Locarnese

Museo cantonale di storia naturale, la variante è servita

Licenziato a Locarno il messaggio per la pianificazione. Parallelamente, il Cantone pubblicherà il bando del concorso di architettura

Il complesso conventuale di Santa Caterina
23 marzo 2022
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Un tassello dopo l’altro, prende forma il mosaico del futuro Museo cantonale di storia naturale nel comparto di Santa Caterina. L’ultima tessera in ordine di tempo è la pubblicazione del messaggio municipale per l’adozione della variante di Piano particolareggiato del Centro storico. La prossima sarà il bando cantonale del concorso di architettura per la raccolta di idee e visioni in grado di valorizzare l’ampio complesso conventuale con il suo grande parco che verrà aperto al pubblico. Nicola Pini, capodicastero Sviluppo economico e territoriale, sottolinea che «la modifica pianificatoria concretizza quanto emerso dal mandato di studio in parallelo promosso dal Cantone. In questo modo poniamo le basi per accogliere il Museo, con i suoi spazi espositivi e il suo Istituto di ricerca, così come per riqualificare e rendere accessibile al pubblico un comparto splendido e strategico per la Città, rafforzando l’attrattiva culturale, turistica e naturalistica della regione tutta».

La scelta cantonale

Facendo un passo indietro, la scelta di ubicare il Museo cantonale di storia naturale nel complesso di Santa Caterina era stata presa dal Consiglio di Stato nel 2017 e sostenuta successivamente dal Gran Consiglio, anche a fronte di proposte alternative provenienti da altre regioni del cantone. Il credito di progettazione di 9,55 milioni di franchi era stato stanziato nel maggio del ’21 dal parlamento. La decisione cantonale di favorire la soluzione locarnese concretizza le prospettive comunali di "rafforzare in modo marcato la vocazione culturale e turistica di Locarno, così come dell’intera regione – nota il Municipio –. L’insediamento della struttura museale nel comparto di Santa Caterina appare infatti molto significativo dal punto di vista strategico. Non solo permette la conservazione e, anzi, la riqualifica di un’area pregiata dal profilo storico-culturale e unica nel suo genere in Ticino, ma rappresenta anche un’opportunità di sviluppo per lo stesso Museo di storia naturale". Il che avverrà a vari livelli. Dopo una ricerca decennale di spazi alternativi rispetto a quelli luganesi occupati finora, "a Locarno il Museo potrà ampliare le sue superfici a disposizione del pubblico e delle attività di ricerca. Andrà poi a situarsi in una posizione centrale, a due passi dalla Piazza Grande e vicinissimo alle fermate di praticamente tutti i vettori del trasporto pubblico. Tutti ‘atout’ che portano un valore aggiunto dal profilo turistico-culturale". Senza dimenticare che questa centralità apre le porte a futuri sviluppi di messa in rete con istituzioni scientifiche e socio-culturali analoghe come le Isole di Brissago, il Parco del Piano di Magadino o il nuovo sito Unesco delle faggete della Valle di Lodano.

Gli spazi e le prospettive

Il complesso conventuale di Santa Caterina è racchiuso in un grande muro perimetrale che contorna due ampi spazi aperti che occupano non meno dei due terzi dell’intera superficie del fondo, ampio quasi 12mila metri quadrati (ciò che equivale, grossomodo, all’area acciottolata di Piazza Grande). Spazi verdi per i quali, come accennato, il futuro sarà a usufrutto pubblico.

Scopi principali del Museo cantonale di storia naturale sono ricercare, documentare, studiare e divulgare le componenti naturali del territorio e accrescere la consapevolezza del ruolo giocato dall’uomo all’interno del suo ambiente; ambiente esplorato sia dalle scienze della terra, sia da quelle della vita. Per farlo, la struttura è articolata in due parti interconnesse. La prima è l’Istituto di ricerca, l’altra il Museo in quanto tale. L’Istituto si occupa dell’attività scientifica in campi come la paleontologia e la biodiversità, gestisce le collezioni costituite da migliaia di reperti, sviluppa e aggiorna il patrimonio bibliografico, collabora nell’allestimento di documentazione specialistica e organizza corsi, escursioni e congressi per i vari specialisti del campo. Quanto al museo, con le sue esposizioni temporanee e permanenti, con le attività didattiche, la promozione di eventi destinati al grande pubblico e le pubblicazioni, è quello che viene definito un mediatore culturale.

C’è, poi, un terzo elemento: la progettazione della nuova sede considererà anche l’approfondimento e la pianificazione degli spazi per la Casa delle Valli, un luogo fisico in cui promuovere la cultura, il paesaggio, i prodotti e la qualità di vita delle valli (in particolare, ma non solo, del Locarnese) e anche un luogo ideale di collegamento e messa in rete di queste regioni e dei loro attori.

Un inserimento adeguato al contesto

L’iter prevede ora il vaglio commissionale e, successivamente, l’adozione della variante da parte del Consiglio comunale. Come detto, per accelerare i tempi procedurali, il Cantone pubblicherà a breve il bando del concorso d’architettura che permetterà di prendere visione non solo dei volumi, delle altezze o della destinazione che si intende dare agli spazi del comparto, ma anche e soprattutto della qualità di ciò che si intende realizzare, rispondendo alle esigenze intrinseche di una simile struttura museale, così come a quelle della valorizzazione del complesso, con le sue vaste superfici aperte al pubblico. L’obiettivo è uno sviluppo in armonia con il contesto circostante del centro storico. In questo senso, in risposta anche alle preoccupazioni sollevate da alcuni confinanti nel corso della precedente fase di informazione e partecipazione pubblica, il bando riprenderà vincoli e condizioni fissate nella scheda tecnica che accompagna la variante di Piano regolatore, con l’obiettivo di garantire la tutela del bene culturale e l’adeguato inserimento paesaggistico e urbanistico dei nuovi edifici.

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