Locarnese

Alvaro Mellini, da 'ball-boy' a triplo presidente

Un 'sodalizio' con il Tennis Club Locarno lungo una vita: dagli inizi per aiutare la famiglia al salvataggio societario di fine anni 90

13 novembre 2019
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Azione, reazione. È in questo semplice meccanismo che da quasi 70 anni si gioca l’impegno di Alvaro Mellini al servizio del Tennis Club Locarno. Azione: «Anno 1952, ero giovanissimo. Papà era morto l’anno precedente, il 6 settembre, e la mamma era rimasta con sei figli da crescere. I tempi erano difficili: lavorava, ma non era sufficiente. Una conoscente un giorno le disse: «Mandi giù i ragazzi al Tennis a fare i “ball boy”». Lo fece. In pratica sono cresciuto lì, in quell’ambiente allora decisamente esclusivo (al “club house” si parlava francese), ma protetto, sano. E grazie a Dio, fra paghetta e mance, si raccoglieva qualche soldo». Reazione: «Se da allora ad oggi non mi sono più staccato dal Tennis Club, se per tre volte sono stato presidente, e se mi sono sobbarcato l’impegno del salvataggio finanziario di fine anni 90, è perché dovevo saldare un debito. Credo di averlo fatto. È il momento di dire basta».

Alvaro Mellini va per i 78 anni ma nel suo ufficetto ai campi della Morettina, se sorride, lo fa ancora con gli occhi di un bambino: quel bambino che si sorprendeva ad osservare i gran signori giocare, e che con i suoi fratelli ha contribuito a sostenere, come poteva, la famiglia in difficoltà. «Erano tempi diversi – ricorda –; tempi in cui la città era ancora pronta a mobilitarsi. Locarno lo fece per noi, una vedova e sei orfani di padre, raccogliendo generi alimentari e tutto quanto poteva aiutarci ad andare avanti». E c’era il Tennis, giù all’Isolino, una seconda casa in cui Alvaro è entrato in punta di piedi e di cui poi si è preso cura per una vita intera. Contribuendo a realizzare, trent’anni fa, i campi coperti alla Morettina: un investimento importante, i cui strascichi avrebbero potuto portare al fallimento del club: «Nell’85, con l’entrata in funzione del centro coperto, dimissionai e venni nominato presidente onorario. Ma una decina d’anni dopo mi richiamarono: a causa dei tassi d’interesse altissimi il sodalizio annaspava in oltre un milione e mezzo di franchi di debiti: bisognava far qualcosa e farlo in fretta. Prima sistemai le cose con la Federazione svizzera, che ci aveva concesso un prestito senza interessi di 350mila franchi e si prestò a rinunciare alla metà della restituzione. Poi si trattava di agire con il “pool” di banche. Parlai con i direttori locali – che conoscevo benissimo perché erano di qui, e allora ancora potevano decidere autonomamente – e poi con Dionigi Resinelli, della Società bancaria ticinese, che accettò di riprendere circa la metà del debito condonato dal “pool”. In questo modo il Tennis Club fu salvo».

‘Ma non lo abbandono’

Oggi la realtà tennistica locarnese è diversa da quella degli anni d’oro, quando i membri attivi erano il doppio di quelli attuali; ma è una realtà socialmente importante per ciò che fa con il vivaio («Solo alla scuola tennis sono iscritti un centinaio di giovanissimi») e per il suo indotto turistico. Un indotto determinato in primo luogo dal mantenimento dei campi all’Isolino dopo la bislacca idea municipale di una decina di anni fa di vendere il terreno per fare cassa. Un’idea rintuzzata con forza dai cento buoni motivi addotti da Mellini per conto del Tennis Club, e osteggiata a suo tempo anche da una petizione popolare che totalizzò circa 1’400 firme.

Frammenti che illuminano una storia societaria iniziata nel 1928 e che si è sviluppata a fortune alterne in base ai cambiamenti della società. A febbraio Alvaro Mellini tornerà dunque presidente onorario e lascerà gli incarichi di diretta responsabilità. «Ma il club – si affretta a precisare – mica lo abbandono. Solo, che a reggerlo siano altri».

Diritto di superficie alla Morettina, dalla Gestione il ‘sì’ al prolungamento

Trova terreno fertile in Gestione, il prolungamento di 15 anni (alla scadenza, nel 2035) del diritto di superficie concesso al Tennis Club Locarno per il terreno che ospita il centro coperto alla Morettina.

Il rapporto commissionale – relatore Pier Mellini – è infatti a favore della proposta municipale, giustificata dal fatto che l’Associazione Tennis Club Locarno ha in previsione investimenti di una certa portata finanziaria. Inoltre, uno dei due oneri ipotecari di 395mila franchi è giunto a scadenza a settembre “e il rinnovo sulla base dei 15 anni residui comporterebbe dei tassi d’interesse e d’ammortamento molto elevati che metterebbero in seria discussione la sopravvivenza del club”.

Un club, viene specificato, che conta oggi oltre 160 soci attivi, un maestro a tempo pieno, due a tempo parziale, un addetto alla manutenzione al 70% e una segretaria al 25%. Maestri che garantiscono l’attività del vivaio con la Scuola tennis e gli allenamenti del gruppo agonistico. Senza dimenticare che il club organizza tornei di livello cantonale e nazionale, come ad esempio i Campionati svizzeri giovanili dal 2017 al 2019, per la presenza annua di oltre 450 giovani.
“Nel corso della stagione, soprattutto estiva, il club è frequentato, oltre che dai soci locali, da diverse centinaia di turisti che praticano quest’attività sportiva durante le loro vacanze”, sottolinea ancora la Gestione. Quanto ai 6 campi in terra rossa all’Isolino, danno vita ad una struttura “che può essere definita un gioiello grazie alla sua ubicazione e, soprattutto all’inizio della stagione estiva, nei mesi di aprile e di maggio, richiama molti gruppi provenienti dalla Svizzera interna che organizzano stage di allenamento”.

In definitiva “il Tennis Club Locarno è parte integrante nel panorama sociale e sportivo non solo della nostra città, ma di un’intera regione” e merita pertanto di essere sostenuto, anche tramite la proroga per 15 anni del diritto di superficie proposta dal Municipio e sottoscritta dalla Commissione della gestione nel suo rapporto favorevole al messaggio della Città.

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