Commento

Rimandata, agli spareggi

11 ottobre 2017
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Rimandata. È questo il verdetto dell’esame di maturità che la Svizzera era chiamata a sostenere ieri a Lisbona, in uno stadio Da Luz rumoroso e caldo come potrebbe essere, tanto per rimanere in tema scolastico, un cortile zeppo di alunni (in questo caso 56’000) che scalpitano, urlano, fremono e chi più ne ha più ne metta. Un ambiente di fuoco quello del catino portoghese (la “Catedral” per i tifosi del Benfica), che se da una parte ha motivato e sospinto i padroni di casa, dall’altra ha intimorito e bloccato gli ospiti, che pure sembravano essersi preparati bene per l’importante scadenza.

Lisbona – Aveva infatti studiato diligentemente, la Svizzera, come dimostrano i risultati eccellenti ottenuti durante l’anno. Nove successi nei primi nove incontri della campagna di qualificazione a Russia 2018, compreso quello all’esordio (il 6 settembre 2016 a Basilea) proprio contro i freschi campioni d’Europa del Portogallo. Ma nove vittorie in dieci partite non sono clamorosamente bastate (complice la differenza reti) per chiudere al comando il girone B e qualificarsi direttamente per i prossimi Mondiali.

Eppure, Freuler (confermato in mezzo al campo assieme a Xhaka in una formazione che ha pure visto il ritorno tra i titolari di Mehmedi, Rodriguez e Dzemaili) e compagni la partita non l’hanno iniziata poi così male, perché dopo i primi cinque minuti in cui hanno lasciato sfogare i padroni di casa (senza peraltro rischiare più di tanto), hanno preso coraggio e con un buon possesso palla sono riusciti ad allentare la pressione. Perlomeno sino al 32’, quando solo un grande intervento di Sommer ha impedito a Bernardo Silva di portare in vantaggio i suoi. L’episodio ha rimesso benzina nel motore dei lusitani, che hanno ripreso a spingere fino a trovare il varco che ha cambiato il match: cross di Eliseu dalla sinistra, che Sommer respinge così così sui piedi di Djourou che stava contrastando João Mário. Il rimpallo finisce in porta, il da Luz esplode e la Svizzera vede il biglietto per Mosca allontanarsi.

Già, perché se il tempo per reagire ci sarebbe anche stato, nella ripresa ad essere mancate ai giocatori di Petkovic (che ci ha provato inserendo Zuber ed Embolo per due spenti Dzemaili e Mehmedi, ma senza ottenere i frutti sperati) sono state le idee. Qualcuno direbbe anche la voglia e la grinta per riprenderla, una partita del genere, ma noi non ci vogliamo credere. Non in una sfida così importante, non dopo essersi guadagnati il diritto di giocarsela con una campagna praticamente perfetta, non dopo essere arrivati così vicini al traguardo. Semplicemente ieri sera il Portogallo è stato più forte, forse anche più fortunato, e la Svizzera ha ceduto mentalmente. La ripresa e il secondo gol subito lo dimostrano: è bastato un tiki-taka a ritmo di Fado (tutto fuorché veloce) a mandare in panne la retroguardia rossocrociata e a permettere ad André Silva di siglare il 2-0. Dall’altro lato del campo? Una mezza occasione su tiro di Shaqiri deviato da Seferovic e nulla più. Troppo poco anche solo per poter sperare.

No, in Russia per ora ci vanno Ronaldo e compagni, mentre la selezione di Petkovic deve accontentarsi delle... montagne russe di un doppio spareggio sempre insidioso, nel quale sarà sì testa di serie assieme a Italia, Croazia e Danimarca, ma incontrerà comunque una tra Svezia, Irlanda del Nord, Irlanda e Grecia, avversarie da non sottovalutare. Chi toccherà ai rossocrociati, lo si scoprirà martedì prossimo alle 14 con il sorteggio di Zurigo. Sperando che per novembre, Lichtsteiner e compagni avranno imparato la lezione.

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