Luganese

Bissone, il racconto di Michele. 'Poi ho sentito quel rumore'

Parla uno degli inquilini del complesso abitativo in via ai Ronchi, colpito dalla colata di fango. 'Già nel 2014 s'era mosso qualcosa: non è stato inaspettato'

Ti-Press/F.Agosta
28 agosto 2020
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«Diciamo che non è stata una cosa inaspettata». Parola di Michele Haldemann, uno degli inquilini rimasti vittima della colata di fango che nel pomeriggio ha investito un complesso di case famigliari in via ai Ronchi a Bissone. «Alcuni anni fa - ricorda - a monte era stato effettuato un esbosco, e già nel 2014, quando fece tutto quel maltempo, s'era mosso del materiale che aveva scavato praticamente una specie di alveo. Lì, probabilmente, con l'acquazzone di oggi pomeriggio s'è incanalato ancor più materiale, che ha sfondato arrivando fin dietro la prima abitazione che ha fatto da scudo alle altre che stanno sotto. Quella è la casa dove vive mia mamma, e dove ora c'è un metro abbondante di detriti in mezzo al fango».

Al momento della frana Michele si trovava in casa sua. «I detriti sono scesi lungo la scala che serve le quattro abitazioni - spiega -. Inizialmente l'acquazzone ha trasformato la scala in un ruscello, l'ho pure fotografato. Poi, improvvisamente, quand'ero in camera ho avvertito un forte rumore, come di qualcosa che stava rotolando, e quando mi sono affacciato ho visto tutta quella massa di detriti che scendeva i gradini. E finché si parla di acqua è una cosa, ma quando si iniziano a vedere tronchi e sassi... E quelli che ho visto dietro casa di mia madre arrivavano anche ai cinquanta centimetri di diametro».

Sul posto, assieme a polizia e pompieri è arrivata pure una geologa della Sezione forestale cantonale, Camilla Soldini, e la situazione in via dei Ronchi verrà monitorata durante il weekend. Per adesso, le case dichiarate inagibili sono le prime due. «Almeno sino a domenica: molto dipenderà dalle precipitazioni delle prossime ore. Ciò che non mi tranquillizza è sapere che quando avevano fatto quell'esbosco, avevano esteso una rete d'armatura fissata a dei cavi e che, naturalmente, ora è colma di materiale: la mia paura è una nuova colata possa far scendere a valle molti più detriti. In ogni caso - conclude Michele - l'acquazzone di oggi pomeriggio per me è stato qualcosa di fuori dalla norma. Non ricordo tanti litri d'acqua in così poco tempo». Su un terreno, oltretutto, particolarmente secco vista la penuria di piogge degli ultimi mesi.

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