Locarnese

Centovalli, in prima mondiale una funivia a ‘incrocio’

L’impianto via fune Intragna-Pila-Costa sarà dotato di un rivoluzionario scambio; sulla Verdasio-Rasa sarà alzata a livello strada la stazione di partenza

9 dicembre 2019
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Oltre 150 persone hanno affollato giovedì la palestra delle scuole di Intragna in occasione della serata informativa voluta dal Municipio delle Centovalli per fare il punto sul rinnovamento delle funivie Intragna-Pila-Costa e Verdasio-Rasa. Molte le domande, i suggerimenti e anche qualche posizione critica, in un clima comunque pacato e costruttivo.

Il sindaco Ottavio Guerra ha annunciato l’esito della «gara d’appalto per la costruzione degli impianti a fune, cha ha visto la ditta Inauen-Schätti di Glarona aggiudicarsi entrambe le opere». Anche grazie a una verifica indipendente si sono scongiurati possibili ricorsi e conseguenti ritardi. Per quanto concerne il “vestito”, ovvero le cabine e la parte architettonica, il gruppo di lavoro sta redigendo il relativo bando di concorso. La giuria si esprimerà entro fine marzo 2020. Confermata dunque la tabella di marcia che prevede l’inizio dei lavori a fine estate 2020.

«L’impostazione generale – ha spiegato il sindaco Guerra – mira a fare delle nuove funivie un volano per il turismo e le altre attività economiche, garantendo gli attuali posti di lavoro e creandone altri stimolando l’imprenditoria. Un turismo dolce e non di massa. Il Masterplan, che partirà sostanzialmente in contemporanea, sarà un ulteriore strumento per rilanciare la nostra fragile economia».
L’ingegner Reto Canale, responsabile del progetto, ha illustrato gli aspetti tecnici. Funivia Intragna-Pila-Costa: il capitolato d’oneri ha tenuto conto anche del sondaggio tra la popolazione. Le posizioni delle stazioni e dei piloni rimangono invariate. La funivia avrà una sola linea lungo la quale le cabine si incroceranno secondo un’innovativa tecnica “a incrocio” delle cabine: una soluzione che ottimizzerà l’accesso alla stazione intermedia di Pila (niente più rampa) e che consente di ridurre le dimensioni delle fermate. Una tecnologia in prima mondiale che potrà attirare più visitatori.

Verdasio-Rasa, la stazione si sposta

Verdasio-Rasa: qui la funivia sarà a due linee “va e vieni” classiche, parallele, che però potranno essere azionate indipendentemente l’una dall’altra. In caso di emergenza non sarà quindi più necessaria la cabina di salvataggio (risparmio di costruzione e manutenzione). Il desiderio della popolazione di Rasa di spostare la stazione a monte all’altezza del villaggio è stato purtroppo respinto dalla Commissione federale per la protezione della natura e del paesaggio (Cfnp), che ha ritenuto più importante preservare l’aspetto architettonico e urbanistico del villaggio. Cambia invece la stazione a valle, a Verdasio, che verrà innalzata al livello della strada cantonale, offrendo un accesso più agevole e consentendo la creazione di nuovi posteggi. Entrambi gli impianti saranno dotati di servizio automatico 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, cabine con 8 posti o merci (palette) fino a 1’000 kg. A buon punto anche la pianificazione del “dopo inaugurazione”. L’investimento da 11,7 milioni di franchi è coperto in toto dal Cantone, ma eventuali deficit operativi peserebbero sulle spalle del Comune. È dunque cruciale che l’Ente autonomo comunale che gestirà le funivie possa operare su basi sostenibili. Incognite che preoccupano: «Rischiamo di mettere una palla al piede del Comune. Attenzione!» – ha ammonito un cittadino. Il sindaco Guerra ha assicurato che «si sta lavorando per creare tutte le premesse affinché vi sia una gestione che crei utili». L’economista Antonio Girardi dello Studio Flury e Giuliani, introducendo le proiezioni sui costi stimati, ha definito scenari da cui risultano buoni margini di risparmio. Notevoli potenzialità ancora inespresse deriverebbero da sinergie mirate (in primis con il Consorzio Funivia di Comino). Tra gli interventi del pubblico anche quello di Giorgio Pellanda, già sindaco di Intragna. «Sento previsioni all’insegna dell’ottimismo (è giusto credere con forza in questo progetto collettivo). Ma invito anche alla prudenza. Ad esempio andranno previsti degli accantonamenti. Non sappiamo se tra 50 anni, quando i nuovi impianti andranno sostituiti, potremo ancora contare sul Cantone».

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