Bellinzonese

Pompieri all’ex Lati di Sant’Antonino, il conto ammonta a 34 milioni

Svelati i dettagli dell’operazione voluta dal Municipio di Bellinzona, il cui messaggio al Cc risponde parzialmente ai dubbi sollevati dall’Mps

29 dicembre 2025
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“L’adeguamento e la trasformazione dello stabile ex Lati di Sant’Antonino è una soluzione concreta e finanziariamente sostenibile, in grado di finalmente mettere a disposizione una casa degna e idonea ai pompieri di Bellinzona, oltretutto in una posizione geograficamente strategica rispetto al nuovo perimetro di attività del Corpo”. Ecco riassunta l’opinione del Municipio cittadino sulla quale poggia la richiesta di finanziamento, sottoposta oggi al Consiglio comunale, pari a 14 milioni per l’acquisizione del fondo e degli stabili già presenti (attuale proprietaria è la Cooperativa svizzera dei produttori di latte), più altri circa 20 milioni per progettare l’adeguamento infrastrutturale (700mila franchi) e procedere con i lavori (19,3 milioni). Totale 34 milioni.

Dieci milioni in meno rispetto a Carasso

Come anticipato il 12 dicembre dalla Regione, per la Città l’operazione se avallata dal Legislativo comporterà un risparmio pari a una decina di milioni visto che l’opzione approfondita all’ex Birreria di Carasso comporterebbe un investimento compreso fra i 38 e i 42 milioni più i 4,5 già spesi per comprare il complesso fatiscente. Se tutto filerà liscio la centrale, che sarà parzialmente affittata alla Protezione civile, sarà pronta fra tre anni. Da notare che in passato l’opzione di una centrale comune di pronto intervento a Giubiasco era stata abbandonata sia per il prezzo ritenuto eccessivo (60-80 milioni) sia perché sul terreno individuato il Cantone ha fatto valere il diritto di prelazione.

A Sementina un nuovo magazzino

“Contestualmente alla decisione di procedere con la soluzione ex Lati – informa il Municipio nel messaggio – si approfondisce l’ipotesi di soluzione in grado di migliorare finalmente l’organizzazione dei magazzini comunali, oggi suddivisi nei quattro poli di Bellinzona, Giubiasco, Claro e Sementina. L’idea prevede di realizzare a Sementina un nuovo magazzino per l’area sud. Parallelamente andranno definite le destinazioni dei sedimi che si libereranno, ovvero il mappale attualmente occupato dalla caserma dei pompieri all’angolo tra via Mirasole e via Chiesa, il sedime attualmente occupato dai magazzini comunali di Bellinzona centro in via Pietro da Marliano e il sedime ex Birreria a Carasso. Nei primi due casi si tratta di sedimi pregiati in zone residenziali, nel terzo di un sedime in una zona già adibita ad attività artigianali”.

Fino al confine con l'Italia

Di sicuro, premette l’Esecutivo, l’attuale caserma dei pompieri “era considerata non più adeguata già nel 2006 quando l’allora Città di Bellinzona cominciò a interrogarsi sulla realizzazione di un nuovo centro multifunzionale presso il sedime dell’ex Birreria a Carasso (acquistato nel 1988) che avrebbe dovuto raggruppare i magazzini comunali, l’ecocentro e appunto i pompieri. Progetto ancora oggi conosciuto con l’acronimo Mep, di cui solo la ‘e’ è stata realizzata. Inizialmente convenzionato con i Comuni di Arbedo-Castione e Lumino per i pompieri urbani e quelli di montagna e con il Comune di Gambarogno per quelli di montagna, dal 1° luglio di quest’anno il Corpo ha integrato anche quelli di Cadenazzo e Gambarogno nel frattempo scioltisi. Bellinzona copre dunque, attraverso convenzioni coi vari Comuni, i territori del Bellinzonese e del Gambarogno, da Claro e Moleno a nord fino a Dirinella al confine con l’Italia a sud. Il nuovo Corpo conta circa 190 militi urbani e 70 di montagna e compie ogni anno circa 700 interventi, facendo capo anche alle sedi distaccate a Cadenazzo e Gambarogno.

