A Bellinzona il noto ex impresario in rotta col Municipio ha impugnato la decisione del Cc sui conti 2025: ‘Metodi scorretti e chiusura’
Già autore di diversi ricorsi a Bellinzona, l’ex impresario che un anno fa aveva inscenato una protesta imbrattando con della vernice rossa l’uscio del sindaco a Palazzo civico, quest’oggi ha impugnato anche la decisione con cui martedì sera il Consiglio comunale ha avallato il Preventivo 2025 caratterizzato da un disavanzo aggiornato a 13,3 milioni di franchi. Nelle pagine trasmesse al Consiglio di Stato, il ricorrente lamenta “metodi scorretti e chiusura” del Municipio nei confronti del legislativo, a tal punto che “gli spaesati consiglieri comunali da anni non dispongono di un valido documento di controllo e quindi non possono votare convenientemente”. Perciò chiede l’annullamento sia del preventivo, sia dei mandati affidati agli enti autonomi Sport, Musei e Carasc già votati lo scorso dicembre.
A suo dire le cifre così esposte dall’esecutivo non sarebbero sufficientemente chiare e trasparenti, inoltre a Mario Branda rimprovera di non aver esposto durante il dibattito in sala le proiezioni del consuntivo 2024, limitandosi a dire che migliorerà rispetto al preventivo ma non raggiungerà il pareggio. Dito puntato anche contro un presunto eccessivo utilizzo della delega per gli investimenti, “violando sistematicamente la Legge sulle commesse pubbliche e il principio dell’economicità”. Il tutto optando per “assunzioni discutibili e mandati e appalti a favore dei soliti noti a scapito dei conti pubblici”. Sempre secondo il ricorrente il “disordine contabile su conti, investimenti e personale è dovuto all’assenza di un Piano finanziario”. Motivo di annullamento, sostiene, il fatto che non sia stato allegato al preventivo un aggiornamento del Pf 2021/24 né quello della nuova legislatura 2025/28 “in violazione delle disposizioni governative e della Sezione enti locali”. Tutto ciò induce il ricorrente a parlare di “grave malcostume che si protrae da anni” e di un Municipio “che fa ciò che vuole”. Un comportamento “voluto che annuncia il peggio del peggio anche per gli anni a venire”. Chiesto infine di sottoporre la gestione del Comune “alla vigilanza della Sel o di un apposito commissario”.
Un anno fa l'ex impresario spiegava al nostro giornale il motivo dell'imbrattamento con la vernice: un gesto di critica verso la gestione, a suo dire lacunosa, di talune questioni comunali pendenti. In primis il crollo di un tratto di via ai Ronchi a Daro avvenuto nell’agosto 2021 all’altezza di un cantiere edile di competenza dell’ex impresario. Tratto nel frattempo ricostruito grazie a una convenzione fra le parti; si attende di conoscere la causa del crollo. Sempre pendente al Tram un suo ricorso inoltrato contro il credito aggiuntivo di 2,7 milioni concesso nel 2022 per i lavori all'ex oratorio di Giubiasco.