Locarnese

Se mi gira il din-don-dan (Contra by night)

Sulla collina di Tenero le campane suonano tutta la notte. L’assemblea parrocchiale aveva decretato il silenzio. Ma un ricorso annulla tutto

Chiesa di San Bernardo a Contra, territorio collinare di Tenero
28 agosto 2019
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Si dice “stonato come una campana”, ma a Contra, almeno sino al 12 novembre del 2018, tra campane c’era la massima sintonia. Il 22 giugno di quell’anno, un esercizio pubblico nei pressi della chiesa aveva chiesto alla parrocchia di silenziare i rintocchi dalla mezzanotte alle sei del mattino, così da permettere agli ospiti della struttura un riposo più continuativo; dal canto suo, quattro mesi dopo, l’Assemblea parrocchiale aveva chiuso una vertenza mai iniziata decidendo – con quattro voti a tre – di rinunciare ai rintocchi un’ora prima, dalle 23 alle 6. Nella raggiunta armonia tra le parti, il 12 novembre del 2018 la nota stonata: un cittadino scrive al Consiglio parrocchiale e al Municipio ricordando che la decisione di sospendere i rintocchi spetterebbe al proprietario, ovvero al Comune; e facendo riferimento a una sentenza del dicembre 2017, quando il Tribunale federale diede ragione ai rintocchi ogni quarto d’ora della parrocchia di Wädenswil (Zh). Otto giorni dopo, il nostalgico della campana – non proprio agguerrito, piuttosto pieno di suggerimenti come la sostituzione del battacchio, o la sospensione del secondo rintocco – si appella alla Commissione indipendente di ricorso contro le decisioni degli organi parrocchiali, chiedendo l’annullamento. Commissione che lo scorso 12 agosto accoglie il ricorso del cittadino e annulla la risoluzione parrocchiale. Per due motivi: il primo di natura formale – le irregolarità durante l’assemblea (scrutatori non designati, messaggio in forma orale e non scritta, omissione della sentenza ‘Wädenswil’ e dei valori d’immissione fonica in zona e, fatto principale, l’assenza di una Commissione della gestione che renderebbe annullabile ogni decisione futura dell’Assemblea parrocchiale – e il secondo, di merito: sebbene il campanile sia un bene parrocchiale, la questione fonica è del Comune, che eventualmente “ordina al proprietario l’adozione delle necessarie misure di risanamento” (come da sentenza). Insomma, ammesso che la parrocchia non voglia ricorrere al Tram – difficilmente ipotizzabile per chi ha da subito voluto “tutelarsi da eventuali azioni giudiziarie” – il campanile di Contra deve suonare. Anche di notte.

Insonnia & Co. ‘E se ci pensasse Papa Francesco?’

Scrive Nathalia: “Ottima camera, hotel rimesso a nuovo, cene in terrazza. Ma le campane della chiesa suonano anche nel pieno della notte!”. E Isabelle: “Luogo riposante, gran bella vista sul Lago Maggiore, personale attentissimo. C’è calma... salvo la notte, con quelle campane”. O ancora Angelika, dall’Austria: “Camera eccellente, letto comodissimo, colazione prelibata. Ma le campane della chiesa hanno disturbato il riposo notturno”. Charlotte Verbeek gestisce l’albergo San Bernardo a Contra da 5 anni. Dai tavoli in sasso sotto il pergolato in terrazza può leggere le ore sull’orologio del campanile, e ai commenti che le lasciano in Booking ha fatto un callo grande come una casa: «Tutti gli ospiti, e dico tutti, al mattino si lamentano per i rintocchi. Diversi prenotano per più notti ma dopo la prima, disperati, fanno le valigie. Per correttezza, a questa gente concedo un rimborso. Mio fratello abita in pieno centro ad Amsterdam. Dice che a casa dorme come un bambino, mentre quando arriva a Contra diventa matto». E il perché è tutto in un numero: 87. Tanti sono i rintocchi che da mezzanotte alle 7.03 risuonano nel buio di Contra. Ottantasette calcolando che i rintocchi di ogni ora vengono scanditi tutti una prima volta e vengono ripetuti tre minuti dopo (quindi, solo fra mezzanotte e mezzanotte e 3 sono 24). In più, ogni mezz’ora viene sottolineata con un ulteriore battito. Senza dimenticare che ogni santo mattino in settimana, alle 6.45 in punto, parte un’Ave Maria che, ci racconta un altro abitante dei paraggi, «è un autentico concerto antelucano, che ovviamente suona quasi come una beffa, se non si è dormito durante la notte». Insomma, se dovessimo riempire le prossime righe con tutti i “don” di una singola notte a Contra, ci rimarrebbe ben poco spazio per scrivere.
Ma da scrivere ce n’è eccome, come ben sa Charlotte, che di lettera in lettera ha lottato durante questi ultimi 5 anni non solo a tutela dei suoi affari – 3 “suites” (di cui la più bella situata ad altezza campane) e due camere doppie nello stabile principale, più 60 posti letto nell’adiacente ostello della gioventù – «ma anche di tutte le persone normali, residenti, che di notte pretendono un po’ di calma. Io fortunatamente abito altrove, ma quando al mattino vedo gli occhi arrossati di certi miei clienti... hai voglia a consolarli con triplo cappuccino con il cuoricino stampato sopra!».

