Luganese

Lugano, due anni di carcere al truffatore d'auto

Integralmente confermato l'atto d'accusa a carico del 53enne in aula da ieri, eccezion fatta per alcuni reati legati al rapporto con la moglie

L'aula penale di Lugano (Foto Ti-Press)
6 febbraio 2020
|

«Cercava di truffare a tutti i costi, non ha freni inibitori». Nessun dubbio per la Corte delle Assise criminali di Lugano: il 53enne a processo da ieri per una seria di raggiri alle assicurazioni nell'ambito della compravendita di automobili è colpevole. «Impressiona la sua propensione a costruire un castello di bugie» ha detto la presidente Francesca Verda Chiocchetti, prima di pronunciare una pena interamente da espiare e comprensiva della revoca di una pena sospesa precedente: ventiquattro mesi di carcere.

'Come dargli fiducia? Non si può?'

Il caso riguarda quello di un uomo – ex carrozziere e meccanico, riciclatosi rivenditore di auto usate – già condannato diverse volte per vari tipi di truffe: contachilometri taroccati, incidenti simulati, ricettazione di macchine rubate, astuzie e raggiri di svariato genere alle assicurazioni. Nel suo curriculum anche alcuni grandi episodi di malaffare automobilistico luganese: Topcars di Lamone e Gto di Canobbio, nell'ambito dell'inchiesta Muscle Cars. I reati per i quali è stato condannato oggi risalgono al periodo fra l'estate del 2017 e la primavera dell'anno scorso, quando è stato poi arrestato. Tra giustificazioni «a dir poco fantasiose» e l'assenza di elementi a suo favore, la giudice ha sottolineato il fatto che «i suoi trascorsi si commentano da sé: la prigione e le condanne precedenti a nulla sono servite. Come dargli fiducia? Non si può».

La procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti aveva chiesto ventotto mesi. L'imputato – difeso dall'avvocata Samantha Grapsi – è stato per contro prosciolto da alcuni capi d'imputazione relativi al reato di coazione a danno della moglie, costituitasi accusatrice privata. La donna sarebbe stata pedinata – grazie a un gps montato di nascosto sulla sua donna –, minacciata e insultata. Anche le pretese sono state ritenute irricebili e rinviate pertanto al Foro civile.

Leggi anche:
Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE