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In arrivo a Biasca altri 50 posti di lavoro

Importante gruppo internazionale interessato al Pse, dove già operano 250 persone. Ma Municipio preoccupato: ‘Impostazione del polo ormai superata’

Una veduta dall’alto
3 novembre 2023
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Sul Polo di sviluppo economico di Biasca vi sono interessanti novità positive ma anche note preoccupate che riprendono e approfondiscono un tema noto e rimasto irrisolto. Presente nel cuore delle Tre Valli, lungo la via autostradale e ferroviaria del San Gottardo, il Pse nel 2011 aveva ereditato quella che nel 1979 era nata come Zona industriale d’interesse cantonale (Ziic), vasta area a sud del paese di proprietà patriziale e sulla quale il Comune vanta un diritto di superficie primario con obbligo di urbanizzazione. Oggi, dopo varie vicissitudini, insediamenti e partenze, è occupato per due terzi da quattro ditte innovative che, titolari di un diritto di superficie secondario, impiegano circa 250 persone.

Cominciamo dall’aspetto meno positivo, contenuto nel capitolo che il Municipio ha inserito nel Preventivo 2024 fresco di firma (il quale peraltro indica un disavanzo di 1,4 milioni di franchi con moltiplicatore d’imposta confermato al 95%). Capitolo che all’interno del messaggio sottoposto al Consiglio comunale occupa uno spazio più corposo rispetto al passato: “Per il 2024 – questa la premessa che anticipa l’affondo – le attività del Manager d’area proseguiranno in stretta collaborazione col Comune. Il processo di accompagnamento e di supporto alle aziende insediatesi e a quelle interessate rimane un’attività centrale”. In tal senso il Manager d’area, responsabile della gestione operativa per conto dell’Ente regionale sviluppo, “proseguirà con la gestione delle relazioni con i vari portatori d’interesse, mantenendo contatti regolari sia con chi è già presente, sia facilitando la raccolta di informazioni per gli imprenditori interessati”. Ambito questo che registra annualmente una trentina di contatti con ditte svizzere e internazionali interessate a insediarsi.

‘Vecchi e non conformi alle esigenze delle aziende’

Arrivando poi al nocciolo critico della questione, il Municipio rileva che “nonostante i positivi insediamenti concretizzatisi negli ultimi anni e i numerosi contatti avuti, il Pse si trova attualmente in una situazione non semplice”. Infatti “la sua offerta basata sugli edifici dismessi combacia limitatamente alle mutate esigenze delle aziende nazionali e internazionali interessate a posizionarsi a Biasca”. Lapidaria la conclusione: “L’impostazione del Pse è superata” perché “le infrastrutture sono vecchie, necessitano di importanti investimenti per la loro riconversione e gli stabili non sono conformi alle esigenze delle aziende moderne influenzate dall’avvento delle nuove tecnologie produttive”, la cosiddetta industria 4.0. Non solo, perché “spesso le richieste, a prescindere dalla scarsa qualità degli edifici dismessi, sono per delle metrature nettamente inferiori a quelle offerte dagli stabili, costruiti secondo le esigenze delle aziende di allora”. Di fronte a quelle che vengono descritte come “oggettive e riconosciute difficoltà”, il Municipio si dichiara comunque ottimista sull’obiettivo di vedere un giorno occupate tutte le infrastrutture “perché l’interesse è forte nonostante l’offerta non sia sempre adeguata”.

In arrivo navetta condivisa e accudimento bambini

Un tema, si diceva, non nuovo e che il nostro giornale aveva già approfondito il 29 maggio 2021 raccogliendo opinioni in seno al Municipio e all’Ente regionale sviluppo. «Per aumentare l’attrattiva di questi edifici realizzati ormai una trentina d’anni fa – spiegava ad esempio il Manager d’area Stefano Melera – dobbiamo innanzitutto definire un concetto di ristrutturazione. Si pensa per esempio a uno stabile multiservizi, con uffici modulari per ospitare più aziende innovative, inserendo servizi come una sala riunioni o una mensa. Valutazioni andranno fatte sulla ripartizione dei costi degli investimenti, perlopiù interventi mirati senza spendere grandi cifre». Da allora a oggi un passo avanti è stato fatto: “Il progetto Pse 2.0 avviato lo scorso anno – rivela infatti il Municipio sempre nel messaggio sul Preventivo 2024 – ha permesso di evidenziare possibili servizi condivisi che hanno suscitato l’interesse delle principali realtà presenti. In particolare l’anno prossimo verrà approfondita la possibilità di attivare un servizio di navetta condiviso, in collaborazione con la compagnia di trasporto già attiva nel comprensorio, e lo sviluppo di una collaborazione nell’ambito dell’accudimento dei bambini volto a favorire la conciliabilità famiglia-lavoro”.

‘Oneri che non possiamo pagare noi’


Ti-Press
Chiuso e inutilizzato da anni, questo stabile misura 2’800 metri quadrati

Niente di concreto invece per quanto riguarda gli investimenti volti a creare spazi modulari al posto dei grandi volumi: «Investimenti molto onerosi che non possono essere assunti dall’ente pubblico, ma semmai dalle ditte interessate a insediarsi», ci spiega oggi il sindaco Loris Galbusera sottolineando che «compete a esse una valutazione sia della qualità edificata, sia dei volumi a disposizione e di quelli necessari nel breve e lungo termine per assicurare l’attesa produttività».

