Luganese

Quelle grigie pareti di scuola

A Barbengo un progetto di educazione artistica e di sensibilizzazione ecologica. Il lavoro, iniziato nel 2013, è denominato ‘L’albero della vita’

6 maggio 2019
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«Da alcuni anni mi è sorto il desiderio di proporre un progetto decorativo per le pareti grigie della nostra scuola, un’opera collettiva che permettesse l’espressione della notevole abilità, capacità inventiva e manifestazione di un gran desiderio di creare da parte degli allievi; che portasse a conoscere la bellezza del creato nella sua infinita diversità con lo scopo di essere più consapevoli della profonda connessione tra il mondo interiore e quello che ci circonda». A raccontarci questa originale iniziativa è Véronique Tétaz, docente di Visiva e arti plastiche della scuola media di Barbengo.

Il progetto di educazione artistica e di sensibilizzazione ecologica verrà svelato giovedì 9 maggio, quando nell’atrio dell’istituto si terrà, alle 18, l’inaugurazione. Presenti saranno anche gli ex allievi che – come ricordato dall’insegnante – «hanno portato il loro contributo lasciando un’impronta significativa nella loro scuola».

Un percorso significativo, maturato in un pannello composto da 120 moduli quadrati in argilla di 25 centimetri: «È in effetti il frutto dell’espressione di molti, ma ognuno nella sua particolarità e specificità con un unico obiettivo, quello dell’amore e il rispetto della natura perché parte della nostra vita fisica, emozionale e spirituale» annota con estrema sensibilità la professoressa Tétaz. Concretamente il pannello decorativo rappresenta l’albero della vita e la sua metamorfosi nei quattro elementi: aria, acqua, terra e fuoco, intesi come energia vitale: «L’albero simbolico mette in evidenza la connessione tra gli elementi vitali e le diverse specie del mondo animale, vegetale e minerale – ci illustra i contenuti la nostra interlocutrice –. I rami fanno da ‘cordone ombelicale’ con i moduli realizzati dagli allievi, strettamente collegati con il tutto, in quanto è implicato il rispetto di ogni elemento vitale per il benessere della nostra terra, la nostra casa comune».

120 tavolette di argilla

Ben ideato e organizzato il cammino di lavorazione: «In questo lavoro, cioè modellando e colorando le tavolette, il giovane artista ha avuto la possibilità di crescere nella consapevolezza – rimarca Véronique Tétaz – che il suo atto creativo è un evento unico e irripetibile. Ha potuto toccare con mano che ogni essere umano nella sua unicità e diversità porta il suo contributo al nutrimento e all’arricchimento della collettività così come dell’universo. Ha sperimentato che la corporalità dell’atto creativo è strettamente collegata con il pensiero, la sua produzione artistica, l’oggetto rappresentato dà espressione alla pluridiversità, è una delle molteplici facce del mondo animale, vegetale, minerale». Fondamentale anche la stretta collaborazione nata fra i ragazzi: «Ognuno ha messo a disposizione il proprio talento per raggiungere l’obiettivo comune. La scoperta di questo modo di lavorare è stata un mezzo per stare bene con sé stessi e con gli altri. L’idea che l’albero unisca tutte le parti del pannello è piaciuta molto agli allievi, sia per il senso di unità sia per il senso di unicità dei vari elementi che fanno parte di un tutto, sia per la diversità dei particolari che si fondono insieme. “L’albero è per me come una casa: ognuno ha il suo posto e ognuno ha il suo ruolo”, ha detto bene un’allieva». Quell’albero della vita da sempre simbolo, fin dall’antichità e in molte culture, della varietà della natura e dell’armonia del Creato.

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