A Locarno il parrucchiere gratis per ragazzi con bisogni speciali. Da Giuseppe Guida decine di famiglie ticinesi diventano comunità di auto-aiuto
“Raffaele aveva dimostrato a tutti che la bellezza della diversità sta proprio nella capacità di trasformare ogni piccolo gesto in un’opera d’arte”.
Raffaele quel giorno per la prima volta aveva calcato un palcoscenico. Lo aveva fatto grazie a Lara, la maestra del gruppo di teatro, che per lui aveva pensato al ruolo di “soldatino numero due”. Il “soldatino numero uno” era un amichetto un po’ più giovane, che non solo aveva recitato la sua parte come gli era stato chiesto, ma aveva anche preso Raffaele sotto la sua ala protettrice. Perché Raffaele ha un disturbo dello spettro autistico e salire su un palco, proporsi al pubblico, fare il “soldatino numero due” e raccogliere infine i meritati applausi non è evidente neppure per chi non ha un disturbo dello spettro autistico. Figuriamoci per Raffaele. Che comunque, ricorda ancora emozionato il papà Giuseppe, «quella sera è stato veramente bravissimo. Ha fatto i suoi passi da soldatino, seguendo l’altro soldatino, e tutto è filato liscio. Alla fine tutto l’Oratorio di Solduno ha battuto le mani e insieme a quelle mani ha battuto forte il nostro cuore. È stato un altro piccolo ma significativo passo avanti nel nostro percorso familiare e in quello individuale di nostro figlio».
Giuseppe Guida è una persona speciale. Emigrato in Svizzera da Arpaia, in Campania, anche per trovare delle risposte alle specifiche esigenze di Raffaele, dall’agosto del 2019 è a Locarno dopo una breve parentesi in Svizzera interna. E in città, nel suo Ansara Hair Salon ai margini di Piazza Grande, ha creato “Forbici blu” (blu è il colore dell’autismo), uno spazio protetto di incontro, condivisione, confidenza e aiuto reciproco per famiglie come la sua, confrontate con l’autismo e sicuramente passate, come successo a lui e alla moglie Angela, da situazioni non facili fatte di paura, almeno all’inizio, poi insicurezza e remore nell’accettazione di una condizione che crea (anche) oggettive difficoltà. Diciamo “anche”, perché oltre alle difficoltà c’è naturalmente la miriade di piccoli grandi passi lungo il percorso della vita: l’amore per la musica (Raffaele suona il pianoforte), quello per il disegno; oppure una recita all’Oratorio di fronte alla comunità soldunese, con grande applauso finale.
“Forbici blu” propone soluzioni molto pratiche a problemi che soltanto i familiari di una figlia o di un figlio autistico conoscono. Una è la necessità di prendersi del tempo anche per un semplice taglio di capelli. «Se non lo finisco un giorno, amen, sarà per il giorno dopo – dice Giuseppe –. Con questi ragazzi la fretta non esiste: bisogna seguire i loro ritmi, capirne bisogni ed esigenze e agire di conseguenza». Il tutto, occorre sottolinearlo, gratuitamente, «perché non è certo una questione di guadagno – nota il parrucchiere – quanto di condivisione e fratellanza con chi è sulla stessa barca e vibra delle nostre stesse emozioni. Quanto a me, non ho competenze particolari se non la pazienza e la voglia di buttare giù le barriere».
Non sono pochi, quelli che come Giuseppe, Angela e l’altro figlio Saverio («il supereroe di Raffaele») vivono quotidianamente l’autismo, con tutte le sue sfaccettature. “Forbici blu” attira oggi una trentina di famiglie provenienti da tutto il Ticino: «C’è il passaparola, nella “comunità” ci si parla, così il salone sta sempre più diventando un punto di riferimento che va decisamente al di là del taglio di capelli. Io le chiamo “strategie di sopravvivenza”». E con questo vanno intesi i consigli sugli atteggiamenti da tenere in determinate circostanze sociali, ma anche scambi su tutto l’apparato terapeutico di sostegno e accompagnamento; che, rileva Guida, «in Svizzera funziona ed è giusto dirlo chiaro e forte. Giù al paese per consentire a Raffaele di far capo a un percorso terapeutico serviva un anno; qui in Ticino chiami, ti rispondono e in un attimo si apre la possibilità. Lo Stato c’è».
Ma, come è logico che sia, un grande pezzo di cuore è rimasto ad Arpaia, meravigliosa terra d’origine, fucina di amicizie ed emozioni che ardono nell’animo di Giuseppe, portandolo in una dimensione dove sbocciano i talenti. Come quello letterario, declinato sia in un personalissimo “memoire” che Giuseppe ha iniziato a scrivere in modalità “fiume in piena” (da lì la citazione iniziale), sia in una canzone che ha una storia molto particolare: «Un sabato sera ho visto “Il Grande Blu”, con Jean Reno, che subito, con quella fotografia e quelle musiche, ha cominciato a lavorarmi dentro, portandomi indietro nel tempo. Da lì, già la mattina dopo, è nata una canzone, con lo stesso titolo, che parla di Raffaele e di noi. Quando Angela mi ha chiesto cosa stessi facendo, le ho fatto leggere il testo, che tra l’altro come è nato, di getto, è rimasto. La sua reazione sono state lacrime di gioia. Il mio amico d’infanzia Basilio Iuliano presta la voce, mentre per la parte musicale ho l’appoggio di altri amici speciali come Lara Fillmore e il maestro peruviano Rey Soto, che sono il Duo Fresno e si stanno occupando degli arrangiamenti. Personalmente non ho chissà quali ambizioni, se non quella di esprimere i miei sentimenti e condividerli anche in questa maniera». Maniera specialissima e piena di sensibilità: “Tua madre trema ed io ho paura, ma poi i tuoi occhi sono la cura. E più ti guardo e più sono certo, sei tu il regalo dell’universo”.
A proposito di universo, in quello di Giuseppe Guida e della sua famiglia brillano tante stelle di speranza e aiuto reciproco, ma c’è anche un “buco nero” che risucchia troppa energia: quello della poca sensibilizzazione sul tema dell’autismo: «È un limite generalizzato, ovviamente, non soltanto ticinese o svizzero. Nel testo della canzone a un certo punto lo dico: “È colpa nostra se sei speciale”. Con questo mi riferisco alla tendenza a ripulirsi la coscienza quasi osannando la data del 2 aprile, Giornata mondiale dell’autismo, per poi dimenticarsi totalmente del tema durante tutto il resto dell’anno. È chiaro che così le giornate speciali non servono a nulla. L’autismo è parte della vita di molte persone e ragionare per etichette non è la strada giusta. Se di qualcosa dobbiamo ricordarci, è che siamo sempre più poveri di umanità. Bisogna fare, per sensibilizzare. Le parole le porta via il vento».
Giuseppe Guida, con il suo progetto “Forbici blu”, è in Piazza Grande 15 a Locarno. L’Ansara Hair Salon ha un sito, è su Fb e su Instagram.