Dagli elicotteri ai tappi in plastica

E qui la novità positiva accennata all’inizio riguarda il probabile insediamento di un gruppo internazionale attivo nella produzione di tappi in plastica. Una cinquantina i posti di lavoro che verrebbero creati nello stabile presente più a nord del Pse, quello occupato fino a poco tempo fa dalla Silvercraft Helicopters che trattava componenti di elicottero e che ha cessato l’attività in Ticino. «Sono a buon punto le trattative fra il gruppo internazionale, giudicato molto solido sul mercato, e la banca di riferimento per questo stabile, è stata verificata la presenza dei requisiti richiesti dal Cantone per poter beneficiare delle condizioni positive previste nell’ambito del Pse ed è in fase di ultimazione il business plan», rileva il sindaco: «Ma, come detto, l’edificio necessita di importanti interventi infrastrutturali stimati in otto milioni di franchi. Onere che ricadrà sulla ditta interessata ad ampliare qui la sua attività». Da notare che in altre circostanze il Comune si è accollato talune spese, ad esempio lo smantellamento del prototipo fotovoltaico della Airlight, dove ha poi edificato la sua nuova sede la Mediluc produttrice di protesi ortopediche. «A distinguere Airlight da Silvercraft è il fatto che la prima sia fallita e la seconda no – annota il sindaco – e nel primo caso la spesa per lo smantellamento del prototipo non può ricadere sul ‘perturbatore’ per il semplice motivo che non esiste più». Da qui, come detto, la spesa ricaduta sull’ente pubblico.

Il braccio di ferro con le Ffs sulla compensazione Sac

Un altro capitolo del Pse è quello relativo alla possibilità di disporre di aree ‘greenfields’, ossia non ancora occupate e potenzialmente trasformabili in produttive. Scrive ancora il Municipio: “Considerato l’interesse marcato di nuove aziende a insediarsi nel Pse con degli stabili nuovi e moderni, è diventata imperativa – per raggiungere gli obiettivi di creazione di nuovi posti di lavoro e indotto – la necessità di disporre di superfici libere sui terreni già utilizzati, negli anni passati, dalla tecnica ferroviaria di AlpTransit per la realizzazione della galleria di base e perciò già infrastrutturati”. I terreni in questione, nel frattempo tornati ad uso agricolo, si trovano tra il Pse e la linea AlpTransit. È in questo filone di ragionamento che s’inserisce l’opposizione interposta nei mesi scorsi dal Municipio (ne abbiamo parlato in un articolo pubblicato il 4 agosto) davanti all’Ufficio federale dei trasporti contro la seconda pubblicazione dei piani aggiornati della nuova Officina Ffs prevista a Castione. Dove, ricordiamo, il sacrificio di otto ettari di pregiata Superficie agricola per l’avvicendamento delle colture (Sac) va compensata altrove. Caduta l’opzione Losone, le nuove ricerche delle Ffs hanno infine riguardato due terreni patriziali situati nel margine sud del Pse di Biasca. Mappali di complessivi oltre 25mila metri quadrati – rispettivamente 12’448 e 13’323 –, azzonati come produttivi artigianali ma finora mai sfruttati per tale scopo. Da qui appunto la disponibilità espressa dal Patriziato verso una loro conversione Sac dal profilo pianificatorio, che si scontra però con le visioni del Municipio. Sebbene i due mappali non siano attualmente sfruttati, secondo il Municipio rappresentano una riserva produttiva strategica in ottica futura considerando indotto economico e posti di lavoro. «Perciò abbiamo deciso di tutelarli – ribadisce il sindaco – considerando anche che sono inseriti in zona industriale a livello comunale nel Piano regolatore e livello cantonale nella scheda R7 del Piano direttore». Dover perdere quei 25mila metri quadrati, sottolinea oggi il Municipio, “è fonte di preoccupazione per il Comune, per l’Ente regionale di sviluppo e per il Manager d’area”. Comune che peraltro a suo tempo aveva invano proposto un arrocco, trasformando cioè in industriale il terreno agricolo situato fra Pse e linea AlpTransit e in agricolo il terreno industriale ora oggetto di opposizione e voluto dalle Ffs per la compensazione Sac.

Biotecnologia, farmaceutica, protesi ortopediche e prodotti plastici


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Fiore all’occhiello del gruppo farmaceutico Helsinn

Il Pse di Biasca, ricordiamo, è un comparto produttivo incentrato su aziende e servizi innovativi e a elevato valore aggiunto. Nel suo portale internet si specifica che “garantisce condizioni ideali d’insediamento, di messa in rete e di accompagnamento”. Vantaggi non da poco rispetto ad altre zone produttive prive del marchio Pse attribuito dal Cantone. Attualmente conta quattro aziende insediate in un’area industriale di 220’000 metri quadrati urbanizzati, di cui 80’000 disponibili per nuovi insediamenti. La gestione operativa è affidata al Manager d’area, figura professionale integrata nell’Ente regionale per lo sviluppo, mentre nella governance sono coinvolti attivamente tutti i portatori d’interesse, ossia Comune, Patriziato, Cantone e lo stesso Ers che ha il compito di implementare le decisioni strategiche inerenti al Pse in collaborazione con una Commissione di gestione che vigila sul suo corretto sviluppo. Il tutto dotato di procedure semplici e condivise per la locazione di parcelle o per l’acquisto di immobili già disponibili. Le parcelle vengono concesse a condizioni competitive tramite diritti di superficie a lungo termine, mentre gli immobili non occupati sono oggetto di trattativa diretta con i proprietari. Tre quelli attualmente ancora disponibili, per un totale di 11’800 metri quadrati: oltre alla sede di Silvercraft Helicopters, sul mercato vi sono anche quelle che un tempo ospitavano Termogamma e Intervalves. Sempre nel sito internet vengono descritte le quattro ditte oggi presenti, attive nei campi della biotecnologia, della farmaceutica, delle protesi ortopediche e dello sviluppo di prodotti tecnici derivanti dalla plastica.

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