Bellinzonese

Con i restauri il villaggio di Prada torna a splendere

Sulla montagna sopra Ravecchia è iniziata la prima fase del progetto che mira a conservare una testimonianza storica e culturale unica nel suo genere in Ticino

Il primo edificio che sarà ristrutturato (Ti-Press/Golay)
19 maggio 2021
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Anche se la salita richiede un piccolo sforzo, è la bellezza di quelle mura, a cui si aggiunge una vista spettacolare, che lascia senza fiato una volta arrivati in quota. Difficile restare indifferenti di fronte al villaggio di Prada, composto da circa 70 costruzioni e situato a 577 metri di altitudine sulla montagna sopra Ravecchia. Un'importante eredità storica e culturale bellinzonese, che passo dopo passo vede arrestarsi il suo decadimento grazie alla missione della Fondazione Prada, costituita nel settembre 2016 per volere dei Patriziati di Ravecchia, Bellinzona, Carasso e Daro, della Città di Bellinzona, dell’Associazione Nümm da Prada e della Parrocchia di Ravecchia. A cinque anni di distanza è entrata nel vivo la prima fase del progetto di recupero e valorizzazione dell'antico nucleo medievale. Curato dall’ingegner Andrea Demarta, intende ridare vita a un luogo disabitato dalla prima parte del 1600 attraverso interventi di restauro.

Cominciati nelle scorse settimane, i lavori si svilupperanno nel corso di quattro anni circa: prevedono la messa in sicurezza, la stabilizzazione e la valorizzazione delle rovine, il recupero della sostanza storica, la sistemazione puntuale di sentieri e spazi aperti, il recupero dei terrazzamenti e di castagni secolari, la ricerca storica e la creazione di materiale divulgativo. Entro un paio settimane, è stato spiegato questa mattina in occasione di una conferenza stampa, si concluderà il restauro del primo diroccato. Ciò che darà indicazioni aggiuntive su come procedere alla conservazione degli altri edifici e potrà permettere di apportare correttivi in caso di problematiche nel consolidamento delle mura costruite almeno 400 anni fa. 

Solo un edificio sarà interamente ricostruito

Gli edifici non verranno ricostruiti, ma conservati – utilizzando le tecniche e i materiali utilizzati un tempo – così da mantenere la memoria storica e ricreare la sensazione della vita medievale di un paesano ticinese. «Vogliamo in particolare porre l'accento sulla sicurezza e sulla conservazione», ha evidenziato Alberto Marietta, presidente della Fondazione Prada. Un diroccato sarà invece interamente ricostruito (tetto compreso): qui si prevede di allestire museo che funga da filo conduttore in chiave didattica. Grazie alla presenza sul cantiere di esperti del settore, tra cui l’archeologo topografo Giorgio Nogara, nei prossimi quattro anni sarà infatti approfondita anche la ricerca storica al fine di elaborare materiale divulgativo da mettere a disposizione di popolazione, turisti e scolaresche. Nell'ambito degli scavi archeologici potrebbero arrivare nuove sorprese in aggiunta al vaso rinvenuto nelle ultime settimane risalente al XIV secolo. 

Non manca l'interesse di residenti e turisti

In attesa dell’avanzamento del progetto, l’interesse della popolazione, ma anche di turisti provenienti da oltre Gottardo, già si manifesta. Oltre all’aumento del flusso di persone che si reca al villaggio, alla fondazione sono giunte svariate offerte di privati quale contributo alla spesa per i lavori. L’investimento complessivo per questa prima fase è stimato in 1,67 milioni. Anche la città di Bellinzona sostiene finanziariamente il progetto con un sussidio di 350mila franchi (credito approvato all’unanimità dal Consiglio comunale nel novembre 2020). Un importo che si aggiunge all'aiuto cantonale di 477mila franchi stanziato un mese prima dal Gran Consiglio. Al momento la Fondazione, che ha ricevuto un sostegno anche dalla Confederazione, può contare su circa il 60% della spesa preventivata. 

Testimonianza storica da tramandare

Un elemento importante nell'ambito di questa prima fase sarà sicuramente il miglioramento dei sentieri che portano al villaggio, oggi logorati dal tempo, prevedendo anche la creazione di altre vie d'accesso sicure e alla portata di tutti. Nuovi tracciati, hanno sottolineato i relatori, che potranno inserirsi nella rete di sentieri della regione, con particolare riferimento alla cosiddetta sponda sinistra della città (Valle Morobbia, Camorino, Giubiasco, Ravecchia e Daro-Artore), trasformando Prada e i suoi dintorni in un nuovo attrattore turistico. Simone Gianini, vicesindaco di Bellinzona, capodicastero Territorio e mobilità nonché membro del Consiglio di fondazione, ha ricordato il ruolo della politica comunale, con il Consiglio comunale che nel 2019 approvò una variante di Piano regolatore che aveva permesso di tutelare l'antico nucleo quale bene culturale di interesse cantonale. Una premessa importante per accedere al successivo finanziamento del Cantone. Entusiasta per il progetto si è mostrata anche Simonetta Biaggio-Simona, capo dell'Ufficio cantonale dei beni culturali, rimarcando il valore di una rara testimonianza storica, archeologica ed etnografica per numero e antichità delle abitazioni che compongono l'antico nucleo. Biaggio-Simona ha poi sottolineato il grande potenziale a livello didattico tenendo conto degli strumenti digitali di cui disponiamo oggigiorno. Dal 2024 dovrebbe partire la seconda fase, progettata sulla base dei primi interventi ai quali ne seguiranno altri soprattutto in ambito comunicativo come la creazione di una guida interattiva o di un percorso didattico. Per l’attuazione del progetto la Fondazione Prada si avvale anche della collaborazione dello studio d’architettura Cattaneo di Bellinzona. 

Il disboscamento e la messa in sicurezza del 2017

Un importante lavoro di disboscamento era stato effettuato già nel 2017, al fine di liberare il sito archeologico dalle piante e dalla folta vegetazione che rendevano impossibile persino scorgere gli edifici, dapprima con il taglio degli arbusti e poi con l’abbattimento degli alberi che minacciano da vicino gli edifici dell’antico paese, unico nel suo genere in Ticino. 

Un passato ancora parzialmente da scoprire

Le informazioni sulla storia del villaggio non sono per il momento tante quanto vorrebbero gli addetti ai lavori. È certo che ci vissero circa 200 abitanti, quando Bellinzona ne contava 1'200/1'400. Una comunità, composta da una quarantina di famiglie principalmente dedite all'agricoltura, che oltre agli edifici costruì aree di pascolo, vigne e orti. La prima attestazione di abitanti a Prada è del 1381. Si suppone tuttavia che vi fossero residenti già dal 1200, se non prima. Il villaggio è stato abbandonato a partire dal 1600 per una serie di cause tuttora sconosciute. Si ipotizzano condizioni meteorologiche avverse e l'epidemia di peste. 

 

 

 

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