Bellinzonese

Bellinzona, la dura estate in cima al viale Stazione

Diversi commercianti ubicati alle porte della stazione Ffs confermano le difficoltà. Negli scorsi giorni ha chiuso la storica macelleria Sciaroni

17 luglio 2018
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Si confermano tempi duri per i commercianti della parte alta di viale Stazione a Bellinzona. La dimostrazione arriva in una giornata di piena estate conversando con i titolari e i dipendenti di alcuni bar, ristoranti e negozi, per la maggior parte apparsi preoccupati di fronte al lungo periodo di difficoltà con cui sono confrontati. Le reazioni si assomigliano quando viene chiesto loro come vanno gli affari: dai «si tira avanti» ai «si lavora poco», fino ai più eloquenti «se si continua così la vedo grigia per il futuro».

Una serie di problematiche all’origine delle difficoltà: scarsità di parcheggi, affitti elevati, il cantiere per la realizzazione del nodo intermodale e la grande concorrenza scaturita dalle attività economiche collegate alla stazione Ffs (buffet, Coop, chiosco ecc.). Fattori che a differenza di qualche anno fa rendono attualmente la zona poco attrattiva. «Sono qui dalle 9 e fino alle 10.30 non ho visto un’anima», ci dice un signore seduto ai tavolini della celebre Birreria Bavarese. Entriamo. Ecco Franca, la proprietaria e gerente. «Le cose non vanno bene ­– conferma un po’ preoccupata ­­–. Spero che l’andazzo cambi. Soffriamo la mancanza di parcheggi, motivo per cui abbiamo perso una grande fetta di clienti bellinzonesi. Una volta erano abituali, con una grande cerchia di operai che bevevano il caffè prima di andare al lavoro o che venivano qui per un pasto rapido». Attualmente, come detto, a pesare parecchio è il cantiere del nodo intermodale (iniziato nel gennaio 2018, durerà fino a dicembre 2019), con i relativi disagi quali rumore e polvere oltre alla riduzione dei parcheggi. Situazioni, annota Franca, che «scoraggiano i turisti a fermarsi, inducendoli a tirare dritto verso il centro storico». Turisti, secondo la gerente della Bavarese, «in calo rispetto a un anno fa» nonostante il collegamento AlpTransit premettesse tutt’altro nell’ottica delle economie di viale Stazione. «Confermo, vedo meno turisti – attacca Giovanna, dipendente del negozio di stoffe e tessuti della compagnia Alja –. Essendo una catena, riusciamo a stare a galla. Ma così non è per tutti», conclude guardando la vetrina a fianco, un tempo negozio di vestiti, ma ormai da due anni chiuso e vuoto.

'Il periodo più nero in 15 anni'

Ci spostiamo qualche metro più in giù, dove «la situazione è la stessa», ci dice Giuseppe, gerente dell’albergo e ristorante Gamper. «Sono qui da 35 anni e ritengo sia il periodo più critico che abbia mai vissuto. Tanto che a volte mi domando se arriverò al prossimo inverno. Di turisti che pernottano non ce ne sono più, e poco tempo fa abbiamo deciso di chiudere la pizzeria poiché non ci portava più nessun introito, ma solo spese». D’altronde la concorrenza è molto elevata, basti pensare ai numerosi servizi che offre la stazione. Quanto all’ipotesi che Burger King s’insedi al posto del negozio Vögele, per ora resta tale: nessuna richiesta è stata finora inoltrata alle autorità cittadine. Poi ci sono gli affitti, conclude il gerente del Gamper, «troppo elevati se rapportati a quello che riusciamo a fare qui». Stessa situazione nella vicina edicola: «Confermo, riusciamo a malapena a stare a galla», ci dice Giuseppe. E ancora: «Sicuramente non ci aiutano il cantiere e i pochi posteggi – afferma Martin dell’Ottica Cocchi, prima di ricordare i bei tempi (fino a 6-7 anni fa) quando era ancora possibile lasciare l’auto negli stalli ai lati del viale.

Premesso che il mercato online, l’aumento della varietà dell’offerta dei grandi magazzini e il cambiamento delle abitudini dei cittadini in materia di acquisti sono ormai fattori contro i quali battersi risulta quasi impossibile, la domanda che ci si pone è come far resuscitare una zona che sta boccheggiando, e non per il caldo.

Chiude la macelleria Sciaroni

Dopo 64 anni la parte alta di viale Stazione perde la macelleria Sciaroni, che fino al 2015 era gestita dalla nota attività familiare, prima che i proprietari decidessero di affidarla a due altri gerenti, susseguitisi nel tempo, con l’ultimo dei due che ha dichiarato fallimento a inizio anno. L’attività è cessata un paio di settimane fa. «Non ci è mai stato pagato un affitto – dice un risentito Mario Sciaroni –. Quando ne parlo mi viene l’angoscia e mi dispiace che in un certo senso il nostro nome sia stato macchiato». Non è tuttavia esclusa, guardando al prossimo futuro, una riapertura: «Ci terrei in maniera particolare, perché quella macelleria è storica e deve tornare al suo posto. Ma lo farò solo con le persone giuste. Anche nell’interesse della città». Dunque crede che oggi la macelleria possa ancora sopravvivere in viale Stazione? «Sì, ma solo lavorando con serietà e onestà – conclude Sciaroni –. Sono convinto che ci sia ancora una cerchia di clientela affezionata ai privati, i quali presentano un tipo di servizio più familiare rispetto ai grandi magazzini».

«Il problema del viale Stazione è noto e ne stiamo discutendo da tempo», afferma il presidente della Società commercianti di Bellinzona Ottaviano Torriani che, insieme all’Organizzazione turistica regionale, all’Ente regionale sviluppo e con l’appoggio del Municipio, da un paio d’anni porta avanti uno studio che punta a individuare una strategia che possa andare a rivitalizzare tutto il centro storico. Ancora Torriani: «Bisogna pazientare e aspettare fino a dicembre 2019, quando saranno conclusi i lavori del cantiere intermodale. A quel punto credo che qualcosa cambierà». E lo storico mercato che si svolge nella parte bassa del viale e nel centro storico? «Impossibile espanderlo verso la parte alta per una questione logistica (traffico, ndr) e per il fatto che potrebbe creare ancor più concorrenza». Si vedrà dunque quali saranno le possibili contromisure individuate dallo studio in corso, tenendo conto che al termine del cantiere torneranno a disposizione taluni posti auto e che il moderno nodo intermodale vedrà transitare ogni giorno migliaia di persone.

 

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