Commento

Paradiso alle urne, esito ‘fotocopia’?

23 marzo 2017
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Quello di domenica 2 aprile è un appuntamento con le urne straordinario per i cittadini di Paradiso che si sono espressi meno di un anno fa. Come noto, si torna a votare per le elezioni comunali dopo la sentenza del Tribunale amministrativo cantonale (Tram) che, statuendo sul ricorso presentato dalla Lega dei ticinesi, ha annullato i risultati scaturiti nel 2016. Nessun broglio, ma le irregolarità formali nelle procedure di spoglio hanno costretto il Comune a sottoporsi per sei mesi all’amministrazione controllata dalla Sezione enti locali. Un fatto senza precedenti nella storia del paese rimasto con le mani legate e obbligato a lasciare in sospeso tutta l’attività politica. E tale situazione tanto inedita quanto anomala potrebbe influenzare il risultato finale.
Come ha vissuto e percepito la popolazione questo ultimo periodo? Questa è, secondo noi, l’incognita principale della consultazione prevista fra una decina di giorni (anche se buona parte degli elettori ha già votato per corrispondenza). In altre parole, quanto (e se) inciderà la sentenza del Tram sulla larga maggioranza liberale assoluta ottenuta lo scorso anno sia in Municipio che in Consiglio comunale? Una maggioranza conseguita e confermata nelle ultime tornate elettorali che riflette un ampio e radicato consenso popolare difficile da scalfire anche perché supportato da politiche ritenute tutto sommato soddisfacenti. Ci riferiamo al benessere diffuso, a un moltiplicatore d’imposta decisamente attrattivo (anche se aumentasse al 65%), a buoni servizi erogati, una socialità in linea (se non migliore) con quella dei Comuni confinanti e a progetti destinati a migliorare ancora il paese come la prospettata riqualifica della riva lago. E pure dal consuntivo 2016 sono attesi risultati migliori del previsto grazie all’imposta sugli utili immobiliari. Tutti elementi che hanno dimostrato quanto la via solitaria sia stata una scelta pagante. Non a caso, a Paradiso nessuno spende parole a favore di aggregazioni, tantomeno con la città di Lugano. Bisognerà vedere per quanto tempo ancora sarà percorribile questa strada.
L’altra faccia della medaglia sono gli spazi ridotti (per alcuni a causa del troppo cemento che ha invaso il verde), gli affitti alle stelle (peraltro come a Lugano) e la conseguente necessità di mettere a disposizione anche alloggi a pigione moderata. E all’orizzonte si profila un preoccupante rallentamento dell’edilizia. Insomma, in attesa del verdetto delle urne, nemmeno la campagna elettorale, filata via liscia e piuttosto sottotono, ha saputo offrire elementi né argomenti tali da mettere sotto scacco il predominio liberale. Pronti a essere sconfessati, azzardiamo una previsione. Non per fare concorrenza al mago di via Monte Boglia, ma perché riteniamo che dalle urne possa emergere un risultato che più o meno rispecchia quello dello scorso anno.

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