Bellinzonese

La rivolta di Riviera: ‘Non vogliamo il nuovo asfaltificio’

I gruppi politici presenti in Consiglio comunale sollecitano compatti il Municipio affinché neghi la licenza edilizia alla Comibit per l'impianto di Iragna

L'impianto sorgerebbe al posto dell'attuale in zona Piretta (Ti-Press)
1 luglio 2021
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I quattro gruppi politici presenti nel Consiglio comunale di Riviera ritengono che vi siano sufficienti elementi per negare la licenza edilizia alla ditta Comibit Sa di Taverne intenzionata a realizzare a Iragna, nella zona artigianale/industriale Piretta, un nuovo impianto di produzione di miscele bituminose al posto dell’attuale. Con un’interpellanza collettiva i gruppi Ps, Ppd, Plr e Lega/Udc partono dal nostro articolo pubblicato il 17 giugno che evidenziava i principali dettagli del progetto destinato a raddoppiare la capacità produttiva passando dalle attuali 30-54’000 a 50-75’000 tonnellate annue; ciò che finirebbe anche – annotano gli interpellanti – per raddoppiare il numero di camion in transito per il trasporto di asfalto nuovo, inerti e croste da riciclare. Temendo “un ulteriore carico ambientale e un non indifferente aumento del traffico stradale”, ritengono inoltre che la situazione peggiorerebbe ancor di più “se si dovesse concedere la richiesta di estendere eventualmente il lavoro al sabato e alla domenica”. Non da ultimo gli interpellanti ricordiamo che il Comune di Riviera il 19 agosto 2019 si è dotato di ‘zone di pianificazione’ stabilendo che in quello e altri comparti “non è ammessa la realizzazione di impianti di trattamento di materiali inerti, attività di riciclaggio e di deposito anche solo intermedio come pure impianti di produzione di bitume e/o cementi, mentre sono ammesse attività legate alla filiera della pietra”.

‘Esalazioni tossiche, polveri fini e odori insopportabili’

La precedente domanda di costruzione risalente al 2015, ricordiamo, era stata bocciata dall’allora Municipio di Iragna, dal Consiglio di Stato e nel 2019 anche dal Tribunale amministrativo cantonale espressisi su alcune opposizioni: nei primi due casi non accettando che la nuova torre per l’evacuazione dei fumi raggiungesse l’altezza di 38 metri (28 in più del massimo consentito), nel terzo caso per il mancato rispetto della distanza minima dal bosco, mentre l’altezza viene ammessa applicando la deroga prevista per i corpi tecnici e impianti speciali. Dal canto suo la Sa nella domanda di costruzione propone un impianto tutto nuovo “che sia più performante dal punto di vista tecnologico e ambientale” ed elimina “tutte le infrastrutture che andrebbero a collidere con la pianificazione”. Ciò che non convince i gruppi politici: “La convivenza con questo genere di impianti nel nostro Comune è nota insopportabile”. Situazioni ormai da anni oggetto di ripetute lamentele, specie della popolazione di Osogna, e di diverse interpellanze. Atti parlamentari che “denunciavano esalazioni tossiche, polveri fini e odori insopportabili”. Infatti la produzione di bitume “fa a pugni con la vocazione prevalentemente residenziale del nostro Comune”. Per la valle Riviera e in particolare per il Comune che ospita due dei cinque impianti di conglomerato bituminoso esistenti in Ticino e che già deve sopportare notevoli carichi ambientali, “sarebbero ulteriormente penalizzati da questo nuovo impianto industriale. La nostra qualità di vita ne risentirebbe e la qualità dell’aria che respiriamo peggiorerebbe ulteriormente”. Tutto ciò finirebbe insomma per “comprometterebbe gli sforzi del nostro Comune nel voler rendere piacevole la vita in Riviera”.

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