Luganese

Melano, ecco lo stato dei lavori dopo la minaccia della frana

Uno speciale 'ragno' serve a imbrigliare terreno e detriti per evitare ulteriori crolli in via Bressanella

Ti Press
(Lo stato dei lavori)
21 dicembre 2019
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Si sta rivelando una operazione molto complicata lo sgombero dei detriti, essenzialmente le parti del muro di contenimento, che sono rovinati a valle lo scorso 4 ottobre in via Bressanella a Melano danneggiando seriamente l’abitazione a valle e minacciando la stabilità della casa a monte di questa opera di premunizione. Una situazione delicata, visto che la zona è parecchio ripida.

I lavori sono diretti dal geologo Urs Luechinger e dall’ingegner Rinaldo Passera. «Abbiamo iniziato la settimana scorsa – ci conferma Urs Luechinger – ma le operazioni vanno un po’ a singhiozzo per via del maltempo. Abbiamo messo in campo una ditta specializzata in opere di questo genere, la Risanaroccia di Minusio, che con un ragno meccanico può trattenere il materiale mentre viene frantumato e asportato un pezzo alla volta». Un procedimento lungo e delicato, spiega il geologo. Bisogna ricordare che il rischio di ulteriori danni è latente. La casa a valle, colpita in modo importante, sia ai muri che al tetto, è tutt’ora abitata, nel senso che una parte dello stabile è agibile mentre quella a monte, è dichiarata inagibile. La famiglia che vi risiede ha deciso di restare in casa propria abitando perciò gli spazi ritenuti sicuri. Viceversa, la famiglia che vive, o meglio viveva nella casa a monte ha invece preferito stabilirsi provvisoriamente altrove, prendendo in affitto un’altra abitazione. In questo caso gran parte dello stabile, benché integro, è stato dichiarato inagibile: si trova infatti sul ‘ciglio del burrone’ ormai non più difeso dal muso caduto a valle. Una piccola parte della casa sarebbe agibile ma i proprietari hanno comprensibilmente preferito allontanarsi da quella che ormai è un’area di cantiere.

Un accettabile livello di sicurezza è garantito dai sensori di movimento, che trasmetterebbero un eventuale allarme per via telefonica. «Riceveremmo la segnalazione in quattro sui nostro telefonini» spiega Luechinger.
Ancora aperta la questione legale. Il muro, o meglio gli ‘strati’ di muro vennero costruiti correttamente? Si poteva ritenere una protezione efficace? I due professionisti sono anche i periti nominati dalla Procura. «Uno degli scopi di questa operazione è proprio quello di liberare il campo per capire che cosa sia successo», risponde Luechinger. «Sui tempi e sul possibile esito degli accertamenti non posso dire nulla».
Lo ‘storico’ del manufatto è abbastanza complicato e comprende un muro originario, un altro ‘aggiunto’, scavi a valle e interventi alla strada svolti dal Comune.

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