Grigioni

Edifici fuori zona edificabile: ‘Serve un cambio di paradigma’

Samuele Censi (Plr) ha presentato un incarico al governo grigionese: ‘Gli interventi di ristrutturazione devono essere favoriti e incentivati’

‘Importante occuparsi con maggior insistenza del tema dei rustici’
(Ti-Press)
17 febbraio 2023
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"Occorre cambiare approccio nei confronti del territorio fuori zona edificabile: gli interventi di ristrutturazione, a carattere conservativo e/o con cambiamento di destinazione, devono essere favoriti e incentivati perché concorrono alla tutela del paesaggio". È quanto si afferma in un incarico (corrispettivo della mozione in Ticino) recentemente presentato, in qualità di primo firmatario, da Samuele Censi (Plr), granconsigliere, nonché sindaco di Grono. Con il testo – sottoscritto da oltre 50 altri deputati (in particolare di Plr, Centro e Udc) – si chiede al governo grigionese "di attivarsi presso la Conferenza dei Cantoni alpini e di promuovere – tramite le rispettive deputazioni alle Camere federali – la revisione della Legge sulla pianificazione del territorio". E questo auspicando che l’esecutivo retico condivida "la necessità di attuare un cambio di paradigma nel settore della gestione del territorio fuori zona edificabile". Un atto parlamentare simile era stato presentato a fine dicembre in Ticino da Aron Piezzi (Plr).

‘Patrimonio importante per il futuro delle zone discoste’

Stando a Censi, dopo l’approvazione delle Camere federali di una mozione che prevede una sanatoria per gli edifici costruiti più di 30 anni fa fuori dalle zone edificabili, "diversi enti di sviluppo regionale si sono già mossi per promuovere, sensibilizzare e incentivare il restauro e la valorizzazione degli edifici fuori zona edificabile". E questo dimostra "come sia importante occuparsi con maggior insistenza del tema dei rustici, in un’ottica non solo di divieto ma piuttosto legata alle opportunità che essi possono rivestire per il futuro delle periferie". Per salvare questo patrimonio occorre quindi un "nuovo approccio" che "si giustifica anche perché il territorio fuori zona edificabile è un patrimonio di valori, risorse e saperi, importanti per il futuro delle zone discoste, per il benessere dei cittadini e per sviluppare nuove offerte legate al turismo sostenibile e all’economia del settore primario".

‘Essenziale riconoscere un valore paesaggistico e culturale’

Insomma, "è arrivato il momento di rivedere il quadro legale in vigore", riferendosi alla Legge federale sulla pianificazione del territorio (e relativa Ordinanza). Così da "permettere al buon senso di prevalere sull’applicazione di principi giuridici, corretti sulla carta, ma che nulla hanno a che vedere con la dignità delle nostre montagne e di chi un tempo le ha vissute". In ogni caso "le norme dovranno sempre essere rigorose e puntuali, per consentire interventi rispettosi delle tipologie architettoniche tradizionali; ma è essenziale riconoscere anche un valore paesaggistico e culturale agli edifici alpestri fuori zona edificabile, affinché uomo e natura abbiano relazioni positive e rispettose".

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