Locarnese

‘Situazione per ora tranquilla, ma il racket dilaga’

La testimonianza dall'Ecuador del missionario caviglianese Padre Carletti, da oltre 50 anni attivo nel Paese sudamericano sull'orlo di una guerra civile

Militari schierati a Quito
(Keystone)
11 gennaio 2024
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Negli ultimi giorni la situazione in Ecuador si è fatta tesa, con episodi di guerriglia urbana che stanno sconvolgendo il Paese e la risposta, altrettanto dura, dell'autorità, che ha mobilitato l’esercito per cercare di riportare la calma.
Testimone da oltre cinque decenni di ciò che accade in Ecuador e impegnato a diffondere coraggio e fede a chi vive nella miseria, Padre Pierluigi Carletti, salesiano originario di Cavigliano, non nasconde la sua preoccupazione per ciò che sta accadendo. Dalla sua missione di La Libertad, a circa 120 km da Guayaquil, il religioso, che grazie alle sue scuole garantisce formazione, anche tecnica, ai giovani in modo che possano trovare un lavoro, teme che la violenza dei ribelli narcos possa allargarsi dalle principali città e raggiungere altre località dello stato. Soprattutto qualora l'esercito governativo non dovesse riuscire a riprendere il controllo e sconfiggere la ventina di bande armate criminali, legate ai cartelli della droga indigeni e messicani, che stanno mettendo a soqquadro la capitale e alcune delle principali città. Con tanto di rivolte e prese d'ostaggio anche nelle carceri.

Bande criminali senza scrupoli nelle piccole città

«Qui dove è presente la mia missione la situazione per ora è tranquilla – spiega padre Carletti – anche se molti piccoli negozi sono chiusi per timori di saccheggi e anche se è in vigore, dalle 23 alle 5 di mattina, il coprifuoco. Purtroppo negli ultimi tempi anche nelle zone lontane dai grossi centri si osserva il diffondersi del fenomeno del racket, che prende di mira le piccole realtà commerciali, con minacce, intimidazioni e sequestri di persone. Bande di criminali sciolte e senza scrupoli». Malintenzionati disposti a tutto, che non si fermano nemmeno dinnanzi a chi indossa una tunica e in generale ai rappresentanti della Chiesa: «Un mio amico parroco in una cittadina poco lontana è stato derubato e ricattato. Io stesso quando esco dalla mia parrocchia di San Lorenzo per cercare aiuti per i poveri (cibo e un po' di denaro per le madri con figli a carico) devo prestare molta attenzione. I media locali invitano la popolazione alla prudenza e finché il decreto presidenziale resta in vigore si vive una situazione di costante pericolo. In generale è un momento di grande confusione in una nazione fragile, povera, che barcolla tra diseguaglianze, miseria e disoccupazione». Anche perché non si può escludere che se la Polizia e l'esercito riprenderanno il controllo totale delle città, i ribelli in fuga cerchino rifugio nelle periferie, generando un fuggi-fuggi e panico tra la popolazione.

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