Posizione ritenuta strategica

Diversi i punti ritenuti positivi dal Municipio sull’opzione Lati. Oltre a ritenere l’operazione finanziariamente più sostenibile e vantaggiosa rispetto alle altre, anche le tempistiche giocano a favore: “L’immobile già esiste, necessita di essere ristrutturato ma non realizzato ex novo; non vi è nemmeno la necessità di una modifica di Piano regolatore, come confermato dal Municipio di Sant’Antonino nel mese di settembre”. Posizione strategica (e in tal senso già risponde parzialmente a un’interrogazione dell’Mps che avanza più dubbi): “L’ubicazione di Sant’Antonino, pur risultando fuori dai confini della città, appare ideale considerando la nuova giurisdizione territoriale del Corpo e gli assi di transito che permettono di raggiungere piuttosto agevolmente da Sant’Antonino-Camorino la parte centrale e settentrionale della città (attraverso i due svincoli autostradali di Bellinzona centro e Bellinzona nord), ma anche l’imbocco nord della galleria ferroviaria del Monte Ceneri, per la quale i pompieri di Bellinzona sono pure competenti”. C’è poi la conformazione: “La presenza di uno stabile rettangolare dotato di accessi da più lati rappresenta un indubbio vantaggio per l’attività dei pompieri rispetto all’architettura meno lineare prevista all’ex Birreria”. Infine i possibili sviluppi: “Sul mappale vi è la possibilità di ulteriori ampliamenti a favore di pompieri e Protezione Civile, ma anche della Città di inserire altri suoi contenuti”.

Ci sono 96 posteggi e una riserva di 6mila metri quadrati

Lo stabilimento di via Gorelle 5 a Sant’Antonino è stato costruito nel 1993, con un ultimo risanamento importante del tetto nel 2019. Il mappale misura 16’754 metri quadrati e l’edificio occupa una superficie di 6'849 metri quadrati, conta tre piani di uffici (753 metri), uno spazio industriale modulabile (5'168 metri) e un piano cantina e deposito (927 metri). Sono inoltre disponibili 96 parcheggi esterni. Il fondo è situato in una zona di Pr “comparto industriale commerciale/zona per industria e servizi” compatibile con una caserma dei pompieri e dispone di una riserva edificatoria di 6'122 metri quadrati di terreno e di 3'670 metri di superficie utile lorda.

Tutti i punti favorevoli

Il Municipio ha incaricato un team di progettazione di allestire uno studio di fattibilità, includendo spazi necessari alla Protezione civile e come depositi per manifestazioni e segnaletica. L’intervento proposto prevede il mantenimento della struttura esistente, la sua riqualifica e alcuni adattamenti funzionali. La proposta di massima prevede il mantenimento del volume esistente; il mantenimento della struttura portante esistente, evitando demolizioni invasive e garantendo una riduzione di costi e tempi di realizzazione; risanamenti puntuali e adeguamenti dell’involucro per il rispetto dei parametri normativi legati alla fisica della costruzione; una razionalizzazione degli spazi interni attraverso la rimozione di pareti non portanti; la riorganizzazione funzionale del blocco centrale, con la concentrazione dei locali amministrativi, mensa e altri spazi collettivi. Lo stato generale della costruzione esistente “è buono e non necessita di particolari interventi di risanamento o manutenzione straordinaria, garantendo ancora una lunga durata di vita”. Visto che lo stabile è già allacciato a Teris, la stessa società intende sviluppare qui una sottocentrale di produzione del calore sempre per il teleriscaldamento; valutazioni sono in corso anche con Amb. Pure prevista la posa di pannelli fotovoltaici sul tetto. Infine, quanto al costo d’acquisto una perizia di parte indicava un valore di 15,76 milioni e quella comunale 12,41. Si è scelta la via di mezzo.

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