Commento

Cassis, la miglior costellazione

17 giugno 2017
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Sarà davvero la volta del Ticino e di Ignazio Cassis?
Cominciamo col ricordare un paio di banalità, che però in queste delicate settimane sono da tenere molto ben presenti. La prima: chi elegge i consiglieri federali? Ce lo siamo già chiesti l’ultima volta, quando Norman Gobbi decise di scendere in campo cambiando casacca. Allora, a dire il vero, ce lo chiedemmo in solitaria, perché un fatto era evidente: all’(apparente) euforia cantonticinese dietro il 4 x 4, non corrispondeva la medesima eccitazione a nord delle Alpi, e più precisamente sotto il cupolone dove si sarebbero giocati i giochi.

La soluzione ibrida di trasformare un leghista in Udc, mentre ai box altri Udc col pedigree stavano già scalpitando, si rivelò infelice; e le sparate a raffica dal ‘Mattino’ diretto da Lorenzo Quadri sui sette bambèla, una fatale zavorra. Come riuscire a raccogliere i consensi dei deputati dei partiti tradizionali, se la domenica mattina i loro rappresentanti in Consiglio federale vengono sbeffeggiati e dileggiati?

Oggi ci troviamo in tutt’altra posizione. Più favorevole, molto di più. Certo, anche in questo caso diversi altri candidati stanno scalpitando. La poltrona non la regala nessuno. Uno su tutti, parrebbe essere il consigliere di Stato ginevrino Pierre Maudet.
Ma Ignazio Cassis (che veste la maglia del Plr) è fatto di tutt’altra pasta rispetto a Norman Gobbi (e al suo partito-movimento antilandfogti). Ha seguito il cursus honorum all’interno dei liberali-radicali e ha una conoscenza personalissima – data anche dalla sua funzione di capogruppo al Nazionale – di chi dovrà votare/eleggere il prossimo ministro. In altre parole, il ticinese parte parecchio privilegiato, al di là del suo soprannome ‘Krankencassis’, dovuto al suo legame professionale con la galassia delle casse malati.

Ma torniamo al Cantone e alla tifoseria sugli spalti. Siccome Cassis è il favorito, la politica nostrana non dovrà fare errori, ben sapendo che spesso le ultime segrete carte vengono intavolate nei giorni a ridosso del voto, o addirittura la notte prima. Ma intanto, quelle rosso-blù, è opportuno giocarle bene.

Vediamole. Prima carta: non temporeggiare troppo, come fece invece Fulvio Pelli quando si lasciò soffiare la candidatura da Burkhalter. Qui sarà Bixio Caprara (sicuramente in coppia con Pelli) che dovrà assolutamente non sbagliare il momento.
Seconda carta: l’unità del Ticino politico dietro la candidatura Cassis; fin qui siamo pressoché nel campo dei miracoli, se ci limitiamo a guardare i precedenti. Non fu così quando dalla Svizzera italiana arrivarono le candidature di Norman Gobbi e Marina Carobbio. Questo perché troppo profilate, troppo discusse/discutibili e anche perché, non dimentichiamolo, c’è sempre chi fa anche i conti a favore della propria scuderia e non pensa alla bandiera.

Ma più di tutto, pensando al Ticino, preoccupa la brutta aria che spira verso la Berna federale. Lo abbiamo ancora visto di recente con le reazioni alla rinuncia del casellario. Chiediamo allora: è davvero venuto il momento di fare quadrato attorno ad un candidato che, oltre ai numeri, ha veramente parecchie chance di diventare il successore di Flavio Cotti?

Per noi la risposta è ovvia, ma la devono dare anche i dubbiosi e i potenziali sabotatori. Domani, leggendo il Mattino, cominceremo a capire qualcosina. Il cammino è ancora lungo. Ma una cosa è certa: l’astrologia politica dice che per Cassis non c’è miglior costellazione.

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