Locarnese

I rintocchi notturni? Silenziati o spenti

A Tenero-Contra il problema delle campane 'by night' fra buonsenso e burocrazia. Il sindaco: 'Comunque capisco chi si lamenta'

29 agosto 2019
|

L’albergo poco distante chiede che le campane possano tacere di notte; la Parrocchia si dichiara disponibile; l’Assemblea delibera, ma tra i due non litiganti, il terzo – un cittadino – si rivolge alla Commissione indipendente di ricorso contro le decisioni degli organi parrocchiali, un team di avvocati presieduto dall’ex giudice d’Appello Bruno Cocchi, affinché i rintocchi tra le 23 e le 6 del mattino continuino ad “allietare” le notti di tutti. Turisti inclusi, per i quali il “San Bernardo” sarebbe un posto da cinque stelle, non fosse per la fatica che si fa a prender sonno. Succede a Contra, dove lo scorso 12 agosto la suddetta Commissione ha cancellato la risoluzione parrocchiale che avrebbe introdotto il silenzio delle campane (cfr. laRegione di ieri). Per Marco Radaelli, sindaco di Tenero-Contra, «basterebbe un po’ di buonsenso». Da noi interpellato, dichiara che il Municipio si muoverà presto. «La richiesta del ristorante pare più che pertinente. E poi si limitava all’orario notturno». Sebbene il problema fosse già molto sentito ben prima di questa vicenda – «Conosco residenti che sarebbero ben contenti che il campanile tacesse da mezzanotte alle sei, e li posso capire» –, Redaelli si dichiara preoccupato per le conseguenze turistiche: «Mi metto nei panni di chi arriva, pernotta e magari la mattina dopo fugge perché le campane non lo lasciano dormire. È un vero peccato, c’è un albergo-ristorante che tiene vivo il paese, l’idea che un giorno possa chiudere perché i clienti scappano è un peccato». Il sindaco ritiene «paradossale» l’esistenza «anche qui, come in tutti i Comuni, di un’ordinanza sui rumori molesti con la quale quanto accade è nettamente in contrasto. Diciamocelo: se esco di casa per suonare un campanaccio in piena notte, sono punibile». Confidando in un lieto fine – «Spero riescano ad accordarsi almeno sul singolo rintocco, per il bene di tutti» – l’ultima parola è in risposta a chi, come a Bellinzona (vedi sotto) col silenziamento delle campane ha visto in pericolo la tradizione: «Capisco la necessità di preservarla, ma è anche vero che una volta aravamo i campi col bue e l’aratro, e oggi ci sono i trattori con l’aria condizionata».

Brughelli: ‘Ma non sono il cattivo’

Abitante a poche decine di metri dal famigerato campanile, Gabriele Brughelli è il “cattivo”, almeno in quanto firmatario del ricorso che ha annullato il silenzio notturno delle campane decretato dall’Assemblea parrocchiale. Ma per cattivo Brughelli non vuol passare. E a sua discolpa ricorda alla “Regione” quali sono «sempre state» le sue reali intenzioni: «Ho sempre detto, e l’ho ribadito in una lettera inviata tre giorni fa al Municipio di Tenero-Contra e al Consiglio parrocchiale, che il vero problema è il batacchio, che è sproporzionato, e battendo sulla campana produce un suono forte, grave e non piacevole da sentire. Inoltre, rovina la campana. Pertanto, è necessario sostituirlo con uno di piccole dimensioni», simile a quello utilizzato per suonare la novena. Con ciò il suono sarebbe “ridotto notevolmente” e “si eviterebbe un’inutile perizia fonica” (quella che in Assemblea parrocchiale non era stata presentata e che ha determinato, unitamente ad altri formalismi, l’accoglimento del ricorso). Brughelli aggiunge che «avevo anche proposto di togliere la ripetizione dei rintocchi tre minuti dopo le ore piene». Tutto ciò – ha scritto nella lettera – “accontenterebbe sia coloro che hanno a cuore il rintocco durante le 24 ore, sia coloro che di notte vorrebbero dormire tranquillamente. Il suono delle ore risulterebbe finalmente gradevole e argentino come lo era anni fa!”. L’augurio di Brughelli è che il Municipio, in collaborazione con la Parrocchia, “risolva a breve termine questa situazione”. Allo stesso Brughelli chiediamo comunque se non ritenga anacronistico difendere una tradizione che aveva un senso quando la vita contadina era scandita dai battiti delle campane, anche nelle ore abbondantemente antelucane; e se in definitiva costringere le persone “normali” – o, peggio, quelle con problemi di sonno – a convivere con 87 rintocchi notturni non significhi, in qualche modo, infierire. «L’anacronismo è vero solo in parte – dice alla “Regione” – nel senso che alcune donne si servono ancora delle ore del campanile per orientarsi, anche di notte, dal punto di vista “temporale”. Quanto al resto, beh, io di notte dormo tranquillamente, quindi il problema non mi si pone, ma posso ben capire che non per tutti è così. Per me, ripeto, una buona soluzione è la sostituzione del batacchio. Se poi alla fine dei conti si decidesse di decretare il silenzio notturno... amici come prima».

Il caso di Bellinzona: una petizione per riavere i rintocchi

Essere svegliati dallo scampanio piuttosto prolungato che annuncia la messa delle 8. E, quando magari si riesce a riprendere sonno, venire nuovamente chiamati all’ordine una decina di minuti dopo con una simile melodia. Non solo a Contra: le campane fanno dormire sonni agitati anche in alcune case di Bellinzona e in particolare nei dintorni di piazza Indipendenza. Qui il campanile della chiesa di San Rocco scandisce tutto il giorno e tutta la notte le ore (e le mezz’ore) e poi si dilunga una prima volta alle 7.45 e una seconda alle 7.55. A tal proposito nel 2015 al Consiglio parrocchiale erano giunte le lamentele da parte di alcuni residenti che chiedevano una tregua nell’annuncio della messa nei giorni feriali. La richiesta era stata effettivamente accolta e per qualche tempo in piazza la messa veniva annunciata solo da qualche rintocco (mentre le ore hanno continuato ad essere scandite regolarmente). Ma dopo qualche mese l’insurrezione popolare aveva avuto la meglio: come spiega da noi contattato l’arciprete di Bellinzona Don Pierangelo Regazzi, alcuni abitanti di Bellinzona erano talmente dispiaciuti da decidere di lanciare una raccolta firme per ripristinare lo scampanio mattutino. Una petizione popolare che raccolse ampio consenso: oltre un centinaio di persone aveva firmato. A fronte di tanta partecipazione, la Parrocchia di Bellinzona aveva dunque deciso di ripristinare la situazione. «La gente del posto tiene alle tradizioni. Perché bisogna sospenderle se dà fastidio a qualcuno?», sottolinea Don Regazzi, il quale aggiunge che nel frattempo nessuno si è più lamentato.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