Locarnese

Un palaghiaccio all’ex-caserma? Losone attende risposte

I sindaci del Cisl invitati alla spesa. Per ora, una manciata di riscontri. Il sindaco Bianda: ‘Se è vero che esiste un bisogno, allora lo sforzo sia regionale’.

25 aprile 2019
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«È presto per fare bilanci. Posso dire che al momento, dopo l’invio della nostra lettera, abbiamo ricevuto risposte possibiliste e anche negative, ma ragioniamo nell’ordine delle 3-4 risposte. E i grandi Comuni non si sono ancora espressi». La lettera di cui parla Corrado Bianda, sindaco di Losone, è quella inviata dall’esecutivo da lui guidato al Convivio intercomunale dei sindaci del Locarnese (Cisl), avente come oggetto il progetto per la creazione di un palazzetto del ghiaccio sul sedime dell’ex caserma di Losone. «Abbiamo interpellato i Comuni perché riteniamo che si tratti di un tema da trattare a livello regionale», spiega Bianda.

La necessità di infrastrutture adeguate in ambito di hockey, pattinaggio artistico e curling non è certo un fulmine a ciel sereno. Uno studio di fattibilità commissionato nel 2013 dall’Hockey club Ascona (Hca) aveva già evidenziato come un palazzetto del ghiaccio potrebbe garantire un’operatività per 10 mesi all’anno, andando così a sopperire all’arco di tempo limitato (da inizio ottobre a metà marzo circa) che può assicurare l’attuale pista di ghiaccio scoperta della Siberia. E lo studio in questione vedeva la soluzione ottimale sul sedime della ex caserma, anche in chiave di sinergie con la Siberia.

Con la nuova struttura, Hca, Hockey club Locarno, Club di pattinaggio Ascona, Curling club Ascona e Ronco s/Ascona (la federazione ticinese di curling ha già garantito i finanziamenti in caso di realizzazione dell’opera) potrebbero svolgere l’attività senza ricorrere alle trasferte, a volte transcantonali. Per l’esecutivo losonese, inoltre, lo stesso palazzetto farebbe da richiamo turistico per scuole e società svizzere, con possibilità di allenamenti e gare.

Tredici milioni o poco più

Il business plan del 2015 ipotizzava un investimento di 13 milioni di franchi, costo in merito al quale Losone ritiene prudente ipotizzare un paio di milioni in più, anche in funzione della resa attrattiva della struttura (a partire dai parcheggi). «Il nostro Comune da solo – continua Bianda – non può certo accollarsi una spesa del genere. E se è vero che esiste un bisogno, questo è regionale. Perciò abbiamo chiesto ai sindaci di esprimersi sulla volontà di appoggiare o meno questo tipo di progetto. In base alla reazione che riceveremo, decideremo l’iter da seguire».

E cioè, «o continuare nell’approfondimento e portare la discussione in ambito politico, dunque nei vari legislativi, o abbandonare il discorso». I tempi di risposta non preoccupano più di tanto Bianda, nella misura in cui «l’argomento è di una certa importanza, cosa che, immagino, richieda per tutti una discussione a livello di esecutivo». Tra le posizioni che appaiono certe c’è quella di Tenero-Contra, che in tempi rapidi (lo scorso 27 marzo, 13 giorni dopo l’invio della comunicazione losonese) sul bollettino informativo municipale scriveva “L’esecutivo non aderisce alla richiesta”. «Ci siamo dati un mese e mezzo di tempo – conclude Bianda – ma senza un rigido termine, evitando così un’idea iniziale di costrizione. È evidente che se entro un paio di mesi non riceveremo risposte, torneremo a sollecitare, almeno chiedendo le ragioni del silenzio». L’iter dell’ex caserma nel frattempo prosegue: «Le decisioni sono prese, la destinazione è cultura, sport e tempo libero, non nasceranno fabbriche o residenze». Indirizzi condivisi anche a livello cantonale: «Dopo un primo incontro, siamo in attesa delle verifiche preliminari».

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