Proprio alla perseveranza di Charlotte si deve l’interessamento del Municipio di Tenero-Contra e la storica decisione dell’Assemblea parrocchiale. «Ma l’impegno per arrivare finalmente a una soluzione si è scontrato con questo signore (il ricorrente, ndr) che non solo aveva promesso di lasciare le cose come sarebbero andate, ma si è addirittura sempre difeso sostenendo di “tenere” al suono delle campane ma di non esserne disturbato perché lui neppure le sente, quando dorme». In parole povere: è bello sapere che ci sono; e se qualcuno ci perde le notti, beh, si arrangi. Charlotte, comunque, non demorde. Il prossimo passo sarà la misurazione dei decibel dei rintocchi «per verificare che non si superi la soglia limite dei 60». Poi, contro il disturbo notturno sta per partire una raccolta di firme: «L’obiettivo, lo ripeto per l’ennesima volta, non è cancellare le tradizioni, ma soltanto preservare la quiete notturna almeno da mezzanotte alle 6. Il sonno – credo – è più importante di sapere, alle 2, che siano le 2, e vederselo poi confermare 3 minuti dopo, e così via per tutta la notte». Solo chi almeno una volta nella vita ha sofferto d’insonnia, può capire cosa intenda l’albergatrice.

Che peraltro, teoricamente, una freccia al suo arco potrebbe avercela. E anche bella acuminata. Lo conferma una bella immagine appesa ad una parete del ristorante San Bernardo. Ritrae due uomini che si stringono la mano: «Quello a destra – spiega Charlotte – è Hermann Alexander Beyeler, che è il proprietario di questo stabile. Una persona molto abbiente e di straordinaria generosità». L’altro è Papa Bergoglio, suo amico personale. «Sa, a mali estremi...».

Un team condiviso

La Commissione indipendente di ricorso contro le decisioni degli organi parrocchiali nasce con la Legge sulla Chiesa cattolica del 16 dicembre 2002 (in vigore dal primo gennaio 2005). Ne sostituisce una di fine Ottocento, aggiornando e semplificando le relazioni Stato-Chiesa. Fino a che fu in vigore la ‘Legge sulla libertà della Chiesa cattolica e sull’amministrazione dei beni ecclesiastici’ (del 28 gennaio 1886), contro le parrocchie si ricorreva come contro il Comune (prima il Consiglio di Stato, poi il Tram). Con la nuova legge, si è ritenuto delicato per il governo cantonale decidere su questi temi; il legislatore ha così deciso l’istituzione di una commissione per la prima istanza di ricorso. Regolata dall’articolo 22 della legge, designata dal CdS su proposta del vescovo, la Commissione è composta da tre membri e due supplenti e presieduta da un magistrato o ex magistrato, per garantire piena conoscenza del funzionamento del tribunale. L’attuale presidente è l’ex giudice d’Appello Bruno Cocchi. La sentenza della Commissione non è definitiva, la sua decisione può essere impugnata al Tram.

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