Luganese

Casinò di Campione, indagati l'ex sindaco e l'ex vice

Marita Piccaluga e Florio Bernasconi hanno ricevuto un avviso di proroga delle indagini a loro carico per abuso d'ufficio

Ti-Press
5 maggio 2019
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Salgono a undici le persone indagate dalla Procura di Como nell'ambito delle inchieste sul Casinò e sul Comune. Nelle ultime ore si è appreso che Marita Piccaluga (ex sindaco) e Florio Bernasconi (ex vice sindaco e ex assessore al bilancio), hanno ricevuto un avviso di proroga delle indagini a loro carico per abuso d'ufficio.

Una indagine a lungo condotta sotto traccia, di cui i diretti interessati non erano a conoscenza. Lo hanno appreso solo a seguito della decisione del magistrato inquirente Pasquale Addesso, sostituto della Procura di Como di chiedere al gip del Tribunale lariano di poter continuare l'inchiesta. Ottenuta la proroga, nel rispetto del codice di procedura penale, la Procura ha dovuto avvisare gli indagati.

In questo troncone oltre a Marita Piccaluga e Florio Bernasconi, sono indagati anche Gianpaolo Zarcone, Emanuela Radice e Carlo Pagan, per fatti accaduti tra il 1 gennaio 2013 e il 19 maggio 2016 e Roberto Salmoiraghi, che oltre all'abuso d'ufficio è indagato anche per falsità materiale e falsità ideologica, per fatti risalenti al periodo compreso fra il 20 luglio 2017 e il 31 agosto 2018.

Quali i motivi per i quali è stata chiesta (e ottenuta) la proroga delle indagini? Si possono fare ipotesi. Prima fra tutte che gli inquirenti non hanno elementi sufficienti per continuare o abbandonare l'inchiesta. Ma potrebbe esserci dell'altro che la Procura non conferma, ma neppure smentisce. Ipotesi che si rifà al tentativo in atto da parte dei commissari Giorgio Zanzi e Maurizio Bruschi di riesumare la Casinò di Campione spa, la società di gestione della casa da gioco, il cui destino è ancora incerto, in quanto gli ostacoli sono numerosi.

Se, come è nelle legittime aspettative degli ex dipendenti del Casinò e dell'intera comunità campionese, Zanzi e Bruschi, con il concorso di altri soggetti (e a questo proposito sono giorni importanti quelli che si stanno vivendo in riva al Ceresio), riusciranno a mettere assieme un piano di ristrutturazione del debito della casa da gioco, in modo da convincere i giudici del Tribunale fallimentare di Como a concedere il concordato preventivo, alla Procura lariana verrebbe a mancare il piedestallo sul quale ha basato la pesante accusa di bancarotta fraudolenta, estendibile a tutti gli attuali indagati.

Se dovessero presentarsi i presupposti per tenere in piedi il reato di bancarotta fraudolenta, le tre indagini in corso prenderebbe una differente piega. Potrebbero anche sgonfiarsi del tutto. Piccaluga e Bernasconi, così come gli altri indagati, sono sotto l'esame della magistratura per alcuni provvedimenti e per aver rinunciato ai trasferimenti di risorse finanziarie dal Casinò al Comune: per cercare di salvare il primo, creando le basi per affondare il secondo.