Commento

Romandia, la Bmc sfida Chris Froome

25 aprile 2017
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La 71ª edizione del Tour de Romandie apre oggi da Aigle la lunga stagione delle corse a tappe. Lo farà a due soli giorni dal trionfo di Valverde nella Liegi e a tre dalla tragedia che ha colpito il plotone con il decesso di Michele Scarponi, fatto questo che segnerà a lutto i sei giorni di gara (oggi è previsto il funerale). Ma siccome lo show deve proseguire, pur nella tristezza per la perdita di un collega di lavoro e di un amico, sulle strade della Romandia il plotone si darà battaglia per la conquista di una maglia gialla che rappresenta il primo importante traguardo nelle corse di più giorni. Al via non ci sarà Nairo Quintana, trionfatore un anno fa, per cui il faro della corsa brillerà sulle spalle di Chris Froome che al TdR è alla ricerca del suo terzo successo dopo quelli del 2013 e 2014 (lo scorso anno chiuse 3°) che gli permetterebbe di raggiungere Stephen Roche in vetta alla speciale classifica (l’irlandese si impose nel 1983, 1984 e 1987).
Il keniano bianco si presenta al via con una squadra che non appare una corazzata e dovrà fare i conti soprattutto con la Bmc, intenzionata a portare sul gradino più alto del podio di Losanna l’australiano Richie Porte o, in subordine, lo statunitense Teejay van Garderen. Ad aiutarli ci saranno diversi svizzeri. Con particolare attenzione sarà seguito Stefan Küng, vincitore della tappa di Friborgo nel 2015, grande speranza sin qui bersagliata dagli infortuni, mentre desta interesse la presenza di Kilian Frankiny, protagonista settimana scorsa sulle strade dell’ex Giro del Trentino.
Se a tener banco dovrebbe essere lo scontro tra la Sky e la Bmc, altri battitori liberi puntano a un ruolo da protagonisti: il colombiano Jarlinson Pantano (vincitore nel 2016 dell’ultima tappa del TdS a Davos) e il russo Ilnur Zakarin (vincitore del TdR del 2015) sono senz’altro in grado di dire la loro in classifica generale, al pari dello sloveno Spilak, dello spagnolo Jon Izaguirre, del francese Warren Barguiln e dell’olandese Wilco Kelderman.
Anche gli svizzeri partono con malcelate ambizioni. Detto di Küng che cercherà di puntare a una tappa, Mathias Frank e Sébastien Reichenbach cureranno la generale, mentre Michael Albasini, come ogni anno, proverà a mettere a frutto l’ottima forma costruita sulle côte delle Ardenne puntando a qualche vittoria di giornata (nelle ultime tre edizioni si è imposto 6 volte e ha trascorso 4 giorni in giallo). Il 36enne turgoviese è reduce dal terzo posto all’Amstel, dal 5° alla Freccia e dal 7° alla Liegi. Gli manca la vittoria...
Il percorso riprende l’idea dello scorso anno, vale a dire l’inserimento di una seconda tappa di montagna... «Dopo il prologo corto ma esigente – afferma il direttore del TdR, Richard Chassot – la prima frazione sarà già importante per la classifica generale. La tappa regina arriverà soltanto sabato, con le salite del Jaunpass, del Col du Pillon e di Leysin. Speriamo di non avere problemi sul Jaunpass, ma nel caso in cui non ci fosse il sole abbiamo già allestito un piano B».
La crono conclusiva di Losanna prevede 360 metri di dislivello e potrebbe aggiustare la classifica finale, mentre le frazioni di giovedì e venerdì dovrebbero lasciar spazio ai finisseur o ai velocisti.
Il patron di quella che una volta veniva chiamata corsa verde torna pure sulle due assenze di peso che caratterizzano il cast 2017: Quintana e Contador... «Sono, in pratica, gli unici che mancano all’appello. Ci dispiace soprattutto per il colombiano, ma capisco che volendo preparare il Giro d’Italia e poi il Tour de France non era il caso di passare dalla Romandia. Froome punta chiaramente alla Grande Boucle, mentre Quintana ha deciso di scendere in lizza anche sulle strade italiane. Non mi sembra l’ideale avvicinamento alla prova più importante del calendario, ma forse vuole semplicemente togliersi pressione dalle spalle, con una maglia rosa in grado di rendere subito positiva la stagione 2017».
Anche con le assenze del Pistolero e del Condor, il cast del TdR 2017 è più che apprezzabile e dovrebbe dar vita a una corsa intensa e combattuta. Nella speranza che Richard Chassot si sia ricordato di prenotare il bel tempo, perché lo scorso anno il meteo era stato davvero inclemente. D’altra parte, gli organizzatori preferiscono rischiare un po’ di freddo pur di continuare ad avere la corsa inserita in un periodo perfetto della stagione, a ridosso del Giro d’Italia e con la capacità di rappresentare il punto di partenza della preparazione specifica per il Tour de France.
Stando alle previsioni meteo, le preghiere di Chassot sono state solo in parte esaudite: i 17 gradi previsti a Aigle sono ben diversi dalla neve che aveva accompagnato il prologo di La Chaux-de-Fonds del 2016, ma la pioggia non mancherà. E pure le temperature, che non supereranno i 5 gradi tra giovedì e venerdì, non daranno tregua al plotone.

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