Locarnese

Bontoc, città chiusa (dal Covid-19)

Intervista alla cooperante locarnese di Comundo Sara Imperatori, dal 2017 nelle Filippine. Nel lockdown 'guardiamo, aspettiamo e facciamo quello che possiamo'

Un momento di formazione (foto Comundo)
20 aprile 2020
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Bontoc si adagia in una conca fra le montagne, il centrocittà è sul fondo. "Ogni tanto ci si sente un po' claustrofobici, questa è una zona rurale; ma sto bene", racconta Sara Imperatori in una telefonata intermittente, ritmata dal canto lontano di un gallo. La cooperante locarnese di Comundo è nelle Filippine dal 2017 e lavora a un progetto di formazione. Da settimane, è in isolamento e in quest'occasione l'abbiamo contattata affinché ci raccontasse la sua quotidianità nell'emergenza sanitaria (sul sito di Comundo, è visibile un bollettino video: https://www.comundo.org/it/notizie/bontoc-e-una-citta-chiusa-2057).

https://youtu.be/x_3agwRWIUI

I casi conclamati di coronavirus nelle Filippine sono oltre 6'500 e i decessi più di quattrocento (secondo i dati della John Hopkins' University) e, come le nazioni nel resto del mondo, anche quella del Sudest asiatico applica strategie di contenimento per contrastare la diffusione della pandemia. È la capitale Manila a registrare la maggioranza dei casi, mentre nella municipalità di Bontoc, ancora non ne sono stati registrati; nonostante ciò il presidente Rodrigo Duterte ha chiuso tutta l'isola (in calce, alcune annotazioni). Il lockdown doveva essere attivo per un mese dal 14 marzo, "ma è stato prolungato ancora per due settimane, fino al 28 aprile. Gli spostamenti - racconta - sono limitati e sono praticamente bloccata in casa (abita su una delle pendici della conca; ndr). Si può uscire per fare una passeggiata, ma il centrocittà è accessibile solo con un pass per fare la spesa".

Nel lockdown: un'attitudine alla vita semplice che fa sentire meno l'agitazione

Nel contesto rurale di Bontoc oramai da due anni e mezzo, Sara racconta che all'inizio ha dovuto pian piano adattarsi "alla vita semplice. Credo quindi che fossi in qualche modo già pronta a questa situazione". Anche se la popolazione non può continuare con la vita 'normale', "ho come l'impressione che ci sia meno panico, si è abituati a prendersela con calma e anch'io sento meno l'agitazione; seguo l'attitudine che hanno qui: guardiamo, aspettiamo e facciamo quello che possiamo". L'entrata alla città è chiusa e per lasciarla bisogna avere permessi speciali; "questo vale per le ventidue municipalità della regione. Si è bloccati qui", spiega.

Per quanto concerne il lavoro, il suo progetto normalmente implica diversi spostamenti, di comunità in comunità, ma ora è quasi fermo. "Riesco a portare avanti molto poco, perché la formazione di giovani volontari non è possibile". La quotidianità è dilatata, la cooperante racconta che in queste settimane ha approfittato del tempo per scrivere i consueti bollettini da inviare al gruppo di sostegno e a coloro che la seguono in questa esperienza, traducendoli anche per gli amici non italofoni. "Sono molto creativa - rivela -, sto realizzando di tutto e di più. Così le giornate passano abbastanza velocemente". Strumenti creati con materiali riciclabili, argilla, vestiti dismessi; "prototipi che normalmente uso per far vedere ai giovani che si può realizzare, anziché comperare. Questo anche per sensibilizzare sul tema dei rifiuti".


Durante un atelier sul riciclaggio con un gruppo di agricoltori: costruiscono girandole a partire da lattine (foto d'archivio Comundo)

Pensando alla politica emergenziale messa in atto dal presidente Duterte, Sara dubita che attività come la sua possano ripartire non appena la crisi sanitaria inizia a spegnersi. Nonostante ciò, l'insegnante spera che da giugno si riesca a riprendere il programma e portare a termine quanto prefissato prima del suo rientro in Svizzera, fra sei mesi. A proposito di casa, Comundo "ha dato la possibilità ai suoi cooperanti di scegliere di rientrare in Svizzera per tre mesi e riprendere il progetto in seguito. Oppure, per coloro che erano alla fine del lavoro, tornare in Svizzera un po' prima". L'ong è sempre in contatto con i suoi cooperanti in diverse regioni del Sud del mondo, grazie alla task force Covid-19 che si preoccupa di sostenere e informare.


Lavori collettivi per la pulizia della fonte d’acqua della comunità. Qui durante la pausa picnic (foto d'archivio Comundo)

Un arcipelago di oltre settemila isole

A circa diecimila chilometri da qui, con oltre 24mila abitanti, la municipalità di Bontoc è la capitale della provincia di Mountain, nel nord delle Filippine. La Repubblica del Sudest asiatico è un arcipelago di oltre settemila isole e Bontoc si trova nella regione geografica Luzon del Nord, la stessa della capitale Manila. Sara ci è arrivata nel novembre del 2017 per partecipare a un progetto di cooperazione allo sviluppo (che terminerà a ottobre 2020). Insegnante di lingue, si occupa soprattutto di sostenere il Vicariato apostolico di Bontoc-Lagawe in formazione, organizzazione e comunicazione verso l'esterno. Compito svolto tramite i cinque uffici Yeast (gioventù, educazione, funzioni religiose, problemi sociali e beni terreni). Per chi fosse interessato al lavoro della cooperante, digiti www.comundo.org, oppure legga l'intervista raccolta nel maggio del 2019 da 'laRegione': https://www.laregione.ch/cantone/locarnese/1370817/la-felicita-delle-piccole-cose-sara-imperatori-cooperante.

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