti dell'aeroporto lasciati a casa nell'incontro di maggio con il sindaco Marco Borradori (Ti-Press)
29 settembre 2020
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«Provo una grandissima delusione. Abbiamo incontrato la commissione della Gestione e discusso con il Municipio di Lugano. Sembrava che ci fosse la volontà di aumentare il credito per finanziare il piano sociale a favore del personale di Lugano Airport Sa (Lasa) rimasto senza lavoro. Alla fine però è andato in scena il giochetto dello scaricabarile e a subirne le conseguenze saranno i dipendenti». Commenta così Lorenzo Jelmini, sindacalista Ocst, l'esito della trattativa. «Resta una grossa amarezza, avevamo formulato diverse proposte ma la politica cittadina non si è spostata di una virgola rispetto alla quota iniziale indicata dal Municipio, ossia mezzo milione di franchi. Le disponibilità al dialogo mostrata inizialmente, progressivamente è venuta meno e la Città investirà di più sul progetto di transizione verso la gestione privata dell'aeroporto (un credito d'investimento di 430'000 franchi per l'acquisto da Lasa della sostanza fissa operativa necessaria alla Città per la gestione della struttura aeroportuale, credito destinato ad aumentare, ndr) che non per le legittime richieste delle famiglie dei dipendenti licenziati» gli fa eco Giangiorgio Gargantini di Unia.

Per un piano sociale degno di questo nome

«Eppure, di fatto, non abbiamo chiesto la luna, né una montagna di soldi da distribuire a tutti. Una delle proposte evocava un credito quadro, quindi nel caso in cui tutti o una buona parte dei lavoratori avessero trovato un altro impiego, non avrebbero ricevuto nulla e i soldi pubblici non sarebbero stati spesi», ricorda Jelmini. Quanto al numero dei lavoratori rimasti senza impiego, «ci sono situazioni differenziate: alcuni hanno trovato un'altra occupazione ma a peggiori condizioni salariali e contrattuali, addirittura a tempo parziale o a tempo determinato. La Città di Lugano non ha fatto una bella figura in questa vicenda», rincara il sindacalista Ocst. Sul numero dei dipendenti lasciati a casa, il segretario cantonale di Unia parla anche di «cifre che meriterebbero di essere confrontate e approfondite caso per caso». Gargantini poi lancia un appello alla politica luganese «affinché con un gesto di orgoglio lunedì sera riesca a proporre un piano sociale degno di questo nome, perché quello messo ai voti non può ritenersi tale e che sia in linea con quanto solitamente è stato fatto in passato in situazioni simili».

'Sullo scalo vogliamo voltare pagina'

«Il rapporto favorevole è stato sottoscritto dalla maggioranza della Gestione (Lega, Ppd e Ps), meno i rappresentanti del Plr e dell'Udc - spiega Lorenzo Beretta Piccoli (Ppd), relatore e presidente della commissione -. È un rapporto snello e sintetico, senza considerazioni politiche. È il momento di voltare pagina, ormai Lasa è stata liquidata e abbiamo voluto che i dipendenti rimasti a casa potessero ricevere soldi in tempi relativamente brevi». La Gestione ha pure firmato preavvisi favorevoli ai crediti di costruzione per la rotatoria al Piano della Stampa, ai 15,5 milioni di franchi per rinnovare l'infrastruttura informatica dell'amministrazione (con la richiesta di trattarlo come credito quadro). Via libera pure ma con riserva, a causa di informazioni lacunose, al piano di indirizzo forestale comunale (cinque milioni di franchi). Dal canto suo, la capogruppo Plr Karin Valenzano Rossi: «Non abbiamo sottoscritto il rapporto perché riteniamo che il Covid sia stata una scusa. È stato fatto tutto alla faccia del Consiglio comunale, mentre eravamo disposti a trovare soluzioni assieme. Condividiamo la strategia del passaggio di gestione dell'aeroporto ai privati, ma critichiamo le modalità adottate per attuarlo. Non dimentichiamoci che è stata liquidata (per evitare un fallimento) una partecipata della Città. L'esecutivo in questo caso ha mostrato di non saper 'governare' le sue società che vengono amministrate come se fossero gestite da municipali e funzionari».

Nella seduta di lunedì, il legislativo si esprimerà sul credito d'investimento per la transizione e in merito a quello di gestione corrente di mezzo milione di franchi per il piano sociale a favore del personale di Lasa che ha perso il suo posto di lavoro.

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