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‘Vogliamo giustizia per la nostra piccola Luna’

La proprietaria della cagnolina azzannata a morte da un pitbull: ‘L’altro cane era senza guinzaglio ed era accompagnato da una parente della padrona’

Una foto di Luna
(laRegione )
1 marzo 2023
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«Mamma, è colpa mia. Non sono riuscita a salvare Luna». Non si dà pace la figlia di Save Goceva, proprietaria della cagnolina azzannata a morte da un pitbull venerdì a Locarno, tanto da addossarsi le colpe per un’aggressione di cui non ha nessuna responsabilità. E non si dà pace nemmeno la stessa Save che a ‘laRegione’ si dice molto amareggiata: «Queste cose nel 2023, con tutti i corsi per cani e le leggi che ci sono, non devono succedere».

‘Dopo averla presa per il collo non l’ha più lasciata andare’

Per cercare di capire le dinamiche esatte, ripercorriamo insieme a Save quanto successo quel giorno, in fondo a via Canevascini, all’imbocco della strada che porta al Consorzio depurazione acque, poco distante dalla chiesa della Sacra Famiglia. La donna e la giovane abitano proprio in quella zona. «Era da poco passato mezzogiorno. Ero rincasata per preparare il pranzo mentre Sara, mia figlia, era scesa col cane. Un giro veloce, giusto per far fare la pipì a Luna e poi ritornar su», racconta la donna.

Passano alcuni minuti. Sara e la cagnolina sono sotto casa quando all’improvviso si vedono correre incontro un pitbull. Si ferma, annusa velocemente Luna e poi l’aggredisce, iniziando a morderla al collo con forza. Le urla disperate della ragazza squarciano la tranquillità del quartiere e mettono in allarme la madre che si affaccia dalla finestra. Vede la giovane piegata in due, mentre tenta di allontanare il cane di grossa stazza dalla loro piccola Luna, un meticcio incrociato con un volpino. «Sono subito corsa fuori. Ci è voluto un po’ prima che l’altro cane si staccasse da lei. Dopo averla presa per il collo non l’ha più lasciata andare –, dice la nostra interlocutrice, che prosegue –: Abbiamo chiamato il veterinario di picchetto, il signor Bruno Buzzini (municipale di Locarno, presente in quel momento ndr) ha chiamato la polizia. Ma per Luna non c’è stato nulla da fare. Ci è morta fra le braccia».

Il pitbull passeggiava senza guinzaglio e padrona

Sulla questione legata al fatto che il cane fosse sprovvisto di guinzaglio, pur essendo in una zona pubblica e pur essendo una razza soggetta a restrizione, Save non ha dubbi e conferma quanto da noi scritto in precedenza: «Il cane non era attaccato al guinzaglio».

Ma c’è un dettaglio inedito che emerge dalla discussione con la donna: «Quando siamo andate in gendarmeria per redigere il verbale abbiamo scoperto che la donna che era in quel momento con il pitbull non era la proprietaria –, afferma Save che, commentando l’atteggiamento di questa terza persona lo descrive come freddo e distaccato –. Era come se non fosse successo nulla. Né lei, né la vera detentrice del cane ci hanno chiesto scusa per quanto successo. Non si sono più fatte sentire».

‘Ma tanto non fa nulla’

A ulteriore riscontro della ricostruzione fornita da Save e di quest’ultimo elemento un testimone, anch’egli vicino di casa. «Ero sul balcone e ho visto tutta la scena. La cosa che più mi ha colpito è stata la reazione della ‘padrona’ del pitbull. Era distante e camminava come se nulla stesse succedendo. Poi è arrivata dal suo cane, ha cercato di tirarlo per staccarlo dal cagnolino ma senza alcun successo. Dopo diversi tentativi il pitbull ha mollato la presa. Il cagnolino è rimasto a terra, secondo me già senza vita, dato che il pitbull lo teneva per la gola da 10 minuti».

L’interlocutore riferisce di aver parlato in un secondo momento con sua madre. Gli racconta di aver incrociato nel portone principale del palazzo la donna, subito dopo l’aggressione, con il cane sempre non legato. «Mia mamma dallo stupore le ha chiesto come faceva a lasciarlo senza guinzaglio dopo quello che era successo e la donna le ha risposto con un semplice "ma tanto non fa nulla"».

Chiediamo al testimone se sa a chi fosse stato affidato quel giorno il pitbull. «Quel giorno a tenere il cane era la zia della padrona. La proprietaria abita anche qui vicino ma lo porta spesso qua perché ci abitano la madre e, appunto, la zia».

‘Non è colpa della razza, ma della mal gestione della padrona’

Sul posto, dopo quanto successo è sopraggiunta la polizia, prima quella Comunale, poi quella Cantonale. Il caso, come da prassi, è finito anche fra le mani del veterinario cantonale. «A dipendenza da quale sarà l’esito dell’inchiesta amministrativa, deciderò se andare avanti in questa battaglia. Vogliamo giustizia per la nostra piccola Luna –, dichiara Save che ci tiene però a specificare –. Non ce l’ho con il cane e non voglio che paghi con la vita per quanto successo. Né tanto meno punto il dito contro la razza. Il pitbull non ha nessuna colpa. La colpa è di chi doveva occuparsi di lui e non l’ha fatto. Gli accorgimenti per evitare quanto successo c’erano e sono noti a tutti i detentori di cani, eppure la signora ha scelto di non seguirli. Questo è grave e a rimetterci è stata la mia Luna ma se al suo posto ci fosse stato un bambino, visto che siamo nei pressi di una scuola? Non voglio nemmeno pensarci».

‘Eravamo come i tre moschettieri’

Un ultimo pensiero poi va alla cagnolina: «Era dolcissima. Amava stare coi bambini e ci faceva le feste quando tornavamo a casa. Era ben voluta da tutti nel palazzo –, racconta con commozione Save –. Eravamo come i tre moschettieri, sempre insieme: io, mia figlia e la nostra cagnolina. Sono adulta, riesco a metabolizzare. Sara invece è a pezzi. Ho dovuto subito togliere cuccia e ciotole perché la vista per lei era troppo dolorosa. Avevano un legame speciale e ora, mi dice, è come se le avessero staccato un braccio. Si sente vuota. Si sente terribilmente sola».

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