Luganese

Melide, ‘il Comune non faccia da tramite a privati’

Un sondaggio dell'Associazione svizzera liberi pensatori indispettisce Abbondio Adobati. Il sindaco: 'Non c'è alcuna preferenza, è una prassi'

La casa comunale di Melide (Foto Ti-Press)
16 marzo 2020
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Una lettera di troppo. Quando l'ex granconsigliere Abbondio Adobati a fine febbraio ha aperto la propria posta, gli è andata la mosca al naso: tra la corrispondenza figurava anche un sondaggio della sezione ticinese dell'Associazione svizzera liberi pensatori. Il pomo della discordia? Il mittente è il Comune di Melide, dove Adobati risiede. 

«Siamo di fronte a un'associazione privata che ha chiesto al Comune di far da tramite per del proprio materiale e questo lo trovo assurdo – osserva Adobati –. Se fosse stato un ente pubblico o parapubblico a rivolgersi al Comune, il discorso sarebbe stato diverso. È stato utilizzato denaro (per il francobollo, ndr), materiale, tempo di lavoro e apparecchiature pubblici, a carico delle finanze comunali e quindi dei contribuenti. Inoltre, pur in maniera indiretta, è stata una sorta di propaganda. Istituzionalmente parlando, è un fatto che reputo molto grave».

Il sindaco: ‘Nessuna riflessione politica dietro, è prassi per tutte le richieste’

Accuse rispedite al mittente – è il caso di dirlo – da parte del sindaco Angelo Geninazzi. «Chiariamo intanto che la lettera non è stata inviata alla popolazione, ma a quattro/cinque persone: i rappresentanti dei partiti politici in lizza alle elezioni comunali. Quando arrivano proposte di sondaggi, la cancelleria tendenzialmente le gira ai gruppi politici: è capitato anche in questo caso. Spesso si tratta di università, ogni tanto anche di associazioni private. Presumo che questo sondaggio sia stato inviato anche agli altri Comuni, in tutti i casi non ci sono state dietro decisioni o riflessioni politiche di alcun genere, né chiaramente la volontà di far propaganda».

Adobati: ‘Ho scritto al Consiglio di Stato’, Geninazzi: ‘Abbiamo problemi più grandi’

Nella questione è stato coinvolto anche il Servizio dei diritti politici del Consiglio di Stato, che ha informato le cancellerie comunali di "non ritenere opportuno che un'associazione incarichi il Comune di fare da tramite ai singoli candidati", informando tuttavia della possibilità di "girare la lettera ai responsabili di partito". «Io resto dell'idea che sia assurdo – sostiene Adobati –. Non ho fatto ricorso formale, ma ho inviato tutta la documentazione al Consiglio di Stato per una loro valutazione». Per le stesse ragioni, l'ex granconsigliere si è rivolto anche alla Curia vescovile e al Sinodo delle chiese evangeliche. «Se questo non fosse stato un periodo elettorale, avrei iniziato la raccolta delle firme per la destituzione del Municipio». «Il Comune, in generale ma in questo momento più che mai – replica infine il sindaco –, ha dei problemi ben più grandi del francobollo speso che viene contestato».

 La campagna elettorale

Il periodico del Plr: ‘Al massimo 3 preferenziali’

Ma la polemica fra l'ex sindacalista e l'esecutivo non è l'unico argomento che sta animando queste ultime settimane di campagna elettorale a Melide. Sul periodico 'Il Ponte' della locale sezione del Partito liberale-radicale (Plr), oltre alle classiche indicazioni che invitano a non disperdere i voti su candidati di altre formazioni politiche, si danno indicazioni agli elettori del Plr sui voti preferenziali. Indicazioni che, stando a delle segnalazioni che ci sono arrivate, sarebbero false. Siamo andati a verificare, ed in effetti si legge: "Si possono esprimere al massimo 3 voti preferenziali (per il Municipio, ndr)" e "si possono esprimere al massimo 11 voti preferenziali (per il Consiglio comunale, ndr)". Tuttavia, l'esecutivo e il legislativo di Melide sono composti rispettivamente da 5 e 20 membri: il numero massimo di voti preferenziali che si possono esprimere è quindi proprio 5 e 20, non tenendo conto dei voti di lista.

'Nulla di sanzionabile'

L'informazione è quindi effettivamente errata. Si tratta di un atto sanzionabile? L'abbiamo chiesto al Servizio dei diritti politici della Cancelleria dello Stato. «No, non è qualcosa di legalmente sanzionabile – spiega il capoufficio Stefano Reali –. È pur sempre un'indicazione di partito e in quanto tale va presa con le pinze: non è oggettiva». Le autorità cantonali invitano quindi a far capo, per le informazioni corrette sulle procedure di voto, al materiale ufficiale recapitato a casa.

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