Locarnese

I MOPS per Cordero al Monte Verità di Ascona

Il collettivo di danza diretto da Ela Franscella partecipa con “Trecce di Memoria” alla mostra “Luoghi e Voci”

I MOPS in un intenso momento artistico
(Ti-Press)
10 giugno 2021
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Domani, venerdì 11 giugno alle 18.30 in Sala Balint al Monte Verità, la compagnia MOPS_DanceSyndrome incontra l’arte e il lavoro di Marco Cordero, uno dei protagonisti della mostra “Luoghi e Voci”, inaugurata al Monte Verità lo scorso 8 maggio e in esposizione fino a metà agosto.

Il progetto è nato da un incontro e da una sinergia spontanea e ha preso vita dall’opera chora, un’installazione ambientata nella piccola biblioteca del Barone von der Heydt, dove l’artista si confronta con lo spazio creando volte e un pavimento di libri scavati, scolpiti come mattoni. Il linguaggio della scultura si lega a quello del suono con la presenza dell'elemento voce grazie ai Giovani Cantori di Torino. Marco Cordero la racconta così: «Chora è un lavoro che in parte esisteva già, ma da anni desiderava la voce, aveva bisogno di questo elemento; voce che connotasse il qui e ora, che diventasse elemento di presenza in quella forma che la scultura non può avere; il legame è dato dalla “parola”. Nei libri, l’impronta di una figura sdraiata che, alzandosi, ha lasciato il suo negativo e si è portata dietro tutto ciò che è il letto, nel suo doppio significato: letto come spazio che la accoglieva e come insieme delle parole lette che ora, in qualche modo la costituiscono. La parola pronunciata e cantata da lì parte e si sviluppa, tocca altre persone, si muove, esce dall’edificio, si mescola col vento».

A questo, Ela Franscella – fondatrice della compagnia di danza contemporanea MOPS_DanceSyndrome, composta unicamente da danzatori con Sindrome di Down – ha aggiunto il gesto, portando all’esterno nuove impronte, emozioni ed estensioni corporee del pensiero. Come tra le 13 opere della mostra “Luoghi e Voci”, anche questo lavoro si riconduce a una risonanza, dai libri dell'anima e della vita, passando attraverso le stanze della memoria. Un rituale di danza, contemporaneo e a linguaggio universale, nel quale danzatori si fanno anello di congiunzione con l'opera. “Trecce di Memoria” è un haiku danzato che diventa rivelazione dell'intimo, dove i corpi manifestano la loro profondità in un misterioso equilibrio, selvaggio e saggio. Il processo creativo è partito dalle parole scritte dai danzatori, che sembrano sorgere dall’impronta di chora per regalare il loro messaggio al pubblico. La compagnia è composta da Simone Lunardi, Amedea Aloisi, Gaia Mereu, Elisabetta Montobbio, Guglielmo Hug e Fatima Soumaré, con la direzione artistica di Ela Franscella.

Entrata libera, prenotazione richiesta: info@monteverita.org (in caso di prenotazioni per due o più persone, specificare se si tratta di congiunti/conviventi per il rispetto delle distanze richieste dalle normative in vigore).

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