Luganese

La scia della Camorra raggiunge la Bsi di Lugano

(Gabriele Putzu)
3 aprile 2017
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Un ingente patrimonio accumulato nel corso degli anni. Si parla di oltre 20 milioni di euro. Una mattinata intensa quella che ha portato oggi il Centro operativo della Dia di Napoli al sequestro di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie nei confronti dei fratelli Potenza, Bruno, Salvatore e Assunta, famiglia di 'imprenditori' della zona di Santa Lucia, storicamente dedita al contrabbando di sigarette fino agli anni Novanta, poi stabilmente dedita all'usura, investendo i proventi così accumulati negli anni in rinomati esercizi pubblici. Inchiesta che ha portato la Divisione investigativa antimafia alla richiesta di una rogatoria internazionale che ha consentito il sequestro di ingenti somme di denaro 'messe al sicuro' in territorio elvetico, tanto che le operazioni investigative sono state estese, come confermato dal Tribunale di Napoli, all'istituto di credito Bsi Bank di Lugano. 

Sempre con riferimento al trasferimento di risorse finanziarie in territorio estero e al successivo rientro di parte di tali capitali dopo l’adesione alla procedura di “voluntary disclosure”, si è avuto modo di accertare ulteriormente – si legge nel comunicato stampa della Dia – 'la consistente sproporzione fra la capacità reddituale dei proposti e le effettive disponibilità patrimoniali e finanziarie a questi riconducibili, nonché di verificare il flusso finanziario con cui veniva acquistata un un’attività di ristorazione sita nel pieno centro di Milano, non distante dal Duomo meneghino, con l’accoglimento della proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale avanzata dal Direttore della Dia da parte della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Napoli'.
Sotto sequestro sono finiti anche: 24 immobili tra terreni e appartamenti, 6 società, , 65 rapporti finanziari, 4 autovetture.