Luganese

'Mi ricandido': Salmoiraghi vuol tornare sindaco

In una lettera aperta ai campionesi spiega che intende ripresentarsi alle elezioni 2019 e che le recenti dimissioni sono state un gesto di protesta contro Roma

Ti-Press
27 settembre 2018
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«La mia trentennale esperienza amministrativa finisce oggi». È quanto affermava lo scorso 18 settembre Roberto Salmoiraghi, nel momento in cui in Comune faceva protocollare la lettera delle sue dimissioni da sindaco di Campione d'Italia. Decisione presa nel momento in cui, a seguito delle dimissioni di un consigliere della sua minoranza, si è reso conto che non aveva più i numeri per continuare. Insomma, aveva evitato di essere dimissionato dal prefetto di Como Ignazio Coccia. Più tardi, davanti ai media dichiarava: «Da oggi come medico potrò dedicarmi più intensamente ai miei pazienti e come uomo ai miei affetti che negli ultimi anni ho trascurato». Oggi, a dieci giorni dalle dimissioni, Salmoiraghi in una lunga lettera fatta pervenire ai “cari concittadini” (per posta ai campionesi residenti in Ticino e infilata nella cassetta della posta a quelli che risiedono nell'enclave) scrive che “ho deciso di continuare  a impegnarmi per Campione e per i campionesi, candidandomi nuovamente a sindaco, per il legame che mi stringe a questa comunità”.

C'era una volta 'Vallettopoli'

Non è la prima volta che l'ex sindaco dell'enclave decide di ritirarsi dalla vita politico-amministrativa e poi ci ripensa. L'aveva già fatto una decina di anni fa, quando era uscito a testa alta dall'inchiesta 'Vallettopoli', a seguito della quale assieme al principe Vittorio Emanuele di Savoia, era ingiustamente finito in carcere e per la detenzione era stato risarcito. Alla prima occasione utile si era candidato senza essere rieletto. Questa volta il ripensamento è giunto a breve giro di posta. Deve comunque attendere l'aprile 2019, mese in cui sono state fissate le prossime elezioni amministrative.

'Radicata situazione di crisi'

Nella lunga lettera ai “cari concittadini”, che in maggioranza negli ultimi tempi gli chiedevano le dimissioni, Salmoiraghi esprime “il profondissimo rammatico per la difficile situazione che sta attraversando il paese e con esso l'intera comunità”. Poi ricorda come “sin dal primo giorno dell'insediamento, io e gli amici consiglieri abbiamo profuso tutto il nostro impegno, umano, politico e istituzionale, al fine di risolvere l'ereditata e radicata situazione di crisi del Paese”.

'Il muro sordo delle istituzioni centrali'

Rammenta inoltre il fatto di essersi “frontalmente scontrato con il muro sordo delle istituzioni centrali” le quali “sinora hanno frapposto un assordante silenzio alle continue richieste e sollecitazioni di dialogo indirizzate dall'amministrazione appena cessata”. Motiva poi le recenti dimissioni col fatto di aver “constatato con definitiva certezza l'assoluta indisponibilità al dialogo da parte delle istituzioni centrali”. Insomma, Salmoiraghi si è dimesso per “mettere il governo centrale nell'impossibilità di sottrarsi, come sinora si è purtroppo sottratto, ai propri doveri. Per il bene e nell'interesse della comunità campionese, una comunità a cui sono grato e profondamente legato, ho ritenuto dunque che il mio sacrificio fosse necessario per rimediare all'inerzia delle istituzioni centrali”.

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