Locarnese

Maggia, un appello alla fiducia che non ha fatto... Centro

Non passa, per l'opposizione degli esponenti del gruppo, il credito per il serbatoio di Bagnadü. Municipio spiazzato dalla diffidenza verso il suo operare

18 ottobre 2023
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Un rapporto di fiducia che è venuto meno e che ha creato una spaccatura tale da impedire l'approvazione della più importante delle trattande inserite all'ordine del giorno della seduta di lunedì del Consiglio comunale di Maggia. In ballo, la realizzazione del nuovo serbatoio per l'acqua potabile in zona Bagnadü, sui monti di Moghegno, per un investimento di poco superiore ai 2 milioni di franchi (dal quale andranno dedotti i sussidi cantonali dell'ordine del 40%). Un'opera di capitale importanza per assicurare l'oro blu all'utenza, un tassello imprescindibile dell'intera rete idrica al quale l'Amministrazione sta lavorando da tempo. Forte del preavviso favorevole delle due commissioni (gestione da una parte, edilizia dall'altra) il credito è stato al centro di un dibattito che, contro ogni previsione della vigilia, si è rivelato assai movimentato (e con un finale a sorpresa). La conditio sine qua non necessaria all'approvazione della trattanda imponeva la maggioranza qualificata del legislativo (in pratica la metà più uno dei trenta consiglieri in carica, ovvero sedici). Maggioranza che, complice il ‘no’ compatto di 6 esponenti del Centro (e la presenza di soli 21 membri del legislativo), non è stata raggiunta. Stupore frammisto a delusione tra i municipali per questa inattesa bocciatura, che di fatto ritarda gli intenti dell'autorità di diversi mesi.
Il Municipio, per bocca del sindaco Andrea Sartori e del vicesindaco Fabrizio Sacchi (titolare del Dicastero acqua potabile), nel ricordare l'importanza del progetto e la sua priorità, in entrata ha recitato una sorta di mea culpa per un’informazione sull’evoluzione del progetto non sempre tempestiva e completa, soprattutto nei confronti di alcuni altri attori coinvolti come i vertici del Patriziato di Moghegno. L’esecutivo ha altresì assicurato che i punti ancora aperti sarebbero stati chiariti prima dell’inizio dei lavori, come indicato sui rapporti commissionali.

Un primo segnale premonitore

Consci dell’ubicazione vincolata del manufatto all'interno della selva castanile – indicata quale idonea dall'Ufficio corsi d'acqua del Cantone – questi punti aperti riguardavano il risarcimento comunale all'ente patriziale per la prevista restituzione di una piccola quota dei sussidi forestali percepiti per la selva, l’eventuale compensazione della quota di bosco sottratta dal bacino e altri aspetti di dettaglio. Il Municipio ha pertanto richiesto un voto di responsabilità e di fiducia ai consiglieri comunali, per proseguire nella concezione dell’importante opera, garantendo un chiarimento dei citati punti e un' informazione puntuale prima dell’inizio dei lavori. Un primo segnale di quello che sarebbe accaduto di lì a poco, a onor del vero, è giunto quando un consigliere del Centro ha chiesto il ritiro del messaggio per consentire un maggior approfondimento e il completamento di tutti gli aspetti del dossier. Proposta rigettata dalla maggioranza (semplice) dei consiglieri. Dopo alcuni interventi, si è così giunti al momento del voto: 15 legislatori favorevoli (praticamente tutti da Plr, Sinistra e Lega-Udc), 6 come detto i contrari (esclusivamente del Centro). Come dire... bocciatura. Un brutto colpo per l'esecutivo, la cui efficacia d'azione amministrativa dovrebbe essere sostenuta da un'unità d’intenti e soprattutto dalla fiducia reciproca, venuta meno lunedì, così come la coerenza tra rapporti commissionali favorevoli e voto conclusivo, pure sconfessata. Amarezza e delusione tangibili sui volti dei municipali, che ora dovranno rimettersi di buona lena e riprendere il discorso senza perdere ulteriore tempo.
È andata invece meglio alle rimanenti trattande, tutte archiviate senza tentennamenti.

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