Locarnese

Locarno, sul PALoc 4 la Sinistra è alquanto critica

Il Programma d'agglomerato presenterebbe diverse lacune e non sarebbe in grado di fornire risposte esaustive in vari ambiti. Sui posteggi serve una strategia

21 dicembre 2020
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Programma d’agglomerato di quarta generazione (PALoc 4) all'esame dei vari gruppi politici. A far sentire, per primo, la propria voce è il Partito socialista, la cui sezione di Locarno (spalleggiata dal suo Gruppo di lavoro territorio e ambiente), ha inoltrato le proprie osservazioni relative al dossier, nell’ambito della fase di consultazione del corposo incarto. Nella dettagliata analisi, la Sinistra ritiene che il PALoc4 non “poggi ancora su una sufficiente metodologia di lavoro. Manca di una procedura standard per l’elaborazione generale, così come delle singole misure. In pratica ci si sarebbe limitati a una semplice ‘lista della spesa’ con le singole schede, senza esaminare le altre esigenze pianificatorie dei Comuni o senza dar loro un indirizzo in tal senso”. Tra le criticità sulle quali il Ps focalizza la propria attenzione citiamo la densificazione incontrollata (vedasi sviluppo dei tre assi cittadini di via Franzoni, via Varesi e via Varenna, il cui sviluppo “non racchiude una logica unitaria o, ancora, la valorizzazione urbanistica del quartiere Campagna priva di un’analisi preventiva”).

‘Crescita demografica? Attenti la popolazione calerà!‘

Si assiste quindi a una “densificazione a volte caotica e fuori controllo” di queste componenti urbane. Non è di aiuto, sempre sondo a Sezione del Ps, l'evoluzione della curva demografica. Il PALoc 4 si baserebbe su previsioni vecchie (del 2005), ormai superate. La diminuzione demografica a partire dal 2030 porterà a un calo della domanda di alloggi. Mentre quelli vuoti, in città sono oltre mille. In questo contesto, il timore degli interessati è le zone ben servite dal traffico e densamente edificate “vengano destinate nei prossimi anni a residenze secondarie generando un fenomeno difficilmente reversibile”.

La disamina prosegue con altri temi, come quello dei posteggi pubblici (“il loro proliferare senza un preventivo conteggio e a volte senza neppure essere pianificati rischia, infatti, di vanificare il lavoro del PALoc; manca, insomma, una strategia di agglomerato per lasciare i posteggi in periferia”) e la mobilità lenta. Al riguardo di quest'ultima, “se da un lato l’estensione della rete ciclabile e l’implementazione del bike sharing sono sforzi certamente apprezzabili, dall’altro le misure per la trasformazione da uso ricreativo a uso utilitaristico del sistema sono insufficienti.

‘Il quarto ponte sulla Maggia, non risolve i problemi’

Rileviamo in particolare una carenza di attenzione alla possibilità d’interscambio tra traffico ciclabile e trasporto pubblico, alla quale si potrebbe ovviare prevedendo ad esempio posteggi per biciclette coperti in prossimità delle fermate degli autobus oppure la possibilità di caricare le stesse direttamente sui mezzi pubblici». Un'ultima riflessione interessa da vicino il quarto ponte sulla Maggia, il cui progetto risulta alquanto indigesto alla formazione politica. La seconda passerella ciclopedonale, posizionata più verso il lago rispetto a quella inaugurata a giugno tra Locarno e Ascona, per la quale si prevede un investimento di 5,5 milioni, non risolverebbe i problemi per i quali è stata pensata e non offrirebbe un'alternativa competitiva alla nuova passerella. Tradotto, un doppione inutile.

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