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‘Lei aveva detto no’, condannato a 4 anni per stupro

Oltre al carcere, la Corte delle Assise criminali ha espulso per 8 anni il 32enne colpevole di violenza carnale nei confronti dell’ex compagna

‘Un atto estremamente invasivo’
(Ti-Press)
5 luglio 2024
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Lo aveva accolto in casa sua. Era nata anche una relazione tra una giovane e il 32enne comparso ieri in aula di fronte alla Corte delle Assise criminali di Locarno. Ma già dopo un anno dal suo arrivo in Svizzera, nel 2021 ha iniziato a esercitare violenza psicologica e fisica nei confronti della donna. Solo la fuga – dalla finestra, scalza in una notte di ottobre in cerca di rifugio nel suo luogo di lavoro – dopo l’ennesimo episodio di violenza carnale, ha permesso alla vittima di liberarsi del suo carnefice. Ora il 32enne cittadino brasiliano e portoghese dovrà scontare 4 anni di carcere. A questi, si aggiungono 8 anni di espulsione dalla Svizzera. Questo è quanto ha deciso oggi la Corte composta dal presidente Amos Pagnamenta, dai giudici a latere Emilie Mordasini e Fabrizio Filippo Monaci e dagli assessori giurati.

Secondo Pagnamenta la donna ha assecondato l’uomo perché aveva paura di ricevere ulteriori pugni: «Quella sera è successo qualcosa di ben più grave rispetto al solito. È del tutto comprensibile che dopo la violenza subita, la donna non abbia voluto avere un rapporto sessuale con il 32enne. È dimostrato anche dal racconto della vittima che non aveva motivo di dire delle falsità; malgrado alcune incertezze solo su punti marginali, anche messa a confronto con l’uomo ha sempre confermato le proprie dichiarazioni». L’imputato, invece, «in corso d’inchiesta ha cambiato più volte versione passando dal “lei aveva detto no”, al “forse sì” fino al “sì”. Inoltre è inopportuno affermare che dopo un violento litigio con sberle e un pugno al volto, la donna fosse consenziente a un rapporto sessuale».

‘Si è nascosta sotto la scrivania’

Stando al 32enne l’intento di quel rapporto era di fare pace dopo lo scontro. Per il giudice «questa idea era solo nella sua testa. Non si comprende la violenza nell’atto che ha portato alla rottura di una catenella, al cellulare della giovane nascosto, ai leggings e agli slip rotti. Non è neanche pertinente l’affermazione della difesa (l’avvocato Stefano Genetelli, ndr) che questi indumenti fossero consumati». Il giudice ha anche rimarcato che l’uomo «era consapevole di aver fatto qualcosa di grave, ma ha interrotto il suo agire solo dopo aver dato sfogo ai suoi impulsi sessuali».

La sua ex compagna dopo l’episodio ha tentato la fuga, ma lui – esercitando pressioni psicologiche – glielo ha impedito. Come ha sottolineato anche Pagnamenta, il condannato «le aveva vietato di uscire di casa. Lei dunque ha chiesto il permesso di poter fumare una sigaretta e da lì è fuggita nel suo luogo di lavoro dove si è nascosta sotto la scrivania». La colpa è stata valutata grave data «la sua condotta estremamente invasiva». Oltre alla condanna, il carnefice dovrà pagare 10mila franchi come torto morale alla ragazza che «fino ad allora non lo aveva mai detto a nessuno per vergogna».

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