Locarnese

C’è un’opposizione al progetto di rilancio del Grand Hotel

L’autosilo, i lavori al tetto e altre questioni minori hanno spinto la Hôtel Belvedere Locarno Sa a chiedere una revisione dei piani

C’è un problema sulla strada della ristrutturazione
(Ti-Press)
6 aprile 2022
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La temuta opposizione al progetto di ristrutturazione da 50 milioni di franchi del Grand Hotel di Muralto è arrivata. L’ha firmata il presidente della Hôtel Belvedere Locarno Sa, Diego Lissi, la cui struttura alberghiera è situata a mezza collina, distante poche centinaia di metri dall’ampio terreno che ospita il Grand Hotel.

«Confermo che la Hôtel Belvedere Locarno Sa ha presentato opposizione alla domanda di costruzione. La decisione è maturata malgrado la nostra adesione di principio e la soddisfazione per il fatto che il turismo locarnese possa riappropriarsi, anche tramite il Grand Hotel, del ruolo guida che le spetta: siamo convinti che dalla rinascita dell’albergo muraltese tutta la regione e anche il Belvedere potranno trarre giovamento», premette Lissi, raggiunti ieri dalla "Regione".

Tuttavia, precisa il presidente della Sa del Belvedere, «abbiamo deciso di opporci sulla base dell’esame fatto dai nostri architetti e legali: riteniamo che le autorità competenti debbano e possano velocemente valutare certi aspetti che abbiamo evidenziato». Aspetti che fondamentalmente riguardano l’autosilo di 2 piani previsto sotto il Grand Hotel e il cui ingresso, a nord, sarà vicino a quello storico del Belvedere (accesso situato in territorio di Muralto). «Riteniamo anche che il numero di parcheggi non sia conforme alla Legge per quel tipo di insediamento – aggiunge Lissi –. Fra ospiti di oltre 100 camere, clienti del ristorante e numerosi impiegati nella struttura, i nemmeno 100 parcheggi previsti dal progetto sono chiaramente insufficienti».

Altri punti contestati da Lissi e dai suoi legali per conto della Hôtel Belvedere Locarno Sa sono inerenti agli interventi edilizi sul tetto, che non sarebbero coerenti con il Piano particolareggiato e con la natura storica dell’edificio, nonché alla questione della protezione degli alberi, più altri elementi minori. «Non vogliamo opporci per il gusto di farlo – sottolinea Lissi – ma riteniamo che se c’è una Legge, essa debba valere per tutti. Se le autorità riterranno che il progetto è legalmente corretto, accetteremo il verdetto. Non è nell’interesse di nessuno bloccare per anni e anni un’idea di rilancio quando già per troppo tempo la struttura è rimasta inattiva». Comunque, Lissi dice di avere qualche dubbio sulla scelta di non fare del Grand Hotel un "5 stelle", ma solo un "4 stelle". «Il turismo locarnese ha bisogno di un "5 stelle" aperto tutto l’anno, anche d’inverno. Ricordo che ai suoi albori il settore a livello regionale nasceva proprio come turismo invernale». L’auspicio è «che le autorità chiamate a statuire sulla nostra opposizione decidano in coscienza e lo facciamo in fretta».

Stefano Artioli, patron della Artisa e promotore dell’operazione di recupero del Grand Hotel, raggiunto dalla "Regione" dice di «prendere atto» dell’opposizione. Ma sottolinea anche «il grande appoggio che abbiamo sentito, prima e durante la pubblicazione della domanda di costruzione, da parte di tutti i vicini e confinanti. Abbiamo preso contatto con tutti quanti, spiegando nel dettaglio le nostre intenzioni, che si riassumono fondamentalmente con la volontà di ridare vita a una struttura storica, di grande valore architettonico e turistico, chiusa da troppo tempo. I riscontri sono stati positivi su tutta la linea: ci tiene il Comune, ci tiene il Film Festival e ci tiene la regione intera. La mia speranza è che questa opposizione non sia pregiudizievole, bloccando di nuovo tutto».

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