Il locale centro diurno, pioniere nel suo genere, festeggia oggi il traguardo. De Rosa: 'Strutture che sono un sostegno concreto ai familiari curanti'.

Tombola e giochi vari, atelier con le attività più disparate – dal cucito al teatro –, uscite culturali o gastronomiche, feste e aperitivi, e naturalmente pranzi e merende. Si chiama La Sosta, ma il centro diurno di Massagno offre molto di più di un posto dove fermarsi cinque minuti o un paio d’ore. È in primo luogo un importante luogo di socializzazione per decine di anziani della zona. E oggi ha ufficialmente dato avvio al mese di festeggiamenti – che si protrarranno per tutto settembre – per i suoi primi quarant’anni. Un traguardo celebrato stamattina con una cerimonia alla quale hanno preso parte le più significative autorità coinvolte, oltre a un folto pubblico.
Nata nel 1979 per volontà dell’allora sindaco Mario Grassi, la struttura fu pioniera nel suo genere. «Lo fu per diversi motivi – puntualizza il sindaco attuale Giovanni Bruschetti –. Ai tempi c’era difficoltà di accesso agli alloggi sostenibili, soprattutto per gli anziani (il centro diurno si trova infatti al pian terreno di un edificio con diversi appartamenti a pigione moderata per anziani autosufficienti, ndr). Fu pioniera anche nella collaborazione intercomunale: il centro nacque d’intesa con il Comune di Savosa. Infine, fu pioniera anche nell’ambito del partenariato pubblico-privato». Pur essendo gestito dal Comune prima e dalla fondazione La Sosta – un ente autonomo di diritto pubblico che ancora oggi si occupa degli alloggi, creato negli anni Ottanta – poi, il centro e gli appartamenti sono stati inseriti in un palazzo edificato da privati.
A gestire il festeggiato da circa tre anni è la Pro Senectute. «Questo genere di strutture è sempre più importante, anche per noi – spiega il direttore Gabriele Fattorini –, in totale ne gestiamo undici nel cantone: cinque di tipo terapeutico e sei socio-assistenziali». Un settore che, anche a causa dell’invecchiamento della popolazione, è in espansione. «Per i centri i terapeutici abbiamo in programma di ampliare le fasce orarie, mentre entro due anni apriremo un nuovo centro socio-assistenziale a Locarno».
Un aiuto per i familiari curanti
Di quest’ultima categoria fa parte anche La Sosta. «Rispetto a quarant’anni fa c’è forse un po’ più di timore nell’essere etichettati come bisognosi, se ci si avvicina a questi centri – osserva il coordinatore Vasco Viviani –, per alcuni sono visti come l’anticamera della casa anziani. Poi, una volta che s’inizia a frequentarli, si capisce che non è così. Allora come oggi non è cambiato il bisogno dell’aggregazione e qui si intesse una propria, magari nuova, rete. La funzione sociale è molto marcata». Aspetti apprezzati anche dal direttore del Dipartimento della sanità e della socialità Raffaele De Rosa. «Un aspetto che mi sta particolarmente a cuore – ha detto il consigliere di Stato durante il suo intervento – sono i familiari curanti.
Spesso ci si trova in una situazione contrastante, dove da un lato vi è l’affetto e il legame con la persona da ‘curare’, mentre dall’altro bisogna gestire la stanchezza, la fatica, le rinunce personali e spesso i costi economici. In questi contesti, i centri diurni socio-assistenziali possono giocare un ruolo fondamentale in quanto permettono un sostegno concreto alla famiglia in un luogo sicuro e circondato da persone sensibili, formate e competenti». E a tal proposito il ministro ha ricordato che Ticino e Romandia stanno promuovendo una giornata in favore dei familiari curanti che sfocerà nel cantone in un evento previsto il 30 ottobre al cinema Lux proprio di Massagno.