Locarnese

Il Ghana in fondo al cuore

L'esperienza medica e scolastica dei locarnesi Luca ed Adelia Cheda nel Paese africano si sviluppa da un decennio

27 ottobre 2018
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L’Africa che ti entra sotto pelle, con i suoi colori, le sue voci e i suoi profumi. Con i suoi sguardi. L’Africa che ti fa sentire a casa, desiderando di non lasciarla più quando ci sei e di nuovamente raggiungerla quando sei lontano. L’Africa degli incontri, dei mille drammi quotidiani, della forza di un singolo sorriso. Della sofferenza e della tenacia. Dell’aiuto al prossimo.

L’Africa di Luca e Adelia Cheda ha iniziato a “costruirsi” una decina d’anni fa, quando Dante, il figlio infermiere, tornò da un viaggio di lavoro in Ghana e si presentò ai genitori «con una luce nuova negli occhi; una luce mai vista», ricorda la mamma. «Si era riportato a casa un entusiasmo tale, per quanto vissuto in quel periodo, da non poterci lasciare indifferenti». Ne seguì un primo viaggio unitamente all’altro figlio Jacopo, con le incipienti prese di contatto sul posto, e da lì il germoglio di un amore per quella terra, e quelle genti, che ha continuato a crescere in un impegno volontario che oggi riempie una parte considerevole della vita di entrambi: per Luca in qualità di dentista, professione energicamente ripresa in mano da pensionato; e per Adelia, docente per formazione, come assistente amministrativa tuttofare, nonché amica, spalla e confidente di chi ha bisogno di sostegno.

Il campo d’azione è variegato: a Sogakofe, nella regione del Volta, nell’ambito della missione dei padri comboniani, che sull’impronta del compianto padre Ricardo Novati – un bergamasco di grande carattere – hanno arricchito la loro opera di evangelizzazione con iniziative concrete di sostegno alla popolazione; ad Abor, con il valtellinese padre Peppino Rabbiosi (comboniano anch’egli), il “focus” è su un affollato orfanotrofio per bimbi abbandonati e disabili – il “My Father’s House” – e su una grande scuola.

‘La meraviglia si rinnova ogni giorno
Quanta serenità vediamo nella sofferenza’

«Fulcro del nostro impegno a Sogakofe è l’attività nella clinica dentaria – spiega Luca Cheda –. È stata realizzata da un padre comboniane unitamente ad una sala operatoria e ad un centro oftalmologico, che rappresentano l’evoluzione del primo insediamento in loco, costituito fin dal 1985 da una scuola primaria e da una secondaria, nonché da un centro professionale da un piccolo ospedale». Lì, da un decennio, per diverse settimane all’anno, Luca presta competenze, passione e generosità a migliaia di adulti e bambini, mentre Adelia, insostitubile aiutante, tiene ordine nelle cartelle mediche occupandosi più in generale della parte amministrativa. Lo stesso prezioso “tandem” opera a Abor, dove grazie all’apporto di materiale dal Ticino l’iniziale lavoro limitato a visite “di base” e profilassi si è sviluppato fino ad un apparato di cura più moderno, funzionale ed efficace.

A tutto questo va aggiunto l’impegno nella formazione di operatori in loco, l’aiuto quotidiano, in forme diverse, a famiglie in difficoltà, oltre naturalmente alle straordinarie iniziative immobiliari in ambito scolastico: ad Husikope e Jasika Adelia e Luca hanno fatto costruire due scuole, e una terza è in via di ultimazione ad Agorkpoe. Intanto dentro, onnipresente, v’è quella sensazione di pienezza e soddisfazione per essere al posto giusto, nel momento giusto, dando molto e ricevendo probabilmente ancora di più. «Da “yavu” (uomini bianchi) viviamo la nostra Africa con una meraviglia che si rinnova ogni giorno – dice Adelia -. Osserviamo un’incredibile serenità nella sofferenza, riscopriamo valori fondamentali e ci stupiamo ancora accorgendoci che in Africa sei considerato bello non in senso estetico, ma per ciò che sei».

Uno bellissimo, per Adelia e Luca, è stato Kofi Annan, segretario generale delle Nazioni Unite, ghanese. «Ad Accra, la capitale, c’è la sua tomba – nota Adelia –. Una tappa, nel nostro prossimo viaggio, sarà d’obbligo».