Locarnese

Semine e novellame, così il Dipartimento ne orienta la rotta

All’Assemblea della Società di pesca Onsernone-Melezza Christophe Molina ha illustrato gli indirizzi del Dipartimento in materia di gestione ittica

6 febbraio 2023
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Fra i temi che più hanno catturato l’attenzione dei patiti della lenza ticinesi, in occasione delle assemblee dei vari sodalizi tenutesi in queste ultime settimane, vi è sicuramente quello legato alle semine di novellame. La direzione presa dal Dipartimento, tramite l’Ufficio caccia e pesca (Ucp), come abbiamo già più volte riferito, è quella di ridurre notevolmente la produzione nelle ‘nursery’ di tutto il cantone, favorendo nel contempo la riproduzione naturale nei corsi d’acqua.

Immissioni infruttuose, così non va

Del tema si è parlato anche in occasione della recente assemblea della Società di pesca Onsernone Melezza, presieduta da Ewan Freddi, tenutasi a Cavigliano. Christophe Molina, collaboratore tecnico dell’Ucp del Canton Ticino, profondo conoscitore della materia, ha presentato un’interessante relazione concernente il rinnovo dei riproduttori e le strategie di ripopolamento in atto. È in corso un riorientamento graduale di quanto fatto sin qui negli stabilimenti ittici, che consentirà al Cantone, ente che sovvenziona la produzione di novellame, non da ultimo, un certo risparmio finanziario annuale. Le direttive di produzione sono state riviste verso il basso, visto che negli ultimi anni sono stati prodotti e seminati troppi pesci senza ottenere dei risultati incoraggianti. Lo scorso anno nel Luganese e nel Mendrisiotto c’è stato un esubero di 300mila pesci che non hanno potuto essere immessi negli specchi d’acqua in quanto questi ultimi, complice la siccità, non erano ospitali per la fauna ittica.

Lasciare che sia la natura a fare il suo corso?

La domanda, aperta, da porsi, a sto punto è per sapere se in futuro occorrerà continuare a seminare oppure no. La risposta potrebbe fornirla la natura stessa: se la riproduzione naturale sarà in grado di sostenere le popolazioni di trote attualmente presenti nei corsi d’acqua anche senza l’intervento dell’uomo, allora no. Ma se si osserverà una riduzione del pescato in assenza di sufficienti immissioni, occorrerà trovare rimedio. Molina a titolo di paragone ha illustrato quanto fatto altrove in Svizzera; nel Canton Argovia, dove si è smesso completamente di seminare, nel Canton Berna, dove si segue l’esempio ticinese e nel Canton Vaud, dove vengono seminati solo certi tratti dei fiumi e torrenti. Dai controlli sull’efficacia di queste misure è emerso che la resa è molto scarsa. Si realizzano inoltre delle rivitalizzazioni dei corsi d’acqua che hanno un effetto migliore che seminare dei pesci che poi non trovano le condizioni ideali per sopravvivere, infatti solamente un habitat intatto potrà garantire alle popolazioni naturali di automantenersi.

Capacità di adattamento per garantire la sopravvivenza

Sempre legata al tema del novellame c’è la questione delle capacità di adattamento dei piccoli pesci una volta riversati nei corsi d’acqua. Portare dei riproduttori catturati nei fiumi nelle vasche delle piscicolture potrebbe infatti indebolire, col tempo, la genetica? Il rischio non esiste, ha risposto l’esperto, spiegando che il lavoro verrà svolto ogni 2-3 anni procedendo quindi con ricambi dei riproduttori, per evitare fenomeni di consanguineità. Le uova a livello genetico saranno dunque ideali e, se seminate correttamente, permetteranno ai pesci di garantire una certa rusticità, fondamentale per la loro sopravvivenza.
A compromettere il buon risultato delle semine sono purtroppo, oltre alle condizioni naturali, anche gli uccelli ittiofagi. Su tutti, cormorani e aironi cenerini, i quali hanno un ruolo nell’impoverimento dei nostri laghi e fiumi. Molina ha ricordato che il cormorano si può cacciare lungo i corsi d’acqua e non nei laghi. Per evitare che questi indesiderati ospiti banchettino occorrerà dunque procedere con semine mirate e ragionate cercando di non attirarli.

Fabio Colombo presidente onorario

Due parole, infine, al capitolo nomine statutarie. Ewan Freddi ha proposto la nomina di Fabio Colombo, il più longevo dei presidenti del sodalizio (è rimasto in carica ben 13 anni), alla presidenza onoraria. Samuele Bianchi e Davide Darni sono entrati a far parte del comitato, mentre Fabio Leoni ha inoltrato le sue dimissioni; in sua sostituzione è stato eletto Alfonso Giordano.

Sempre Ewan Freddi ha rilevato che purtroppo la Società di pesca Onsernone Melezza registra un lieve calo di soci (una decina di membri passando da 196 a 185).

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