Locarnese

‘Il coltello c'era, ma non è stato tentato omicidio’

Condannato a 16 mesi e a seguire un trattamento psicoterapeutico il 27enne srilankese coinvolto nella rissa alla Rotonda di Locarno dell'ottobre 2022

5 ottobre 2023
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Sì, aveva un coltello, ma non ha tentato di uccidere. È la conclusione alla quale è arrivata la Corte delle Assise criminali di Locarno (in Lugano), che ha giudicato il 27enne srilankese coinvolto (prima come aggressore, infine come vittima) nella rissa dell'8 ottobre 2022 in Rotonda a Locarno, per la quale due dei giovani che lo avevano pestato erano già stati condannati a oltre 3 anni di carcere e all'espulsione dalla Svizzera. Per lo srilankese sono invece cadute le accuse di tentato omicidio, così come quelle di tentate lesioni gravi e semplici, ed è quindi stato condannato per rissa e danneggiamento (di un supermercato a Lucerna, al quale dovrà risarcire 528 franchi) a 16 mesi di prigione, di cui 11 già espiati.

La Corte ha stabilito che effettivamente quella sera l'imputato impugnava, al momento della rissa, un coltello, grazie principalmente al video del pestaggio, nel quale si sente qualcuno affermare proprio di vedere una lama in mano allo srilankese. «Tale esclamazione – ha detto il giudice Mauro Ermani – non può essere stata frutto di fantasia o con secondi fini».

A differenza di quanto sostenuto dal procuratore pubblico Pablo Fäh (che chiedeva 5 anni di reclusione e l'espulsione dal Paese) però, non si può parlare di tentato omicidio. Come spiegato dal presidente della Corte, le testimonianze dei giovani – che avrebbero oltretutto avuto il tempo di inquinare le prove – sono piene di contraddizioni e soprattutto dalle immagini della videosorveglianza – di pessima qualità – non emergono prove che l'imputato abbia effettivamente tentato di ferire qualcuno in maniera letale. «Il suo agire si conforma solamente a grave minaccia – ha continuato Ermani –, ma senza una querela non è possibile procedere in tal senso».

‘Quella sera qualcosa doveva succedere’

La colpa del 27enne, patrocinato dall'avvocata Felicita Soldati, è stata reputata grave per la modalità con cui ha cercato la discussione con un gruppo di persone che non conosceva, entrando in una conversazione che non lo riguardava minimamente. La sua colpa è inoltre aggravata dal suo agire bellicoso, dal momento che non si è fatto intimorire nemmeno dal fatto che fosse in netta inferiorità numerica. «La rissa ha avuto origine ben prima dello scontro in Rotonda – ha detto Ermani –, nel momento in cui ha incontrato il gruppo. Insomma quella sera, qualcosa doveva succedere fin dall'inizio».

Ad aver giocato a vantaggio dello srilankese, anche la perizia psichiatrica che stabilisce come soffra di schizofrenia e di problemi di dipendenza dall'alcol. Questo, oltre ad attribuirgli una scemata imputabilità, ha spinto la Corte a ordinare una misura terapeutica stazionaria.

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