Bellinzonese

Di nuovo all'asta Villa Bonetti a Bellinzona, ma per metà

In ottobre lo 'strano' incanto dello storico edificio che un anno fa il Municipio voleva comprare dal proprietario con trattativa diretta poi sfumata

Un gioiello architettonico d'inizio '900 a due passi dal centro città
10 agosto 2020
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Chi vuole comprare... metà Villa Bonetti? Uno degli edifici storici di maggior pregio presenti a Bellinzona andrà infatti all’asta solo per metà. L’incanto, che l’Ufficio esecuzioni ha aggiornato il prossimo 29 ottobre dopo averlo revocato nell’estate di un anno fa quando sembrava che la situazione debitoria del proprietario si stesse raddrizzando, concerne la parte di proprietà in mano a un ingegnere della Riviera alle prese con debiti derivanti ancora dal fallimento della Airlight di Biasca che nel 2016 non era riuscita a concretizzare la messa in esercizio del proprio rivoluzionario impianto solare sviluppato in Ticino, realizzato in Marocco e costato 120 milioni. L’altra metà della villa, che non sarà battuta all’asta, appartiene a sua moglie. Situazione invero anomala quella che appare agli occhi dei frequentatori del sito internet delle aste ticinesi.

Esecutivo scavalcato, oggi non più interessato

Su Villa Bonetti, ricordiamo, l’anno scorso si era posato lo sguardo del Municipio cittadino («Oggi non siamo più interessati avendo da tempo deciso di dare la priorità all'acquisto dell'ex ospedale di Ravecchia di proprietà di Armasuisse», spiega alla 'Regione' il sindaco Mario Branda) che nel mese di giugno aveva ottenuto dal Consiglio comunale il nullaosta a procedere con trattative dirette contattando il proprietario e sottoponendogli un’offerta inferiore al valore di stima pari a 7,6 milioni che risulta dalla procedura d’incanto. Nel corso dell’estate 2019 un altro potenziale acquirente privato aveva tuttavia presentato un’offerta più elevata che in quel frangente aveva probabilmente permesso di evitare l’asta. Di conseguenza il Municipio si era visto comunicare che la sua proposta non sarebbe entrata in linea di conto per un eventuale acquisto. Quanto all'ex ospedale di Ravecchia, prossimamente vi saranno nuovi incontri fra Esecutivo cittadino e Confederazione, avendo questa all'ultimo momento comunicato nei mesi scorsi la necessità di usare parte del grande edificio per insediarvi sia uffici suoi, sia parte del Tribunale penale federale di Bellinzona destinata in futuro al Pretorio di viale Franscini che il Cantone si appresta a ristrutturare. «Dal canto nostro – specifica Branda – intendiamo ribadire il nostro interesse per l'acquisizione dell'intero stabile considerate le esigenze amministrative e per altri tipi di contenuti».   

Dal fallimento Airlight alla torre energetica di Castione

L'intenzione municipale, ricordiamo, era destinare una parte del pregiato edificio a uffici comunali, riservando quella principale e il parco a eventi pubblici e anche privati quali assemblee, convegni, ricevimenti, matrimoni, ecc. Da allora non si è più saputo nulla. Il proprietario, o meglio il proprietario per metà, è riemerso nelle cronache locali quando lo scorso autunno ha presentato una nuova ‘avventura’ ingegneristica rappresentata dalla torre di 60 metri sorta negli ultimi mesi a Castione e concepita per generare corrente elettrica alzando e abbassando grossi blocchi di cemento. Il tempo dirà se la torre energetica di Castione – com’era stato il caso del prototipo Airlight di Biasca – rimarrà dov’è inutilizzata, come taluni temono, o se sarà destinata al mercato indiano in caso di successo dell’attuale fase test.

Valore diviso due 

Per ora resta dov’è Villa Bonetti, il cui valore di stima peritale diviso due ammonta a 3,8 milioni, cui si aggiunge – nella medesima asta – la metà della villa (il cui valore di 3,16 milioni va pure dimezzato) di Galbisio che era stata dell’architetto e municipale Renzo Molina deceduto dieci anni fa. Fatta realizzare fra il 1911 e il ’13 dall'imprenditore Giovanni Battista Bonetti e progettata dall'architetto di fama internazionale Enea Tallone, Villa Bonetti è sottoposta a vincolo di protezione ed era stata acquistata dall'ingegnere di Airlight e dalla moglie nella primavera 2010. Avrebbero voluto trasformarla nella loro abitazione. Incastonato nel trafficato quadrilatero compreso fra piazza Orico, via Salvioni, viale Franscini e via Motta, l'edificio fa parte di un'oasi botanica di 3’500 metri quadrati situata a due passi dal centro cittadino. Dotata di trenta vani suddivisi su quattro piani e sormontata da una torretta e tetti a padiglione, rappresenta uno dei migliori esempi di architettura in stile lombardo conservatosi in Ticino.

Tante idee finite nel nulla

Nel 2009 l'allora sindaco Brenno Martignoni aveva suggerito di inserirvi la Scuola alberghiera e del turismo, oppure l'Ente ticinese per il turismo, oppure ancora una 'Casa dei popoli' nella quale le varie comunità di stranieri, associazioni e organizzazioni attive su scala cantonale avrebbero potuto trovare un luogo di riunione, espressione e scambio interculturale. Idee che nessuno ha mai raccolto, considerati non da ultimo l'onere dell'acquisto – allora 2,5 milioni di franchi – e di ristrutturazione per almeno altri 2 milioni d'investimento.

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